MADRE MARIA GIACOBETTI
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LETTERA N. 40
PER IL MESE DI MAGGIO 2019
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AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI (stigmatizzata)
e, per conoscenza:
A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
E ALLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI (Congregatio de causis
sanctorum): EMINENZE,
CARDINALE GIOVANNI ANGELO BECCIU, Prefetto.
CARDINALE MARCELLO BARTOLUCCI,
Segretario
OGGETTO: Varie
Il 12 aprile 2014 Giovanni
d'Ercole è stato nominato vescovo di Ascoli Piceno. Al giorno di
oggi sono ormai trascorsi 5 anni interi. Tempo in cui sono
successe tante cose, forse molto più importanti del nostro
desiderio, (quali fedeli
affezionati alla figura di Madre Maria), di averlo un
poco tra noi per conoscerlo meglio e stimarlo maggiormente. Ma
il vescovo ci ha molto da fare e non può perdere tempo …….
con quei quattro gatti della chiesetta di Valle Orta....(come
sembra siamo visti noi da dentro la Curia……..).
Quattro gatti forse si…..
o poche semplici pecorelle senza Pastore, dato che non abbiamo
neanche un parroco o un prete per le confessioni………. C’è
Appignano? …..Ma io, (sia detto in senso generale…..) più che
confessarmi in una parrocchia atea, lontana da Dio…..e presso un
qualsiasi prete indegno……. preferirei aspettare la Perdonanza
data in Abruzzo da Celestino V….
Dicevamo…... quattro gatti
sì, ma sempre pieni di fede. Sempreché avere fede valga ancora
qualcosa agli occhi di questi nuovi chierici pieni di affari e
di impegni amministrativi e gestionali…. di possedimenti,
immobili e ricchezze, investimenti e calcolo di rendimenti
finanziari, riscossioni di proventi europei per la gestione
emigranti. …. un tutto operativo che non lascia spazio ad altre
attività di natura sacerdotale.
Poveri noi! Se dici
qualcosa si diventa critici. Se non dici nulla sei una nullità e
non ti pensa nessuno. Perché…..? Io mi chiedo.......perché
invitare il vescovo diventa tanto complicato? Non lo sa lui che
ci siamo anche noi? È probabile che sia invece proprio la Chiesa
cattolica che sta andando verso la deriva, perché quando le
problematiche religiose passano in secondo piano nei confronti
delle situazioni amministrative e dei calcoli finanziari …..
significa che la strada è sbagliata.
E qualcuno vuole spiegarmi
che cosa c'è di più religioso della presenza delle stimmate di
Gesù in una persona? Noi scriviamo lettere a ripetizione ma qua
sembra che non ci sia né Curia né Vescovado. Come fossero dei
morti! …... Proprio così! Spiritualmente sono dei morti….E’ il
loro comportamento che lo dice. Mi vengono in mente alcune
parole di Gesù quando risponde a uno dei suoi seguaci…..
Signore dammi il tempo di andare a seppellire mio padre…….
Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti. Cioè sono
incombenze per coloro che non sono destinati alla vita eterna.
Ma questi uomini di Chiesa
non si sentono neanche ridicoli, nel loro silenzio. Anzi, dopo
il Concilio le cose si sono pure aggravate.
E in queste lettere in
difesa di Madre Maria al centro dell'eterno tema religioso c'è
sempre stato il problema della beatificazione uficiale della
donna.
e abbiamo
trattato anche molti altri argomenti sempre con riferimento a
questo religioso evento.
Come si può constatare
quindi, il fulcro centrale di tutti i nostri discorsi è sempre
lei nel vasto panorama dei suoi amici e fedeli e anche nella
prospettiva dei suoi avversari che non dovrebbero essere i suoi
più convinti denigratori, cioè preti e vescovi che invece si
sono trasformati in nemici giurati e senza conoscere quasi nulla
di lei. Ci piange il cuore nel vedere che è scivolata via nella
sua relativamente breve vita come una buona agnellina sempre
sorridente, aiutando sempre tutti senza chiedere nulla, con
umiltà
accettando
qualunque modesta offerta,
senza pretese senza sollecitare nessuno a darle qualcosa.
Ma sapeva ringraziare invece con la sua amicizia,
bontà d'animo, affettuosa tenerezza verso chi
si rivolgeva a lei per avere un buon parere, un buon
consiglio.
Oggi noi vediamo che i
preti ascolani sono gli ultimi a poterla comprendere, perché
costoro sono precipuamente affezionati solo alla bella e ricca
gente,
generosa,
benestante, con pellicce di pregio
sfoggiate a messa la Domenica, come segno di alto stato
sociale verso cui il nostro clero piceno si mostra riverente e
ossequioso. Lo potrei giurare con una mano sulla Bibbia che
tutte le volte che sono entrato in conversazione con un prete,
eccetto rarissimi casi, sulla figura di Madre Maria
ho sempre sentito rispondermi da questi elementi……. ma
era una semplice contadina non istruita, semianalfabeta…..Come
se i valori morali fossero concentrati sugli alti strati
sociali. Ma questo perché succede? Ve lo dico io perché? perché
nella mente di questi preti
non c'è mai la figura di Gesù e dei suoi discepoli
analfabeti pescatori, ma solo ben pasciuti signori quattrinosi,
amici dei potenti e di tutti i “Caifa” che si presentano
al tempio, eleganti di aspetto, che nelle feste ricordative
lasciano al
parroco delle buone mance. Questi sì che sono stimabili e
riveribili.
Non riesco a esprimere la
rabbia e il disprezzo che mi suscitano questi preti.
al pensiero
che se si va a vedere
tra i propri progenitori, con accanto anche i miei
…...abbiamo quasi tutti ascendenti
operai e contadini. E il nostro religioso clero, per lo
spirito cristiano dovrebbe sempre essere vicino agli umili. Ma
in realtà come si pone socialmente? Io l'ho visto in una
targa marmorea. Il vescovo di Ascoli ha diritto al titolo
di Principe. Sì, Principe di Ancarano e di altri possedimenti
della Chiesa. Tutto
partito in tutta Italia da un documento che è un falso storico:
la donazione di Costantino.
Un colossale falso storico
scoperto nel 1440 dal grande umanista Lorenzo Valla. Da
un’analisi linguistica risultava evidente che la lingua latina
usata non poteva essere quella classicheggiante dei tempi del
pieno impero di Costantino, ma era un latino corrotto, del
periodo medievale, in cui alcuni papi lo fecero compilare per
giustificare alcune immense ricchezze già accumulate in quel
periodo. E poi come sia possibile pensare che l’imperatore
potesse donare tutto il suo regno. Un conto è una scelta
religiosa e un altro è regalare l’impero.
Ma si presenta anche un
altro fatto…...Stavo iniziando a scrivere la presente lettera,
quando mi è giunta una notizia veramente curiosa e di
straordinaria importanza. Avevamo creduto in molti che il frate
cappuccino, Don Igino Ciabattoni (ex gestore della chiesa e del,
resto in Valle Orta) ……..non fosse più in vita, mentre invece
all’età di 88 anni è ancora vivo e vegeto. Ho telefonato subito
a San Severino Marche
presso le strutture che lui gestisce
ma non sono riuscito a parlarci. Ho poi sentito la voce
di una donna che diceva che il frate stava a riposare verso le
prime ore del pomeriggio. Ora si tratta d’impegnare se occorre
anche il vescovo di San Severino e forse anche qualche Dicastero
del Vaticano. Vedremo.
Un amico mi ha telefonato
per parlarmi di un avvenimento storico del passato, risalente
addirittura a cinquecento anni prima della nascita di Cristo. Si
tratta niente di meno che della famosissima battaglia di
Maratona in Grecia, in cui i greci riuscirono nel 490 a.C. a
sconfiggere i persiani che stavano ormai dominando non solo la
Grecia ma molti popoli dell'occidente dove erano già state
sottomesse molte città della Ionia, spingendosi sempre più a
Occidente con un esercito impressionante per quei tempi.
Io risposi a questo caro
amico che conoscevo l'evento e non capivo perché egli avrebbe
gradito che io citassi tale fatto in una di queste lettere
religiose per Madre Maria.
Cosa c'entrava insomma
col nostro sentimento religioso
un evento storico di tale portata? Ma come mi fece
osservare anche in passato l’amico ebbi modo di riflettere su
una cosa che anche io pensavo da sempre:
la salvezza del mondo
occidentale e le libere strade per la diffusione del
cristianesimo all’apparizione del Crsto.
Quella battaglia fu la più
imortante tra le altre non meno famose. Il perché sta nel fatto
che quel singolo evento ebbe a salvare i destini del mondo
civile con la vittoria dei Greci, senza la quale forse oggi il
cristianesimo anche per mezzo delle vie di Roma non avrebbe
potuto espandersi nel mondo occidentale.
Quindi, i greci ci hanno
dato non solo la cultura, la grande filosofia, il sentimento
delle leggi e della stessa democrazia, ma anche la libertà
fisica quali uomini liberi, in mezzo a un mondo orientale di
uomini e raggruppamenti servi e primitivi. Tutto il merito di
questa grande vittoria appartiene ad Atene. cosa ancor più
straordinaria se
si
pensa che
il numero
di abitanti di quel tempo in quella capitale greca era di circa
180 mila, mentre lo sterminato territorio persiano ne contava
circa 32 milioni Quindi la superiorità numerica dei persiani era
sterminata. Ma la superiorità militare strategica degli
ateniesi, dei plateesi, dei tebani, degli spartani ed alleati fu
insormontabile. Enormemente superiore sotto tutti gli aspetti.
Quando la falange achea risultò veramente invincibile perché
aveva sfondato il centro dello schieramento persiano, le difese
del Gran Re cominciarono
a darsi alla fuga precipitosamente,
perché capirono che sarebbero stati uccisi all’istante.
Caddero anche i generali nostri nemici Dati e Artaferne
A metà battaglia erano già
caduti oltre 5 mila fanti avversari. E fortunatamente gli
alleati greci vinsero senza
l'aiuto di
Sparta, il cui esercito sia pure a tappe forzate, giunse il
giorno dopo dell'epica grande battaglia.
Ma Erodoto racconta tante
cose interessanti su quel periodo. Per esempio che i persiani
partivano in guerra con tutte le loro cose, tra fanti,
cavalieri, parenti e congiunti, oltre ad un numero
impressionante di animali, per tutti gli
usi, compresa ovviamente come fonte di cibo.
Ma quello che mi ha
incuriosito di più è dato dal fatto che i più nobili
(e cioè i più ricchi)
oltre al personale della servitù…..sì portavano dietro, su
appositi carri attrezzati, enormi tendoni resistenti ad ogni
intemperie, letti pregiati, divani e tappeti, che ancor oggi
chiamiamo “persiani”. E questo perché? Perché dopo una
cruenta battaglia l'eroico combattente potesse riposarsi e
nutrirsi adeguatamente. E in caso di morte?..... visto che molti
cadevano come mosche? Tutto previsto nel loro coraggio. Si
parlavano tra amici, congiunti, e conoscenti, prima dello
scontro, che in caso di non ritorno, tutti i beni di
appartenenza (
e
cioè mogli, figli, parenti, beni e servitù)........passavano
automaticamente all’amico o al parente più prossimo.
Inoltre poi c’era un
gruppo di cavalieri scelti, in numero di diecimila, chiamati
“Immortali”. Costiuiva la guardia scelta personale del Gran Re.
Sempre in numero di diecimila. Quelli che morivano venivano
rimpiazzati per avere sempre quel numero fisso.
Si pensi che lo storico
parla di un’armata composta da non meno di 200 mila combattenti
della fanteria insieme a migliaia di cavalieri, cavalli e bestie
da soma di ogni tipo. Ci è stato tramandato anche che quando
questa massa di corpi si fermava a bere prosciugava
completamente laghi e fiumi. e poteva fermarsi per poco tempo
perché ovunque sostava oltre a distruggere qualunque prodotto
della terra lasciava una tale montagna di escrementi da temere
ovunque terribili epidemie. Per questo non si
allontanavano mai troppo dall’acqua del mare, in primis
per il trasporto, ma anche per il suo potere disinfettante.
Si resta allibiti al
conteggio dei caduti a fine battaglia. I dati forniti da Erodoto
sono strabilianti.
Sì
parla di 192
morti tra i greci e 6400 tra i persiani.
Ci si chiede come sia possibile un divario così grande.
Ma finora nessuno ha potuto smentire Erodoto. Questa differenza
risiede molto nel tipo di armature indossate dalle due parti in
conflitto. Leggera e fatta da intreccio di vimini l’armatura
persiana. Invece con pesanti bardature in bronzo quella degli
opliti greci. Secondo gli storici fu questa la battaglia che
salvò la nostra civiltà e perché la citiamo in questa modesta
lettera quale eterno amore per il cristianesimo.
E’ vero che questi uomini
sono vissuti 500 anni avanti Cristo, ma difendendo anche con la
propria vita la libertà dei loro popoli ebbero a spianare la
strada al nostro salvatore Gesù perché poi il cristianesimo
potesse diffondersi nel mondo.
Occorre quindi onorarli e
ricordarci per sempre. Ecco i loro nomi gloriosi: Milziade, il
più grande stratego di tutti i tempi. Poi Callimaco,
Temistocle,
Clistene, Pelopida Epaminonda, Leonida. E anche Brasida
spartano, stratego della guerra del Peloponneso.
A conclusione di questa
lettera voglio riferire una battuta scherzosa Ma che tanto
scherzosa non è e che riguarda il fastidio che queste lettere
creano su certi tipi che non
amano Madre Maria
la vedono come una ciarlatana come ciarlatano sarei io
che le compongo e tutti quelli che le vogliono bene. Preti o non
preti, vescovi o non vescovi si tratta sempre dei miscredenti
contro cui vorrei sempre lottare. Sono i cosiddetti mestieranti
della messa e delle altre funzioni religiose. Ma questi
elementi
che
tipo di voti hanno preso? E che cercavano in seminario?, una
buona sistemazione di lavoro nella vita o in qualche caso il
nascondimento di alcune turpi tendenze? Da quello che vediamo in
giro ormai non ci meravigliamo più di nulla.
E la battuta riferitami è
questa, (anche se non so dove sia stata pronunciata
e da chi…….se in Appignano oppure dentro
la Curia):.....
“A questo scemo di professore mezzo deficiente, pare gli sia
morto un amico che lo aiutava a distribuire le sue fesserie
davanti alla chiesa. Ora, pare che anche lui non stia bene. E’
malato di Parkinson. E chissà che non ce lo leviamo presto dalle
scatole, questo cretino incallito nelle sue fissazioni! Sarebbe
ora!”
Per rispetto alla
protagonista delle nostre lettere ….. non mi tocco con nessun
gesto di scaramanzia, perché sappiamo bene che ognuno di noi ha
il suo destino segnato dal Signore. Solo questi minorati mentali
non lo capiscono, se sì pensa che ci sono dei frati che seguono
nei video e nei giornali gli oroscopi amorosi…. ci rendiamo
conto a che livello è caduta la Chiesa??
____________________
P.S. Diverse copie di queste lettere sono a disposizione
gratuitamente nella chiesetta, per chi ne cercasse qualcuna.
___________________
Il Prof. Vincenzo Allevi, (già
Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La
Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in
proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano,
Largo Padre Pio, n.4, per il mese di Maggio
2019. Presto in Internet,
col nome di Maria Giacobetti.
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LETTERA N. 39
PER LA PASQUA DEL MESE DI APRILE 2019
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AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI (stigmatizzata)
e, per conoscenza:
A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
E ALLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI (Congregatio de causis
sanctorum): EMINENZE,
CARDINALE GIOVANNI ANGELO BECCIU, Prefetto.
CARDINALE MARCELLO BARTOLUCCI, Segretario.
OGGETTO: Anche se può sembrare perfettamente inutile il nostro
desiderio di portare a conoscenza degli organi religiosi
competenti la figura umana e mistica di Madre Maria e le sue
stigmate portate per un’intera vita…..sappiamo bene che queste
nostre note informative (con tutta la dispersione dei documenti,
carte e fatti miracolistici delle spontanee testimonianze della
nostra santa donna) trovano probabilmente subito la strada
dell’immondizia, senza neanche essere state lette (anche solo
per una semplice breve occhiata), dai vertici del clero
vaticano, che sono impegnati in altre faccende concrete e non
per notizie di fumose trascendenze. Ci è già successo, come
tutti sappiamo bene, nel nostro recente passato provinciale.
Ma noi nel nostro cuore agiamo come un atto di fede e di affetto
verso Maria Giacobetti, per noi, suoi fedeli, una donna già
santa prima ancora di ufficiali dichiarazioni, così come accadde
con Padre Pio,
il Santo delle umane genti, per le miriadi di conversioni, come fu
chiamato Saulo di Tarso.
Già in questa epistola ci sono sufficienti motivi di riflessione
(per i cilici e le stigmate) riguardo a questa figura di donna
così vera e carismatica.
Alcune domande e quesiti di queste lettere li abbiamo
insistentemente rivolti (oltre ad averle stampate e distribuite
davanti alla chiesa) a Sua Eccellenza il Vescovo e ai vertici
del Vaticano e che vengono puntualmente riportate in Internet, a
cui oggi si collegano quasi tutti, nel sito al nome della nostra
Maria Giacobetti. Ognuno può verificare che al momento di
stampa di questa epistola n.39, negli ultimi tre mesi, ci sono
state 1.402 (millequattrocentodue)
visualizzazioni di queste ultime mie lettere. E
poi qualcuno pensa nella Curia che la nostra santa non sia molto
amata e seguita. Ciò caso mai sarebbe proprio una mancanza del
vescovado, che si nasconde nel silenzio degli stupidi. Se Maria
non fosse amata, non solo non ci sarebbe gente alle messe nella
chiesetta, ma non ci sarebbero neanche questi tanti collegamenti
Internet di visualizzazioni, in così poco tempo. Abbiamo anche
provato a comprendere l’assurdo comportamento di questi preti,
col vescovo in testa, su di un piano psicanalitico. Viene fuori
purtroppo un quadro desolante sulla scarsa intelligenza di
questa gente, se si pensa che hanno accolto, ospitato,
sostenuto, assistito e rifocillato emigranti a maggioranza
musulmana, sia nel seminario di Carpineto che nel palazzo di
Maria, coi quali emigranti hanno dialogato come fratelli …….
mentre riguardo a noi fedeli della chiesa di Valle Orta,
cattolici cristiani…. e soprattutto pecorelle del loro religioso
ovile ….. fanno finta che noi non esistiamo. Ma si può concepire
un comportamento più sciocco di questo? E che è anche una grave
mancanza nei loro doveri religiosi.
Ci sono poi nel presente scritto altre considerazioni che i
nostri amici sapranno opportunamente valutare. Con particolare
riferimento a quanto affermato dall’ottimo e veritiero cardinale
americano Leo Burke (citato all’interno della lettera) il quale
ha affermato che….il
male spesso dilaga, perché i buoni se ne stanno da parte con
colpevole indifferenza….
In base a questo concetto, confesso che mi piacerebbe che
qualcuno (il vescovo stesso o qualche membro della Curia) mi
denunciasse penalmente per fatti veri da me rivelati, come quei
raggirati da quel parroco senza scrupoli. Che gioia
sarebbe!, per me una denuncia del genere, così tutti
conoscerebbero quegli atti vergognosi. Ma non credo che ciò
avvenga. Perché a costoro conviene rimanere nascosti nell’ombra
delle loro cattive azioni. Perciò non amano la luce come noi,
bensì preferiscono il buio, perché dice Gesù:… le loro azioni erano malvagie…..
Cari amici e fedeli di Madre Maria,
alcuni nostri lettori mi hanno
posto un quesito rivolgendomi questo tipo di domanda. Secondo
te, per quale motivo il nuovo vescovo della Curia ascolana non
vuole per nessun motivo leggere e conoscere la relazione medica
di cui si parla tanto, riguardo alle stigmate della nostra Madre
Maria. Tu che pensi,
che ne dici?
Confesso che di primo
acchito non ho saputo rispondere. Ma poi, facendo una breve
riflessione, credo di aver trovato un bandolo della matassa che
avvolge la mente contorta di questi signori, nel senso di ciò
che passa nella loro testa. I quali credono di essere molto
intelligenti. Io invece parlerei più di furbizia che altro. Il
termine “intelligenti” è una parola grossa, e troppo impegnativa
per queste “tonache al vento”, indossate un tempo e che oggi non
usano più, per meglio confondersi con la massa, ed essere così
meno additati, a volte anche per qualche loro magagna. (Forse
uno degli errori del Concilio Vaticano II). Ma per comprenderli
(questo tipo di preti e vescovi) non occorre né molta
intelligenza né molto ragionamento. Ripensando a quanto diceva
un filosofo che ripeteva spesso essere…..l’intelligenza l’unica cosa che non si può trovare al mercato…..
E’ sufficiente seguire un
bandolo della loro matassa esistenziale, per vedere che al primo
posto, sotto la veste liturgica delle funzioni religiose…..ci
sono i soldi, e pensano solo ai soldi, in un motivo o in un
altro. E col denaro liquido si accettano offerte, donazioni,
lasciti di beni vari, possibilmente liquidabili in denaro
sonante (come nella gestione degli emigranti, ormai in
estinzione, perché la pacchia da questo lato pare sia
finita…..).
Però, in molti casi, per
gli immobili, ci sono delle impugnazioni dei legittimi eredi,
quasi sempre in agguato e che creano rogne infinite. Per questo
preferiscono che la vecchietta (o il vecchietto) col trapasso in
avvicinamento, le messe di suffragio per il paradiso se le deve
guadagnare da vivo e non da morto. E’ bene pensarci finché c’è
il tempo utile, nel caso occorresse anche di andare con mente
lucida da qualche notaio veloce e sbrigativo, per cedere la roba
o i soldi.
Pertanto, quest’amore per
i vecchietti diventa sospetto quando si presenta un interesse
materiale utile ed immediato. Come quando i gesuiti erano
ferocemente contrari alla rivoluzione francese. Per forza! I
rivoluzionari gli avevano sequestrato tutti gli immensi beni di
case, terreni e castelli in possesso del clero, che coi nobili
succhiavano il sangue al popolo lavoratore.
Si pensi, tornando al
nostro ovile, a ciò che è successo alla roba di Madre Maria. A
quello che ha dovuto penare il vescovo Morgante per liquidare, e
fare sparire il più possibile ciò che aveva lasciato la nostra
mistica, di tutte le donazioni ricevute in vita, per
riconoscenza di grazie ottenute. Dovendo ricorrere……l’infame
prelato…… addirittura alla falsificazione testamentaria della
santa donna, la quale voleva mostrare anche a fine vita di voler
bene alla Chiesa. Pensate in che mani era caduta, con la fattiva
collaborazione di qualche prete per niente scrupoloso, in pieno
accordo col corrotto Morgante, trovandosi di colpo (mentre Maria
è morta povera) proprietario di diversi appartamenti, quando
prima non aveva i soldi per le candele della propria chiesa.
Come vorrei che qualcuno
dicesse che non è vero. Ci sarebbe da divertirsi. Perché è vero
come il consenso per quella specie di furto di più di mezzo
milione di euro (….liquidi !!!!!!…ripeto liquidi!!!),
attuato ad opera di un prete del centro città (come avevo
raccontato nelle due lettere precedenti a questa)…. a danno di
persone
anziane e di
altri collaboratori. Con la benedizione finale della Curia
vescovile. Cosa di poco tempo fa.
Che si provassero a dire
che non è vero, perché sono pronto a fornire…..nome, cognome,
telefono, residenza, Via e numero di abitazione, città, luogo e
data di nascita anche di altri danneggiati, oltre al nome,
cognome e parrocchia del baldo e astuto prete, che ha creato
danni soprattutto ad alcune iniziative di carattere umanitario
in cui erano precedentemente impegnati i soggetti. Cosa che si
può vedere ironicamente come un fatto che … da un altro lato……
ha reso serenità ai malcapitati, nel senso che essi, non avendo
più un centesimo in tasca possono dormire tranquilli, senza più
il pericolo di subire altri furti, dopo quello già attuato dal
parroco, che li ha lasciati a secco.
E tornando alla relazione
medica, nel non leggerla e non esaminarla significa rimanere
volutamente all’oscuro. Cosa utile come scusante per non
prendere alcuna iniziativa, da cui non viene tra l’altro niente
di utile ad un vescovo che sogna intensamente ed incessantemente
di partire da questa insignificante cittadina di provincia.
Soprattutto poi per chi ha respirato già la sostanziosa,
pregnante e ricca aria di Roma e capisce che tutto si decide a
Roma. E Roma è da secoli Roma, il centro del potere. In
particolare per il cristianesimo, pur non volendo considerare
che a Roma hanno lasciato il sangue e la vita sia Pietro che
Paolo, gli apostoli pilastri della nostra religione. E noi,
poveri ingenui, in questi succulenti pensieri di carriera e di
potere del prelato, stiamo a pensare ad una contadinella
semianalfabeta vissuta nelle coste di Appignano!? Per questo
siamo degli scemi che non ci rendiamo conto della realtà vera.
Per cui una volta un prete mi disse apertamente:……”Lei
deve capire, Caro Professore, che noi qui, in Ascoli, non
abbiamo bisogno di santi, bensì di donatori e di donazioni. Di
santi ce ne sono ormai fin troppi. Guardi il calendario! E’
pieno e non c’è più posto. E questo non è più il tempo dei
martiri, bensì quello degli imprenditori, per nuove costruzioni
e nuove chiese. Eppoi tenga conto che qui ci basta e avanza
Sant’Emidio. E che vogliamo fargli concorrenza con altri nuovi
santi?”…..Diceva queste cose in tono scherzoso, ma piene di
un convinto punto di vista, che ho riscontrato anche in altri
preti, tutt’altro che superficiali. Qui il superficiale ero
soltanto io. Non ebbi quasi voglia di rispondergli. Mi limitai
solo a dirgli……Ma reverendo, il fatto che, secondo Lei, non ci sia più posto per i
santi
significherebbe
che Gesù deve smetterla di
mandarci persone come Padre Pio e Madre Maria per salvare le
anime cadute sfortunatamente nelle vostre mani?…..Mi guardò
con un sorriso sardonico, senza ribattere, ma con l’aria di chi
ti vorrebbe dire……..Lei
non capisce niente…..
Quindi, è chiaro che,
visto il quadro umano, il fatto di non conoscere questo
indispensabile documento metterebbe il vescovo nella condizione
di non dover prendere alcuna iniziativa al riguardo della
beatificazione. Poiché la semplice lettura di quella relazione
costituirebbe una presa di coscienza di grave responsabilità, in
cui poi non facendo nulla di nulla, pur conoscendo quel parere
medico sulle ferite diventerebbe automaticamente in seguito un
grave atto e peccato di omissione nei suoi doveri religiosi.
Altrimenti un vescovo che ci sta a fare!?
Insomma, non leggendo
niente equivale a non sapere niente…. a non doversi muovere e a
non assumere alcuna responsabilità, pensando solo alle cose che
remunerativamente gli interessano (come, ad esempio, la gestione
emigranti). Perciò per questa via chi s'è visto s'è visto.
E chi glielo fa fare a prendersi una tale gatta da
pelare,
con
procedure prestabilite, della nomina di commissioni, scelta di
personale adatto allo scopo, ecc….ecc….. Insomma, il solo inizio
di procedura beatificazione comporterebbe una grande assunzione
di responsabilità da cui gli possono venire solo rogne, dato che
tutti i preti e parroci vari (salvo qualche eccezione) sono
tutti contrari a Maria. E per quello che so io anche con un
certo disprezzo.
Perciò è come se il
vescovo dicesse:
io
sono nuovo del posto. Non conosco questa gente. Vengo
recentemente da un altro paese. E chi la conosce Madre
Maria!?.........
Anche se un professore
mezzo matto e forse un po’ suonato, seguita a scrivere lettere
che neanche mi va di vedere. Così come non gli va di vedere la
relazione medica. E come posso fidarmi (seguiterebbe a
pensare il vescovo)…..di alcuni esaltati del posto,
quando l'intero clero dei preti ascolani (come già detto) è
unanime nel disconoscere completamente questa
donna. Non solo non ne sanno niente, ma anche loro non ne
vogliono sapere di lei. E come
potrei, io vescovo nuovo
del posto,
andare a testa bassa contro tutti i sacerdoti del luogo?
E chi me lo fa fare, venendo a sapere che i miei
predecessori vescovi l'hanno riconosciuta come una contadina
semianalfabeta, un po’ ignorante e un po’ visionaria,
capace di illudere con facilità
altri
contadini altrettanto ignoranti, pur con qualche professore
esaltato e forse un po’ sfasato di mente, circa alcune doti
taumaturgiche di cui sarebbe stata presuntamente dotata. Una
cosa che poi diventa un elemento aggravante, più che
convincente, da condannare senza alcun appello.
Ecco come nasce il muro
invalicabile di questi miscredenti. Ed ecco perché,
particolarmente questa lettera n. 39, è chiara e lampante come
un Vangelo. Ed ecco come si perde la fede dietro a questi preti
mestieranti. Ed ecco perché Gesù deve inviarci figure
stigmatizzate, come Padre Pio e Madre Maria, per salvare le
anime. E lo ripeto all’infinito: Gesù scelse i suoi discepoli
tra pescatori ignoranti ed analfabeti, ma non tra i filosofi. E
questi preti non lo vogliono proprio capire. Seguitano a
valutare la gente da una certa condizione sociale e culturale.
E nella mente del vescovo
mettiamo anche l'ipotesi che alcuni parroci si prendano
l'iniziativa di scrivere a Roma in Vaticano. Un evento del
genere equivarrebbe a gettare nell'immondizia, con le sue stesse
mani, la propria promettente carriera ecclesiastica,
autocondannandosi a morire in questa misera cittadina, che non è
certo …..la via di Damasco….. Quando invece oggi stesso sarebbe pronto a
partire per Roma, dove si è già vissuti e dove si vorrebbe
tornare come unico destino per il proprio domani.
Davanti ad un possibile
ragionamento del genere (che secondo me non è lontano, bensì
molto vicino alla realtà) non c'è molto da sperare.
E se……( sarebbe da
ripetere sempre)..... i vertici del Vaticano ebbero a
perseguitare Padre Pio, senza alcuna pietà e senza rimorso,
figuriamoci se possono ammorbidirsi di magnanimità
verso Madre Maria. Lo
dimostra il fatto che c'è voluto un papa straniero per mettere
a posto le cose col Santo del Gargano. E i nostri preti,
vescovi, monsignori e cardinali dov’erano? Erano impegnati a
tenere segregato il santo frate in una stanzetta, per qualche
anno, al fine di impedirgli perfino di dire messa. Quando si
dovette attendere, il primo
papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI
(1523) e il primo pontefice polacco nella storia e il primo
proveniente da un Paese di lingua slava.
E’ una cosa davvero incredibile. Il
vescovo, ogni vescovo, visita di solito con regolare assiduità
le sue chiese e le sue parrocchie. Sempre pronto all’ascolto dei
propri fedeli e alle loro istanze e problematiche religiose. Il
nostro presule invece per portarlo a Valle Orta ci vuole ogni
volta la mano di Dio, come se la nostra chiesetta fosse meno
importante delle altre, mentre invece essa è sempre piena di
fedeli sinceramente affezionati e credenti dal cuore. Anzi direi
quasi affezionatissimi se la maggior parte di essi viene da
fuori e da lontano. A volte, riguardo alla Curia vescovile quasi
c’è da rimpiangere il predecessore Montevecchi. Il quale almeno
per venire a Valle Orta non si lasciava spingere come un
macigno, bensì veniva volentieri al semplice invito. Non
accenniamo più neanche per nominarlo al precedente Morgante,
alla cui famiglia e suoi eredi io, se fossi un giudice,
addebiterei tutti gli sperperi e le delapidazioni dei beni della
Diocesi, con condanna di risarcimento. Ma ciò sia detto come uno
sfogo per tante ingiustizie e colpe pregresse e commesse con la
colpevole coscienza che nessuno li può giudicare. Perciò ogni
vescovo in sostanza fa quello che vuole. E chi lo controlla? Per
il Morgante poi sarebbe da chiamare in giudizio se fosse ancora
in vita il cardinale Giacomo Lercaro, da Bologna per essere
stato sponsor di chi, il Morgante, fu, mi pare, il più giovane o
tra i più giovani vescovi d’Italia. E noi, senza colpe, ce lo
siamo dovuti tenere per più di mezzo secolo, con tutti i danni
che ha causato. Tralasciamo ora il fatto che ebbe il coraggio
spudorato di apostrofare col termine
“donnaccia”, (e non
solo……)….la santa figura di Madre Maria, davanti alla quale non
lei, bensì lui avrebbe dovuto inginocchiarsi per rispetto, se
non altro proprio per quelle stigmate che il reietto vescovo
conosceva benissimo, dato che direttamente a lui venne
consegnata la relazione medica.
E tralasciamo l’atto
veramente schizofrenico del Morgante (che ripeteremo
all’infinito) di farsi scolpire col titolo di “Pontefice” sul
portale di una chiesa.
Lo so che sarebbe da metterci una
pietra sopra come è uso dire. Ma se tutti facessimo così, senza
vigilanza e senza ragionamento gli scandali ad opera del clero
libero da critiche e da cosciente rilievo si moltiplicherebbero
senza freno. Proprio come dice il cardinale americano Leo Burke,
secondo il quale
…..il male spesso dilaga, perché i buoni se ne stanno da parte con
colpevole indifferenza….Ed ha ragione. Se tutti tacciono,
nessuno reagisce, i viziati e i corrotti fanno quello che
vogliono, dentro e fuori la Chiesa. Per cui non so se questo
porporato, Leo Burke, abbia ragione o torto nell’essere stato
troppo critico con papa Bergoglio, per provvedimenti di
facciata, ma senza atti concreti contro il male della pedofilia,
che Burke ha detto …..
doversi estirpare alla radice… Sono parole sue. C’è da
credergli poiché sarebbe opportuno tenere a mente le vicende del
cardinale australiano Pell, Tesoriere della Santa Sede e n.3
della gerarchia ecclesiastica, subito dopo il papa e il
segretario di Stato.
Ecco il resocondo giornalistico del
quotidiano “Avvenire”, organo cattolico della Santa Sede: “È durata circa un’ora la lettura della sentenza con cui ieri
mattina – la mezzanotte in Italia – a Melbourne un giudice del
tribunale dello Stato di Victoria, Peter Kidd, ha condannato il
cardinale australiano George Pell a sei anni di reclusione, per
aver commesso abusi sessuali su due tredicenni. Pell, che
compirà 78 anni a giugno, dovrà scontare almeno 3 anni e otto
mesi in carcere prima di poter chiedere di usufruire del regime
di libertà condizionale”.
E ancora:
“Cinque i capi di accusa di cui è
stato riconosciuto colpevole: uno stupro e quattro molestie sui
due ragazzi. Tutto si sarebbe svolto nella Cattedrale di
Melbourne nel 1996, quando Pell aveva 55 anni ed era pastore
dell’arcidiocesi da un anno: al termine di una Messa domenicale,
l’allora arcivescovo avrebbe abusato sessualmente in
sacrestia di due ragazzi
del coro. Poi una violenza si sarebbe ripetuta su uno dei due,
sempre in Cattedrale, al termine di un’altra Messa domenicale”.
Viene spontaneo chiedersi, questi raptus sessuali, chissà per
quale motivo avvengono proprio al termine della messa, quando la
stessa funzione religiosa con l’ostia consacrata dovrebbe
predisporre l’animo del celebrante al pensiero dell’ultima cena
di Gesù, (consustanziale presenza in quell’ostia)…in procinto
della sua morte, di cui la messa è simbolo e sostanza
eucaristica. Certo è che suscita ripugnanza il comportamento di
questo tipo di uomini di Chiesa. (n.d.r).
E il giornale Avvenire prosegue poi:
“…Queste due vittime,
rimaste anonime, una ha potuto testimoniare in tribunale, la
seconda è morta di overdose nel 2014.”
A pensare che il cardinale Pell,
incaricato direttamente dal papa Bergoglio, ai vertici della
Chiesa, si ritrova con una condanna del Tribunale come un
semplice ladro di polli, ma la cui colpa è terribilmente
ripugnante, con l’aggravante di averlo fatto dentro la chiesa e
con ancora indosso l’abito liturgico della messa. Ma ci sarebbe
inoltre da fare una semplice considerazione. E cioè, visto che
sono prima di tutto preti questi alti prelati, come hanno potuto
fare carriere quarantennali, senza mai confessarsi e prendere la
comunione. A meno che abbia assunto l’ostia consacrata senza
confessare i propri peccati…. oppure dandosi da solo
l’indispensabile assoluzione.
Oppure confessandosi da un confessore
condiscendente che anziché penitenza gli dà un’approvazione di
comportamento, il quale non ha voluto vedere gli abusi sessuali
su dei ragazzini come peccati gravi, ma solo come innocenti
passatempo. Qui c’è qualcosa che non torna secondo la morale
cattolica ed il Vangelo. E noi dovremmo inginocchiarci davanti
ad elementi del genere, per il perdono di qualche innocente
mancanza, chiedendone l’assoluzione, pieni di pentimento e
sincera contrizione, quando da parte loro si trascinano dietro,
nella propria animaccia, per decenni, peccati grossi come
macigni? Non so se mi spiego! Non considerando anche le prediche
piene di ipocrisia, di tali prelati, contro peccatori, tra i
quali, ai primi posti con l’anima sporca ci stanno proprio loro
stessi.
Riflettiamoci un attimo per capire che
non si può fare finta di niente.
Non si tratta di voler giudicare, ma
il rimanere indifferenti al peccato significa come è sempre
stato detto che
pur
non volendo si diventa complici del peccatore, come abbiamo
dimostrato.
___________________
P.S. Diverse copie di queste lettere sono a disposizione nella
chiesetta, per chi ne cercasse qualcuna.
___________________
Il Prof. Vincenzo Allevi, (già
Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La
Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in
proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano,
Largo Padre Pio, n.4, per la Pasqua del mese di Aprile 2019.
Presto in Internet,
col nome di Maria
Giacobetti.----------------------------------------------------------------------
LETTERA N. 38, DEL MESE DI
APRILE 2019
AGLI AMICI DI MADRE MARIA
GIACOBETTI
e, per conoscenza:
A SUA ECCELLENZA IL
VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Le errate convinzioni dei protestanti; in particolare
dei Testimoni di Geova sulla Bibbia. Il grave errore di credere
tutto alla lettera. Nel primo libro di Samuele, si dice che Dio
aveva ordinato di uccidere tutto il popolo degli Amaleciti,
compresi donne, bambini, lattanti e anche tutti gli animali
domestici. Cosa che il re Saul si rifiuta di fare. Perciò viene
destituito, morendo nello stesso giorno. Un cenno ai meriti,
valori, ma anche alle ipocrisie dei gesuiti, pure come
persecutori degli ebrei. Le preghiere di Padre Pio e di Madre
Maria che salvarono mio padre in Germania, durante la seconda
guerra mondiale. Posso testimoniare che Maria sapeva diverse
cose del destino personale di molte persone, come succedeva a
Padre Pio. Ultimo tema, Il menefreghismo mostrato finora del
nostro vescovo D’Ercole, sulla stessa via dei due suoi
predecessori, riguardo alla nostra santa.
Cari amici e fedeli di Madre Maria,
generalmente
succede un po’ a tutti, in certi momenti, di trovarsi impelagati
in una serie di discussioni e diatribe di natura politica, in
cui ognuno crede di avere personalmente ragione, in base alle
proprie convinzioni.
Ciò viene complicato ogni giorno anche dal
bombardamento di notizie ed informazioni varie, tra una
selva di annunci e messaggi pubblicitari, in cui è difficile
raccapezzarsi, pur avendo le idee chiare su quanto da noi
pensato.
Le discussioni in cui mi trovo
impelagato io non sono quasi mai di natura politica, bensì
piuttosto di natura religiosa.
Il fatto che io scelsi, al tempo della
mia giovinezza, di laurearmi negli studi di filosofia delle
religioni, mi porta a prediligere queste tematiche invece che
altre, oggetto dei miei dibattiti.
Da
qui l’evento di trovarmi spesso a scontrarmi con convinzioni di
fede protestante. ed in particolare coi Testimoni di Geova, per
il loro fanatismo, perché non comprendono, negandola, la nostra
venerazione dei santi. Non riconoscono la presenza delle
stimmate in molti di questi mistici che le hanno portate per
un'intera vita. Sono capaci addirittura di negarne l'esistenza
fisica, come se non ci fossero mai stati. Negare l'esistenza di
San Francesco, Caterina da Siena,
Teresa d'Avila, Katarina Emmerich, Padre Pio, Maria
Giacobetti ed altri santi
è come negare l’esistenza della propria vita, come se noi
non fossimo mai nati. E’ una forma di pazzia umana, quella dei
Testimoni, davvero inguaribile.
Un altro comportamento assurdo è
quello di prendere tutto il libro della Bibbia alla lettera,
come se ogni parola fosse veramente, una per una, dettata da
Dio. Su questo bisogna prendere esempio dagli ebrei, che
riconoscono molta parte
di questo sacro testo come resoconto
della vita del proprio popolo nel corso dei secoli. Un
excursus della propria storia con tutti i pregi e i difetti di
ogni altro popolo al mondo che ha dovuto
lottare strenuamente per la propria sopravvivenza.
Al contrario, i Testimoni di Geova
non
sanno, non
vogliono e non riescono a capire che il termine di sacro testo
non significa e non può significare che gli argomenti ivi
narrati siano costantemente dettati da Dio.
Voglio portare un esempio classico di
quanto sia assurda quella credenza, riguardo a parole e concetti
che sarebbero stati espressi, essi dicono, direttamente da Dio.
Prendiamo dalla Bibbia il primo libro di Samuele, profeta e
ultimo giudice di Israele, dopodiché fu, proprio dalle sue mani,
unto il primo re nella persona di Saul, poi destituito, per
consegnare lo scettro a David.
In quel periodo c'era un popolo nemico
acerrimo degli israeliti. Erano gli amaleciti (detti anche
amalekiti o anche agaghiti dal nome del loro re Agag), insieme
ai madianiti e altri duri avversari degli ebrei.
Samuele predicò discorsi di
distruzione, sterminio e morte per questi nemici, con parole
talmente crudeli che è impossibile credere che Dio possa aver
pronunciato frasi del genere. Riporto qui testualmente le
precise parole della Bibbia. …Samuele dice queste testuali
parole:.....
Ora ascolta la voce del Signore.
2
Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha
fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando
usciva dall'Egitto.
3
Và dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli
appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma
uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore,
cammelli e asini».
Una tale spietatezza, di uccidere anche i lattanti e tutti gli
animali domestici, non si troverebbe neanche nella mente del
peggiore dei criminali più incalliti, figuriamoci se nello
spirito di Dio.
Il re Saul non obbedì a un tale ordine, ma fu destituito dal
profeta, perdendo contemporaneamente anche la vita.
E tornando a noi, io mi rifiuto fermamente, come cristiano e
cattolico, di credere che Dio possa aver dato un ordine del
genere, indubbiamente nato nella testa di Samuele, pur con tutto
il comprensibile odio verso un nemico altrettanto spietato. Non
c’è altra spiegazione. Ma vai a farlo capire a questo tipo di
protestanti tanto cocciuti. Ho voluto fare questo accenno a un
passo della Bibbia perché nessuno di noi si lasci influenzare
dalla propaganda protestante, nonostante gli enormi scandali che
quasi ogni giorno balzano dall’interno del mondo cattolico,
verso i quali siamo noi per primi a dovercene far carico con
l’impegno di combatterli senza sosta.
Un altro tema che mi sono trovato a dibattere riguarda il ruolo
dei gesuiti all’interno della Chiesa cattolica. E’ un argomento
talmente complesso e complicato che è difficile esprimerlo con
poche parole.
Se ci provo in poche righe è perché mi è stato richiesto da
qualche amico che mi ha posto il quesito di dire due parole tra
queste modeste lettere che scriviamo per amore di Madre Maria.
E forse anche perché il primo gesuita a diventare papa nella
storia dei Pontefici è proprio questo che c'è adesso. Cioè papa
Bergoglio, che si fa chiamare Francesco.
E perché la mia fede in Madre Maria è così piena anche di
affetto personale che mi viene da piangere per commozione, al
pensiero che Maria conosceva moltissime cose pur non avendole
mai lette o studiate. E’ quello che succedeva anche a Padre Pio
e a Natuzza Evolo, sia in confessionale o privatamente. Parlava
e comprendeva diverse lingue straniere, antiche e moderne. Un
miracolo caratteristico di molti santi.
Ricordo come fosse adesso quando Maria, su sollecitazione di
mamma, mi spronava a studiare e a non abbandonare la scuola. Mi
diceva spesso…..Vincenzo, ha ragione tua mamma, e ti
raccomando anche io, studia, perché è e sarà importante per la
tua vita.
Ho raccontato in una precedente lettera il particolare delle
parole che una volta Maria disse a mia madre in un periodo che
non volevo più andare a scuola. Le disse …..Vina, Vincenzo
cambierà proprio all’interno di una scuola, non ti
preoccupare!...... E così avvenne circa dieci anni dopo. E
pochi sanno che oltre a questo, cioè alle buone parole dette ai
vivi, Maria parlava anche con le anime dei defunti, esattamente
come faceva Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, in Calabria.
Sempre al fine di redimere le persone, dando ottimi consigli a
tutti.
E ora dovremmo far cenno al mondo dei gesuiti. A premessa
diciamo subito che non è facile trattare un argomento così
difficile. Dato che diversi pontefici ci hanno messo le mani,
sia in senso positivo per farli nascere o rinascere, i gesuiti,
sia in senso negativo per sopprimerli, come ordine sacerdotale.
Io, nel mio piccolo, non ho simpatia per i gesuiti. Non mi
piacciono proprio, per i loro difetti, pur tra tanti pregi,
soprattutto nelle missioni, intraprese da un continente
all’altro, dalle Americhe alla Cina e all’estremo oriente, dove
molti di loro ci hanno lasciato la vita per diffondere il
Vangelo.
Quando Ignazio di Loyola, (di origine basca, nel mondo
ispanico), insieme ad alcuni compagni, dopo una vita di soldato
combattente, e dopo che una palla di cannone gli fracassò la
gamba destra, per cui rimase zoppo per tutta la vita….fondò
quell’ordine sacerdotale chiamato “Compagnia di Gesù”,
nel 1534, all’interno della Chiesa cattolica c’erano fortissimi
contrasti col mondo delle monarchie, ma soprattutto tra
l’autorità del papa e quella dei cardinali, per questioni
liturgiche….. ecc….ecc…...In queste rivalità lottavano tra loro
i frati francescani, i domenicani, gli agostiniani ed altri,
tanto che troppo spesso il papa di turno non sapeva che pesci
prendere. Ignazio allora (poi fatto santo) sentì il bisogno di
fondare un ordine, in cui si cancellasse ogni contrasto,
mettendosi agli ordini del papa, come fosse personalmente Gesù
Cristo in persona. Infatti, io spero di riuscire a sintetizzare
in poche parole l’intenzione di Ignazio….Egli diceva che mentre
gli altri ordini religiosi potevano eccellere, cioè primeggiare,
in tante qualità e virtù, i gesuiti invece dovevano eccellere in
una sola qualità; l'obbedienza piena, totale, esclusiva,
indiscussa e irreversibile, alla persona del papa. Perinde ac
cadaver….cioè passivo come un cadavere che non reagisce
minimamente. Anzi, porto un esempio del come ragionava Ignazio
riguardo a questo tema. Se io vedo una cosa di colore bianco,
mentre il papa mi dice che quella cosa è invece di colore nero,
io devo fermamente convincermi che i miei occhi mi ingannano, ed
è vero che la cosa è nera come dice il papa e non come dico io.
Purtroppo, però per questa via sono state predicate dai gesuiti
cose assurde, contro il progresso e a favore delle vecchie e
corrotte monarchie, come quando affermavano che ogni monarca
aveva ricevuto il potere direttamente da Dio. Minacciando
scomuniche e l’inferno per chi non la pensava in quel modo.
Furono anche quelli, i gesuiti, che si scagliarono violentemente
contro gli ideali della rivoluzione francese. Cioè a dire contro
ogni forma di stato moderno, e cioè contro la democrazia e il
suo motto di…... egalité, fraternitè, Libertè.
Questo perché la rivoluzione francese aveva cancellato ogni
privilegio dei nobili e del clero, che sfruttavano ogni goccia
di sudore del popolo, succhiandone il sangue giorno dopo giorno,
fino a quando si ribellò per la fame e le privazioni e anche
alla faccia degli odiosi gesuiti.
Insomma, le buone e sante intenzioni di Ignazio di Loyola alla
fine vennero completamente rovesciate, mettendosi la “Compagnia”
al servizio dei ricchi e dei potenti. Anche se molti missionari
diedero la vita per il Vangelo, come avevamo detto.
Riassumendo quindi, tutti
quelli che ne fanno parte sono sacerdoti che hanno aderito a un
determinato programma di comportamento e di vita in cui si
distingue l’impegno già detto dell’assoluta obbedienza al papa.
Alcuni pontefici li hanno riconosciuti, sostenuti e promossi.
Altri no.
La crisi con la reale corte cattolica dei Borboni stava venendo
a capo: espulsione dei gesuiti dal Portogallo, prima
dell’elezione di Clemente XIV); dalla Francia nel 1764; dalla
Spagna e da Napoli nel 1767; dal ducato di Parma nel 1768.
Dopo la sua elezione Clemente XIV prese decisioni forti ed
umilianti nei confronti della Compagnia, con lo scopo di placare
i suoi nemici. Ma le pressioni politiche erano incessanti ed
alla fine il Papa soppresse l'Ordine, con la bolla….Dominus
ac Redemptor…. del 21 luglio 1773, per ragioni che non rese
pubbliche. Ma le espulsioni da tutti questi stati dimostrano che
i gesuiti erano diventati troppo potenti ovunque, minacciando
gli stessi regnanti.
Riepilogando, Papa Paolo III, all’inizio, li mise in vita
formalmente con la Bolla ….Regimini militantis. Poi, il
papa Clemente XIV soppresse l’ordine nel 1773, con la Bolla ...Dominus
ac Redemptor. Successivamente Pio VII, nel 1814, li riportò
in vita, con la Bolla….
Sollicitudo omnium ecclesiarum.
Io, come cristiano cattolico, non ho simpatia per i gesuiti. Ma
tutti devono riconoscere lo straordinario valore e dedizione che
hanno mostrato come missionari in ogni parte del mondo, pagando
alcuni anche con la vita.
Non bisogna però dimenticare che furono parecchi gli stati che
li cacciarono via fuori del proprio territorio, compreso il papa
che ne sciolse l’Organizzazione. Ricordando anche il particolare
della frase che il preposito generale della Compagnia, Lorenzo
Ricci, disse al pontefice, riguardo all’esistenza o meno dei
gesuiti:.......sint ut sunt, aut non sint.
Cioè a dire….siano come sono, altrimenti non ci siano.
Nel senso che la Regola che li ha generati è quella che è, non
riformabile.
Un’altra pecca dei gesuiti per me odiosa e ripugnante è quella
di aver perseguitato gli ebrei con ogni forma di calunnia. Con
terribili articoli e vari scritti. Specialmente durante e dopo
la rivoluzione francese, come se a ribellarsi ai nobili e al
clero non fosse stato il popolo francese, bensì per colpa degli
ebrei. Questo odio contro gli ebrei sappiamo bene cosa ha
portato con gli accordi tra la Chiesa e il fascismo, e,
indirettamente, anche col nazismo, per il gioco delle alleanze,
fino a quando in accordo con Hitler, Mussolini (insieme a quel
nano del re Vittorio Emanuele che le approvò) promulgò le
nefaste leggi razziali, nel 1938. Sorvoliamo qui su quanto poi
successe con il cosiddetto olocausto. Mio padre in quel
tempo era andato a lavorare in Germania. Con la caduta di
Mussolini poi gli italiani diventarono tutti nemici. Il mio
babbo si salvò, tornando miracolosamente vivo, per le preghiere
di Padre Pio, che Madre Maria più di una volta confermò anche a
mia mamma, col sorriso e fede nel Santo. Maria che portava le
stimmate anche lei, quando parlava di Padre Pio si commuoveva,
facendosi il segno della croce.
E a voler raccontare questi fatti così vivi e veri ai preti e a
questi nostri vescovi è tempo sprecato perché non vogliono
neanche starti a sentire, come diverse volte è capitato a me. Ma
che ne sanno (voglio dire apertamente quello che penso) ….che ne
sanno ….questi minorati mentali…della storia di Madre Maria e
dei santi. Ed è vero quando io dico che sono dei miscredenti.
Quante volte ho notato una specie di avversione in diversi preti
al solo accenno al nome di Padre Pio. Ma questi sono elementi
che anziché convertire la gente, in realtà fanno perdere la
fede, con il loro menefreghismo.
Così è. E noi restiamo in attesa di una risposta dal vescovo
D’Ercole …sulla via di Damasco….Una risposta che non verrà mai, neanche come
gesto di cortesia verso degli sconosciuti; da lui, poi, che è il
nostro pastore coi suoi preti. E dicono essi che ci vogliono
bene come vogliono bene al prossimo. Ma piuttosto che siano meno
ridicoli, che è meglio.
Sarebbe da rispondere a loro, preti e vescovi, col motto dei
gesuiti……si sunt ut sunt, melius non sint….. Se sono
come sono, è meglio che non ci siano. _____________________
Maria
Giacobetti.
LETTERA N. 37, DEI MESI DI
FEBBRAIO-MARZO 2019
AGLI AMICI DI MADRE MARIA
GIACOBETTI
e, per conoscenza:
A SUA ECCELLENZA IL
VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Qualche domanda a
sua Eccellenza – Il triste caso di due malcapitati.
Cari amici e fedeli di
Madre Maria,
una delle
frasi più incisive che io ho usato nella precedente lettera
numero 36, sempre in riferimento all’amorosa venerazione che
abbiamo verso i santi, particolarmente stigmatizzati……. come
Padre Pio e Madre Maria………. è la seguente:……. Dio ce ne
liberi dei preti (riguardo ovviamente alla finora
mancata beatificazione della nostra mistica)......perché si
comportano come i nostri peggiori nemici.
Ma è la verità! Perché ad
eccezione di Don Basilio e Don Alessio, avete mai visto qualche
altro sacerdote farsi vivo a Valle Orta, anche solo per una
breve visita, presso la nostra chiesetta?
E’ la triste eredità di
quel beffardo, miscredente del Morgante ….. passata direttamente
a Montevecchi e poi a D’Ercole …..come fosse un timbro di
irreligiosità e di menefreghismo. E‘ un’abiura che si perpetua
da un vescovo all’altro. E sono pure convinti di decidere loro
su tutto …. gli illusi; senza di dover fare i conti con Dio
Padre, Gesù e la Madonna che alla fine decidono dei nostri
destini………...Ma non certo queste bugiarde marionette in tonaca
paludata.
Assumere una veste
sacerdotale dà maggiori responsabilità di vita e di
comportamento, ma non perché diventi un rifugio ai propri vizi e
riprovevoli tendenze.
Sulla incomprensione ed
avversione verso i santi…...abbiamo sempre come esempio Padre
Pio.
Nei primi tempi, quando
risultarono visibili quelle sue ferite …... nell’alto clero del
Vaticano si pensò subito ad un allontanamento del santo frate,
poiché temevano sorgessero scandali, quando gli scandali erano
veramente essi stessi …..i vertici del clero Vaticano. Sappiamo
bene com'è andata a finire tutte le cattive intenzioni dei
nemici di Padre Pio,
…...perché sono stati sconfitti….. lasciando di loro stessi un
ricordo odioso e deplorevole.
Succederà così anche per Madre Maria. La nullità delle
persone che l’hanno sempre avversata (già opportunamente
segnalata a Roma, comprese alcune notizie su un ambiguo e
screditato prete dei d’intorni)..... resterà stampata con timbro
indelebile nella storia di questo suolo Piceno. Non servirà a
nulla segnalare cose a Roma? Forse! Intanto noi lo facciamo
presente. Succede anche ad alcuni che i loro vizi prima o poi li
tradiscono, facendoli finire incriminati, o addirittura
direttamente in galera, se prima essi stessi non gettino la
tonaca alle ortiche.
L’importanza per noi è
comunque frequentare la chiesetta……………………...
Abbiamo posto
semplici domande a sua Eccellenza Giovanni D’Ercole, che
riportiamo qui dalla lettera numero 36. E cioè:
1°) Ha mai letto lui la
relazione medica su Madre Maria?,
2° Se si, che cosa ha
pensato di farne? E se non l’ha letta perché finora non lo ha
fatto?
3° Vuole, oppure no, darci
una risposta al riguardo? Vuole fare qualcosa oppure no in
risposta a queste domande? Insomma, si o no. Ormai è bene che
finisca questo totale silenzio con qualche paroletta di
convenienza.
E senza alcuna risposta
ripeteremo la domanda all’infinito.
Presumibilmente ora ci
attenderemmo una risposta. Sarebbe cosa normale, ma non è così,
perché questa non è gente normale, essendo piena di astuzia e di
diffidenza nel Prossimo. Infatti essi (cioè preti e vescovi ……
(generalmente del nostro territorio…) praticano esattamente
l’opposto di ciò che predicano.
Per questo vi anticipo io
la risposta del vescovo …...Non ci darà nessuna risposta. E’ una
tecnica antica: fare finta che l’interlocutore non esista, fino
a quando si stanca e non chiede più nulla. Però, fino a quando
non arriva la morte o l’oscurità mentale….io, con tutti gli
amici di Madre Maria, che le vogliono veramente bene …. siamo
sempre qui. Il vescovo può usare tutto il silenzio che vuole. Un
silenzio che alla fine gli si ritorcerà contro. Perché un
qualsiasi vescovo che non rispondesse a temi religiosi, non
sarebbe un vescovo, bensì un ipocrita ciarlatano, che fa
carriera per interessi materiali.
Sarebbe questa la missione
sacerdotale e l’amore del Prossimo in questi individui?
Ai tempi della mia
adolescenza siamo stati davvero fortunati in Ascoli ad avere
come guide spirituali tre sacerdoti santi: Don Laerte, Don
Vittorio e Don Virginio Cognoli. Oltre ad aver preso la mia
prima comunione dalle mani di Padre Pio, con la presenza
costante di Madre Maria nella mia famiglia.
Ed ora riflettiamo su un
punto. Se si ha la necessità, allora la roba fatta da Maria,
come il palazzo, torna utile per qualunque attività. Di Don
Ciabattoni, della Curia, dell’Unitalsi. Altrimenti Maria è come
non esistesse o non fosse mai esistita, come figura umana e
mistica.
E circa il quesito delle
stimmate dovrebbe essere il clero a venirci a sostenere e
ispirarci nella fede tutti noi. Invece è esattamente il
contrario. Siamo noi che corriamo dietro a dei preti e vescovi
totem, che sono sempre
impicciati in altri affari. Ma è mai concepibile un
comportamento tanto irreligioso
in questa gente in tonaca. Volete un esempio? Guardate Padre
Pio! Mentre convertiva alla fede migliaia e migliaia di persone,
il clero vaticano anziché sostenerlo nell’opera di
evangelizzazione………lo rinchiuse prigioniero in una stanza per
qualche anno, impedendogli perfino di dire messa e soprattutto
di svolgere la santa missione per la quale Gesù ce lo aveva
mandato: convertire i peccatori. A Madre Maria è successo la
stessa cosa. Vescovi e preti ignobili, impegnati a regalare
palazzi della Diocesi e in altri loschi affari, moralmente
proibiti e peccaminosi l’hanno perseguitata e seguitano ancora a
perseguitarla, anche da parte di qualche prete vile ed apostata.
Che provasse qualcuno a dire che tutto questo non è vero,
compreso l’ultimo grande furto a danno di due poveri malcapitati
che hanno ceduto (ad un astuto prete, dietro false promesse, poi
puntualmente non matenute),
soldi liquidi pari a
centinaia di migliaia di euro. Non sto scherzando, perché sono
persone da me conosciute col più anziano, esattamente 65 anni
fa. Se mi avessero detto qualcosa li avrei sconsigliati e quindi
salvati.
Ora, affinché non vi
sembri un’esagerazione vi dico che un tecnico ha valutato quella
somma ceduta al prete, del valore di 5 (dico cinque)
appartamenti di media grandezza, all’interno della città di
Ascoli Piceno, nel cui centro opera questo infame prete.
Questi due malcapitati,
come potevano disporre (ci si può chiedere….) di tanta liquidità
nelle mani? Essa fu data da un risarcimento statale per cause di
morte. E il fiuto di quella volpe in tonaca è stato infallibile.
E quando mai gli sarebbe più capitata una tale occasione, di
trovare due polli così grossi?
Comunque il fatto è recente, di poco tempo fa.
I due soggetti truffati,
svegliatisi subito, dopo le false promesse, sono andati di corsa
in Curia vescovile per cercare di recuperare almeno qualcosa.
Viaggio inutile. Praticamente sono stati due agnellini andati a
chiedere giustizia nella tana del lupo. Mi dispiace che io non
possa riferire alcune precise parole. Ma posso tranquillamente
dire che sono stati pure presi in giro. E mi assumo ogni
responsabilità per quanto narrato nella presente lettera.
Mi fermo qui in questo
breve scritto, perché risalti meglio in quali mani clericali
siamo caduti. Ed è come vedere in televisione fatti incredibili,
quali il caso di un derubato che finisce in galera, mentre i
ladri sono totalmente liberi. Qui invece il prete ingannatore è
beneamato, mentre le vittime sono danneggiate e sbeffeggiate.
Dato forse il proverbio …..
che se non ci fossero i
fessi, come potrebbero vivere i truffatori…….?
______________
Il Prof. Vincenzo Allevi, (già
Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La
Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in
proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano,
Largo Padre Pio, n.4, nei mesi di Febbraio-Marzo 2019. Presto in
Internet, sempre col nome Maria Giacobetti.
LETTERA N. 36, DEL MESE DI
GENNAIO 2019
AGLI AMICI DI MADRE MARIA
GIACOBETTI
e, per conoscenza:
A SUA ECCELLENZA IL
VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: L’assurda volontà del Papa e
di alcuni cardinali di riformare la preghiera del Pater Noster,
che Gesù ci ha insegnato, e tramandato particolarmente col
Vangelo di San Matteo. Anche noi vogliamo dimostrare la
stupidità di una tale iniziativa che per fortuna pare stia
tornando indietro per la giusta e forte opposizione di molti……
La grande delusione che ci giunge dal vescovado di Ascoli
Piceno, riguardo alla figura di Madre Maria. Imprevedibilmente
dalle nostre speranze per un ufficiale riconoscimento di
beatificazione della nostra mistica, portatrice di stimmate, il
vescovo Giovanni D’Ercole ha scelto la via peggiore davanti al
problema: quella di Ponzio Pilato. Se ne lava semplicemente le
mani e non gliene frega niente delle stigmate. Dopo ben 36
lettere dove abbiamo raccontato di tutto sulla vita di Maria e i
suoi miracoli,(compreso il contributo delle pubblicazioni di Don
Igino Ciabattoni) il vescovo è rimasto completamente
indifferente. Non si sa se ha letto la relazione medica
relativa. E tra un prete Barabba e una stigmatizzata amatissima
ha scelto la posizione dell’ignavia e del silenzio. Io, nel mio
piccolo, l’ho sempre difeso e seguiterò a farlo. Però la stima
verso di lui è morta e sepolta. So anche che non gliene frega
niente. Ma come me la pensano in molti. Sappiamo anche che col
menefreghismo e non con la verità si fa carriera più
velocemente. E’ venuta anche l’ora di dire la verità sulla
indifferenza, ignavia e menefreghismo della Curia vescovile
ascolana nei riguardi della figura della nostra cara mistica
Madre Maria. Si cita spesso l'Unitalsi. Ma l’Unitalsi fa quanto
previsto nei redditizi viaggi del suo mestiere………. contando
soldi in continuazione, tra numeri di ammalati, accompagnatori,
assistenti sul piano medico. inservienti vari, guide spirituali,
tutti pieni di buona volontà. Ma tutti con la necessità di
nutrirsi, dormire, viaggiare……Basterebbe chiedere all’Unitalsi
quanto costa portare un malato a Lourdes, per rendersene conto.
Ciò non vuole essere una
critica, ma una constatazione. All’Unitalsi non gliene frega
nulla di Madre Maria e della sua ufficiale beatificazione.
Nessuno ha mai speso una sola positiva parola in favore.
Riguardo a ciò Dio ce ne liberi dei preti, perché, fatta qualche
eccezione, sono
i
nostri peggiori nemici. Pensiamo un attimo alla persona tanto
amata di Padre Pio. Ebbene, nonostante avesse già le stimmate
visibili e sanguinanti (dopo un certo periodo in cui esse erano
invisibili), per un lungo periodo lo hanno perseguitato a morte.
Proprio da vescovi (Gagliardi e Bortignon) e da diversi
monsignori (Maccari, Gemelli, Capovilla e altri…..). A Madre
Maria è successo la medesima situazione. Figuriamoci se questi
santi non avessero avuto le stimmate visibili. Li avrebbero
massacrati senza pietà. E a questa pessima gente in tonaca
dovrebbe apparire la Madonna? Ma siamo diventati matti?
Ma tanti a Valle Orta però
hanno utilizzato per un certo periodo l’edificio vicino alla
chiesa. A parte ora i drogati di Don Igino Ciabattoni, va bene
utilizzarlo e non lasciarlo morto, ma la riconoscenza per Madre
Maria non viene manifestata da nessuno, fatta eccezione di noi
che le vogliamo immensamente bene.
Lucrosi affari del clero, dopo le
promesse di riforma di papa Bergoglio della Banca vaticana IOR,
rimasta invece tale e quale al passato, sia per sua natura che
per illecite operazioni valutarie e riciclaggio. Inoltre,
riceviamo ogni giorno prediche di antipedofilia, ma anche qui è
tutto come prima. Mai nessun provvedimento drastico.
D’altronde, la scelta stessa del nome
Francesco nasconde a malapena la volontà di mettersi una veste
di fede e di
umiltà
le cui azioni invece scaturiscono sempre dallo stesso quadro di
potere politico-finanziario vaticano.
Cari amici e fedeli di
Madre Maria,
.
dopo la festa
del 23 settembre scorso, in cui abbiamo avuto anche la presenza
di Sua Eccellenza il vescovo, stavo personalmente componendo la
presente epistola numero 36, quando è venuto a
mancare……..morendo all'improvviso, all’età di 55 anni, il più
valido dei miei collaboratori: Maurizio Mancini. Un infarto lo
ha stroncato di colpo.. Purtroppo, nessuna cura è stata
possibile. E’ morto tra il 5 e il 6 di Ottobre all'età di 55
anni per un aneurisma dell’arteria aorta. Purtroppo, nonostante
la celerità dell'intervento è giunto cadavere al pronto soccorso
dell'ospedale di Ascoli Piceno. I suoi funerali si sono svolti
il giorno di lunedì
8 Ottobre. Che la nostra Maria interceda per lui presso il
Signore, per la sua salvezza.
Per me è stata non solo la
perdita di un amico ma anche un danno enorme
in considerazione del fatto che io ultimamente mi sono
ammalato di Parkinson e non riesco a camminare. Per questo
Maurizio si occupava di tante cosette pratiche. Mi aiutava
sistematicamente a distribuire le lettere davanti alla chiesa e
per tutti gli spostamenti.
Che i santi intercedano
sempre per i nostri bisogni. Preghino per il nostro bene, ma
certamente i santi non possono modificare il nostro destino e la
volontà del Signore che ha tracciato la strada nel cammino di
ognuno di noi. A volte le stesse malattie (che sono state un
vero calvario per tutti gli eletti, compresa la nostra Maria)
segnano un itinerario di vita diverso da quello che ci
immaginavamo per noi stessi. Molti giovani muoiono precocemente
anche in giovanissima età, mentre altri raggiungono il traguardo
dell’estrema vecchiaia. La nostra umana mente non potrà mai
spiegare nulla riguardo la fine della vita che ci è stata
donata.
Comunque, in ogni caso di
morte c'è sempre una causa concomitante o scatenante che la
determina. Maurizio, come tanti, compreso mio padre, (anche lui
scomparso a 55 anni) era un grande fumatore. In anni addietro,
anche se in modo un po’ più attenuato al presente si parlava
addirittura di un paio di pacchetti al giorno.
Un possibile aneurisma (e
anche l’ictus) se non ci sono troppe incidenze familiari, trova
nel fumo forse la causa principale di parecchi eventi di morte.
E non hanno mai voluto ascoltare l’esortazione a smettere. Il
fumo è tra le dipendenze peggiori.
E’ vero che i nostri
vecchi di un tempo come nonni, bisnonni, trisavoli fumavano
sigari toscani e durante la guerra anche foglie tritate di
alcune piante. Ma la differenza è notevole con la vita di oggi,
nel senso che molti lavoravano nei campi zappando tutto il
giorno, ossigenandosi ampiamente i polmoni. Se poi la sera, tra
una partita a carte e l'altra …...tra un bicchiere di vino e
l'altro….. fumavano poi un paio di sigari, ciò pare non causasse
grossi danni….alla…salute.
Ma per i giovani
l’esortazione è preziosa. Non fumare!
LETTERA N. 35, DEI MESI DI AGOSTO-SETTEMBRE 2018 Oggi un matrimonio così sarebbe proibito e da codice penale per laminore età della sposa. Ma se
è così che in quel tempo doveva nascere Anche Maria Valtorta di Viareggio ebbe diverse visioni. Di cui parleremo.
LETTERA N. 34, DEL MESE DI LUGLIO 2018
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Un problema grammaticale dei nomi – Aspetti poco edificanti nelle alte sfere ecclesiastiche – I santi non possono parlare, esprimendo giudizi, ma noi si – Un ultimo aneddoto sul vescovo Morgante - Rispetto e comprensione per i sacerdoti sani, per alcuni problemi ed i loro sentimenti – Gli eventi di Medjugorje – Posizioni del Vaticano sui luoghi di culto – Invito per iscritto al vescovo di venire a Valle Orta.
Cari amici e fedeli di Madre Maria, da una conversazione telefonica e dietro una specifica domanda inizio questa lettera in un modo piuttosto strano, nel segno di una banale regola grammaticale. In due parole, si tratta del come si debbano scrivere i nomi e gli aggettivi, con o senza lettera maiuscola. Anche l’attributo è un aggettivo di qualunque tipo (qualificativo, possessivo ecc..) che specifica una qualità del nome a cui si accompagna. Poniamo l’esempio della nostra Santa, Madre Maria. Le parole …..santa… papa…pontefice….maestro….sono nomi generici che vanno scritti con lettera minuscola. Ma se si riferiscono ad una specifica persona, il cui riferimento è sottinteso allora occorre la maiuscola. Ma c’è un uso promiscuo tra attributi, aggettivi, predicati, ecc. per cui è difficile a volte raccapezzarsi. Io ho scritto sempre madre Maria. C’è il nome espresso, per cui l’attributo…… madre… andrebbe in minuscolo. Ma se io dico….la nostra Madre di Valle Orta…… in cui il nome di Maria è sottinteso, ma mi riferisco ad una specifica persona, allora ci vuole la maiuscola. Ad esempio, anche i mesi dell’anno, unici e non confondibili con altri nomi, vanno scritti con lettera maiuscola. Però, mi è stato fatto notare giustamente ……perché allora scriviamo sempre….Padre Pio…..e non…..padre Pio? Per il fatto che ormai è talmente radicato l’uso di scrivere in questo modo che la regola grammaticale va a farsi benedire. Alla fine vince sempre il popolo, perché poi la lingua nasce dal popolo. E anche io mi adeguo seguendo il popolo. E’ giusto così. Perciò, d’ora in poi, scriverò sempre Madre Maria, così come scriviamo ….Padre Pio. Quindi, chi mi facesse osservazione è già servito anticipatamente. Ringrazio chi mi ha fatto questa domanda, perché sentivo che era necessario prima o poi un chiarimento al riguardo.
E ora andiamo al tema di argomenti che ruotano sempre nell'ambito della religione e della fede, nonostante che ogni giorno sentiamo disgrazie di qualunque tipo. A volte verrebbe voglia di staccare la spina televisiva e stare un po’ in silenzio. Diversi scandali ed avvenimenti obbrobriosi ci vengono purtroppo anche dall'interno della Chiesa. Noi preferiremmo sempre trattare e occuparci di cose buone e positive, per amore di Gesù e della Madonna che hanno lasciato Il segno delle ferite per l’intera vita sul corpo dei nostri Santi, (in particolare Padre Pio e Madre Maria). A dispetto di tutti i miscredenti. E già che ci siamo pensiamo per un attimo a che tipo di sacerdoti ripugnanti esistono all'interno della nostra Chiesa cattolica, come quel pedofilo, Monsignor Carlo Capella, arrestato e processato come un comune bandito all'interno del Vaticano e condannato a diversi anni di prigione. Non dimenticando quell’invertito di Monsignor Krzysztof Charamsa, addirittura membro della Commissione teologica internazionale ….. incallito a tal punto nel suo vizio che voleva addirittura “regolarizzare” la sua posizione di omosessuale, volendosi sposare col suo compagno e seguitando a fare il sacerdote. Si aggiunga pure che Papa Bergoglio in persona…… (stiamo parlando del Papa……mica di un campanaro qualsiasi….) ha affermato tranquillamente che in Vaticano, cioè ai vertici della Chiesa…. esiste una….lobby di invertiti…..E tu, come Papa, dico io, non vuoi scomunicarli immediatamente!!?? Permettendo a questi escrementi umani di salire sugli altari, dire messa e maneggiare le ostie consacrate? Ma ci rendiamo conto che tipo di puzzolenti soggetti si annidano ai vertici della Chiesa? I santi, per amor del prossimo, non possono aprire bocca né criticare nessuno. Ma ci sono anch’io, che non essendo santo, ma per amore della verità e di Madre Maria se c’è da dare qualche ulteriore calcio in culo a gente che è o è stata già sotto processo dei tribunali o della gente……io non mi tiro in dietro….perché io non ho paura di niente e di nessuno, fosse anche il Papa in persona. Questo perché la mia fede è al sopra di ogni cosa. E agli uffici e dicasteri di questi disgustosi elementi suddetti noi dovremmo poi chiedere il riconoscimento ufficiale delle virtù cristiane dei nostri Santi?? Ma siamo impazziti? Sarebbe come spargere un profumo sopra un cadavere in putrefazione. E dovremmo pure stare zitti, altrimenti si offendono. Ma alla fine mi chiedo …..chi ce li ha messi in questi alti posti, come….la Commissione teologica internazionale….? Chi li ha promossi a quel rango….se non quelle….lobby di dannati invertiti….sempre contro natura!? Ovviamente gli individui sani non fanno carriera perché non si prostituiscono! I santi non hanno mai potuto dire mezza parola storta su nessuno, tacendo sempre. Ma ci siamo qua noi a dire …pane al pane e vino al vino….senza giri di parole… E questi elementi (Capella, Charamsa e le lobby di invertiti) spendono quindi la propria vita non in meditazione e preghiera, bensì in atti ripugnanti contro natura su bambini, ignare creature vittime di questi orchi. Ma hanno scritto anche che il Vaticano lo ha richiamato in casa, il Capella, …. più per proteggerlo che altro. In America e Canadà avrebbe rischiato condanne quattro volte superiori. Lo hanno formalmente incriminato. Ma prima avrebbero dovuto ridurlo allo stato laicale, strappandogli di dosso quella veste sacra che ha profanato ormai da troppo tempo. Per me personalmente meriterebbe di essere fucilato, come chiunque faccia del male a dei bambini. E non è escluso che prima o poi possa anche ottenere il perdono dal Papa, come è già successo con altri, ricadendo probabilmente ancora nel suo orrendo vizio. Riguardo invece ai sacerdoti sani….io ritengo che sul piano umano si debba avere la massima comprensione per un qualunque sacerdote che si innamorasse di una donna, anche nel caso lei gli donasse un figlio. Da riconoscerlo legittimamente senza alcuna vergogna, purché frutto di un amore naturale e pulito, seguitando lui ad essere un ottimo prete nelle sue funzioni religiose. Tenendo presente che Gesù non ha mai imposto la castità a nessuno. Ma nella pedofilia siamo in un altro mondo: quello infernale dell'oltraggio ai bambini.
Un altro tema religioso importante è dato dagli avvenimenti riguardanti le apparizioni di Medjugorje nei confronti delle quali Papa Bergoglio seguita a mostrare il massimo dello scetticismo. Nel senso di non poter credere a tutti quei messaggi della Mamma celeste, ossessivamente ripetitivi negli inviti alla preghiera, alla fede, alla conversione e alla meditazione. L'avvenimento è unico nel suo genere e non si è mai verificato nella storia del cristianesimo un tale tipo di manifestazione celeste. Per la qual cosa si resta sconcertati. D'altronde negare tutto risulta difficilissimo poiché non si capirebbe per quale motivo alcune persone ormai adulte e quasi anziane dovrebbero mensilmente inventarsi discorsi religiosi a ripetizione. Riproponendo insomma le stesse esortazioni e gli stessi concetti già annunciati innumerevoli volte. E così il Papa non sapendo che pesci prendere ha optato per una mezza verità, nel senso di credere alle prime apparizioni, ma non credere a quelle successive. Ma anche qui ci si pone in una inspiegabile condizione. Come si fa a dire che la Madonna questa volta è apparsa e quest’altra volta no!? Inoltre, come si può spiegare un luogo dove milioni di persone si recano in pellegrinaggio e vi avvengono anche diversi miracoli? Credere o non credere? Una bella gatta da pelare! e così Papa Bergoglio per semplificare la cosa l'ha fatta invece diventare ancor più complicata. Tempo fa disse che i veggenti sono dei delinquenti. Oggi mostra di credere alle prime apparizioni, ma non alle ultime. Poi manda un monsignore, Henryk Hoser, arcivescovo emerito di Varsavia-Praga…….(che è piuttosto credente ai fatti di Medjugorje ……) come fosse un supporto…..insomma un sostegno di fede alla gente che la fede ce l’ha già in abbondanza e che manca invece proprio a quelli del Vaticano, i soli che avrebbero bisogno di sostegno. Nel contempo poi questo Papa, per scrollarsi di dosso qualche altro impiccio e per farsi odiare un po’ meno dai fedeli…..che cosa fa?? Toglie questa località delle apparizioni…..dalla giurisdizione dell’Arcivescovado di Mostar, governata fino alla morte (anno 2000) dal Monsignor Pavao Žanić ,...eternamente e ostinatamente contrario a credere a quegli eventi. E nemico giurato di ogni cosa riguardante quelle apparizioni. Aumentando così di fatto l’ostilità della Chiesa ufficiale slava, che ha sempre visto Medjugorje …..(pur volendola tenere sotto il proprio potere …..) come la più fastidiosa delle rogne. A tal punto che in altri tempi quei poveri frati sarebbero finiti bruciati sul rogo. Ma quale sarebbe il motivo di tanto odio pretigno?? Frati contro preti e preti contro frati?? E’ uno solo: i soldi. Mentre l’Arcivescovado di Mostar rimaneva povero in canna, senza neanche i soldi per le candele, a Medjugorje i frati e i veggenti cominciavano ad arricchirsi, per il sempre più intenso traffico turistico dei pellegrinaggi. Da qui è venuto l’odio. Ma non possiamo mica rammaricarci, dando pure la colpa alla Madonna se in qualche posto povero ogni tanto comincia a nascere un po’ di benessere!? Ma l’odore dei soldi ha cominciato a far venire l’acquolino in bocca al Vaticano. Al Papa….. della Madonna “postina” come lui l’ha definita perché porta i messaggi, insieme ai veggenti chiamati delinquenti…..non gliene frega niente. Ma quando cominciano le apparizioni ……dei soldi, le cose cambiano radicalmente. Ecco perché si sono ammorbiditi i toni davanti alle prime “apparizioni” delle carte da 500 euro. In Ascoli, ad esempio, col vescovo Morgante non c’è mai stato bisogno di apparizioni perché lui si è venduto i palazzi della Diocesi. E voglio raccontare un ultimo aneddoto su di lui…… Un giorno venne a far visita alla nostra parrocchia di Marino del Tronto. Stavamo tutti in chiesa. Presente il parroco Don Pietro Frastalli. Morgante, come al solito, teneva banco su tutto. Parlava sempre e solo lui. Non dava spazio a nessuno. Era proprio così di carattere. A un dato momento lo sguardo gli cadde sulla parete destra della chiesa (col viso rivolto verso l'altare). In una nicchia della parete c'è una statuetta di Sant'Antonio Abate con accanto un maialino, come simbolo della protezione di questo santo verso gli animali domestici. Ora, già dal catechismo, sappiamo tutti che ci sono due Sant'Antonio. Uno, Abate, protettore degli animali, che nacque nel 251 dopo Cristo, in Africa . E Sant'Antonio da Padova, nato a Lisbona, in Portogallo, circa mille anni dopo, nel 1195. Il quale venne a predicare a Padova. Disse Morgante: chi rappresenta quella statua? Don Pietro rimase allibito. A pensare che questo vescovo si presentava sempre come un grande teologo. E devo pure aggiungere (anche se nessuno ci crede), che più tardi, Montevecchi, fece lo stesso identico errore dicendo che quello era S.Antonio da Padova. Se fossimo stati in una scuola li avrei bocciati tutti e due, soprattutto in religione. E tornando a Medjugorje, c’è anche il fatto che il Papa ha cominciato ad aver paura di uno scisma religioso, cominciando a fare marcia indietro. Guardate come però sono i preti e gli ecclesiastici in generale. Da Lourdes, a Fatima, a Medjugorje non ci sono state persone con le stimmate. Però alla fine la Chiesa ufficiale ha ceduto e forse pure creduto. Con i Santi come la Emmerick, Padre Pio, Madre Maria…...in presenza delle stimmate di Gesù come sigillo di Dio sui loro corpi, allora si sono scatenati gli odi e le avversità. Valli un po’ a capire alcuni di questi miscredenti, duri avversari dei Santi, verso i quali non si vogliono covertire?! Loro parlano di prudenza. Ma nella realtà è mancanza di fede. Anche Padre Agostino Gemelli, amico personale di Papa Roncalli e ai vertici vaticani, parlava di prudenza quando disse che Padre Pio era un “isterico”. Guardiamoci attorno. A parte un paio di sacerdoti che vengono a dire messa nella nostra chiesetta, vedete voi qualcun altro che si avvicina a Valle Orta? Hanno il terrore che la gente li veda credenti in Maria. Perché credenti non sono, ma solo miscredenti. E’ vero quello che uno una volta mi disse: …..è più facile convertire un ateo che convertire un prete... Di alcuni aspetti delle gerarchie superiori poi è meglio non approfondire troppo, perché abbiamo già detto abbastanza. Un tema importante è anche questo. Siamo riusciti ad avere un input dalla Curia vescovile riguardo a una possibile visita di sua eccellenza il vescovo Giovanni D’Ercole a noi di Valle Orta. I dettagli potremo fornirli dopo il 7 luglio, d’intesa con l’amico Mario Grelli. _______________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Luglio 2018. E presto in Internet.
LETTERA N. 33, DEL MESE DI GIUGNO 2018
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Perenne ricordo di madre Maria, delle sue parole e delle sue previsioni sempre avveratesi. Avversità di alcuni ecclesiastici verso i santi. Alcuni casi di possessioni demoniache, nella esperienza di padre Gabriele Amorth. Finalità delle donazioni alla Chiesa. L’assenza dei giovani. Una previsione su di me di Maria avveratasi circa 8 anni dopo……... La grande delusione che per noi è stato Don Igino Ciabattoni. Breve excursus ai tempi di Gesù e della famiglia di Erode. Breve storia di un pontefice del passato: papa Formoso. Il ripetuto invito al nostro vescovo di farci visita.
Cari amici e fedeli di madre Maria, qualcuno comincia a chiedere sempre con spirito amichevole e con personale simpatia….. quanto tempo ancora potranno durare d’ora in avanti queste lettere in difesa della nostra Santa. Lettere semplici e modeste ma piene di affetto per madre Maria….. come pieni di affetto sono i suoi parenti più stretti, con tanti altri amici e fedeli che frequentano la nostra chiesetta o ci vengono in pellegrinaggio anche da lontano. Certo è che Maria non ha bisogno di noi, ma siamo noi che abbiamo bisogno di lei. Tempo addietro qualcosa si pubblicava in suo ricordo. E anche l’Unitalsi ha fatto scrivere alcune paginette, ma soltanto in rapporto ai viaggi a Lourdes, che sono il loro massimo interesse. Per il resto non c'è più niente che tenga viva la fiammella del ricordo della nostra Santa. Dato che ormai sono morti tutti quelli che l’hanno conosciuta. Anche se ciò che veramente conta è la presenza della gente alla messa, al rosario di Maggio e a tutte le ricorrenze stabilite. Io aggiungo anche che sarebbe sufficiente al meraviglioso ricordo di lei la sola presenza della sua tomba e della chiesetta da lei costruita. E non dimentichiamoci mai, per amore della verità, che furono i vertici della Chiesa a perseguitare l’altro Santo a noi tanto caro: Padre Pio. E ciò, fino all’arrivo del papa polacco. Così come fu il vertice della Chiesa ascolana a perseguitare per mezzo secolo la nostra Maria. Questi elementi persecutori, tutti uomini di Chiesa, sono rimasti pieni di odio, anche dopo la morte dei nostri Santi. Segno intangibile che sono posseduti dal Maligno. Dicono messa ed altre funzioni con l’abito che dovrebbe rappresentare Gesù, ma sono nelle mani di Satana. Non ci inganni il fatto che possano anche recitare qualche preghiera. La cosa non disturba più di tanto le forze infernali. Quante volte il demonio si è presentato con abito ecclesiastico, fingendosi anche papa! Non sono io a dirlo che occorrerebbe un vero e proprio esorcismo da parte di sacerdoti sani ed appositamente dediti al rito. Lo ha detto anche Padre Gabriele Amorth, scomparso nel 2016, che nella sua vita operò circa settantamila esorcismi. Per capire che il demonio possa diventare il grande seduttore anche di alcuni ecclesiastici basti riflettere sulle parole della Madonna a Medjugorje che invita sempre a pregare per i sacerdoti. Questo, anche nelle ultime parole del messaggio del 2 Giugno scorso, 2018. E chiediamoci anche per quale motivo nella maggior parte i giovani non vanno in chiesa? Perché non vedono spiritualità nelle folle abitudinarie delle cattedrali. Vedono dappertutto interessi finanziari…… Donare alla Chiesa è sempre cosa buona. Ma occorrerebbe fare ciò che fecero i primi apostoli a Gerusalemme: incaricare persone apposite alla gestione dei beni e dei bisogni, per l’assistenza ai malati, ai bisognosi, alle vedove, ecc…lasciando liberi gli apostoli per la predicazione e l’evangelizzazione. Ma soprattutto ridistribuire quei beni, coi loro frutti. Invece non è così.
Le Curie e gli apparati ecclesiastici, compreso il papa, diventano dei condomìni da amministrare. Poi ci sono vecchi, vecchiette e gente in solitudine che morendo lasciano ogni tipo di bene al clero, per cui i possedimenti si accumulano e bisogna amministrarli e farli rendere economicamente. E così, più si trovano impelagati nella finanza delle rendite, più si allontanano ….a divinis…..cioè dalle cose di religione a cui si sarebbero votati per la vita. E quell’aratro che impugnarono con decisione, in un primo momento, resta poi per sempre fermo e abbandonato. A pensare che Gesù aveva detto…..le fiere hanno le loro tane…e gli uccelli i loro nidi….mentre il figlio dell’uomo non ha di dove posare il capo….
Riguardo poi al famoso Don Igino Ciabattoni ……ci piange il cuore al pensiero che a lui interessava soltanto accaparrarsi la terra con l’edificio, come da sua richiesta alla Curia, (la quale lo liquidò con poche parole in lettera scritta). Perché se non fosse così, coi suoi occhi addosso alla roba…. ogni tanto lo avremmo rivisto a qualche messa nella chiesetta, dopo la sua partenza. Mentre invece è volato via senza ritorno….. invischiandosi della Santa e di tutti noi. E avrebbe soprattutto restituito tutte le carte di Maria che lui portò via e adesso non vuole darle indietro. Ma è mai possibile che ci si possa a volte fidare di gente comune, ma non puoi assolutamente fidarti di alcuni preti, frati o vescovi?? Perché quelle carte dovrebbero andare nelle mani dei nipoti di lei, quali parenti più stretti, e anche insieme ai terreni e alla costruzione. Dato che la Curia ascolana non sa che farsene di quelle proprietà. Donare alla Chiesa, abbiamo detto, è cosa buona. Ma occorrerebbe che la Chiesa poi ridistribuisse ai malati, ai poveri e ai bisognosi tutti quei beni, appunto come ai tempi degli apostoli. Invece non è così. Inglobano tutto, denaro, case, terreni, oggetti di valore…. e salvo qualche pasto caldo, insieme a un gelato offerto dal papa ai barboni di Roma (che hanno ben altri bisogni)…….. le ricchezze, i flussi finanziari, il denaro nelle banche…..aumentano sempre più…..Pensiamo a quando il simpatico papa Bergoglio sembrava facesse una grande rivoluzione. Macché! A parte il consiglio ai cardinali di avere un automobile ed un alloggio più modesti…… dei grandi metri quadrati di qualcuno……la banca dello IOR…..(Isituto opere religione) sta sempre al suo posto dai tempi di Marcinkus e peggio di prima, (dei Sindona, Calvi, Banco ambrosiano). Non pare proprio che questi tipi si occupassero dei bisognosi. Lo IOR fa quello che hanno sempre fatto le banche: prestare e riciclare soldi a usura. A pensare che la Bibbia proibisce severamente l’usura o prestito a interesse che è la stessa cosa. Così come operava l’altra banca, chiamata spudoratamente…. “Santo Spirito”, che nel 1992 si è fusa col Banco di Roma. Cambia il nome ma i padroni sono sempre gli stessi. In riferimento a un'altra nota del simpatico papa Bergoglio egli è solito a fine predica dire alla folla: “Buon appetito”. Qualcuno ha detto esplicitamente che quelle parole possono suonare ridicole. Per chi ha da mangiare è un augurio che va bene. Ma per chi non ha niente da mettere sotto i denti, dirgli ……Buon appetito!..... significa prenderlo per i fondelli. Sia detto con simpatia e senza offesa. E tornando a Don Igino Ciabattoni, e alla gestione dei drogati (che da noi devastarono l’edificio e i bussolotti della chiesa)….oggi sappiamo tutti che colossale “business” è quello, che pare renda più della droga. Lo hanno detto esplicitamente (come tutti sanno) i soggetti di quella che viene chiamata “mafia capitale”. Perciò, presentarsi a noi in veste di missionari, raccontandoci frottole, (mentre incassano fior di denaro) …..è tempo perso. E sono tanti quelli che vorrebbero passare per santi, ma sono però di ben altra natura. Elementi assetati e rapaci. Comunque, come Martino V fu un grande papa nei tempi suoi, così per molti di noi papa Ratzinger è stato uno dei più grandi papi del nostro tempo.... Per quello che ha scritto, che ha vissuto e che ha insegnato. Lo può capire …..( se lo capisce…?!) solo chi ha letto attentamente le sue encicliche. Ed essendo il primo papa nella storia del cristianesimo che ha dato le dimissioni a beneficio della Chiesa, per…….ingravescentem aetatem….. ciò ha un valore incommensurabile. Di Maria ci sarebbe tanto ancora da raccontare. Peccato che Don Igino Ciabattoni non voglia ridarci le carte e copie di lettere in mano sua. Però, desidero riferire ora nella presente un breve incontro con Maria a cui se ricordo accennai in una precedente lettera. E’ un semplice saluto di un giorno, all’età di ragazzetto, in cui andai a trovare mamma che era andata da lei, in Via Niccolò IV, presso la Signora Marini. Niente di particolare. Però ricordo quell’atmosfera di affettuoso senso materno con cui sapeva avvolgerti ogni volta che la incontravi di persona, sempre con un’aria bonaria e sorridente. Dopo essere entrato in casa stavo fermo su di un pianerottolo interno, quando da una porta si affacciò Maria. Mentre le dicevo semplicemente….scusa Maria, volevo dire una cosa a mamma…lei mi saluta…..ciao Vincenzo, dimmi un po’ come vai a scuola… Risposi….insomma! Ma in realtà andavo malissimo. La media dei voti era 4 su tutte le materie. Era l’età difficile dell’adolescenza. A scuola non ci andavo quasi mai. Sempre a zonzo. Mettevo sempre la firma falsa di mio padre sul libretto delle assenze. Mamma si raccomandava a Maria di rimproverarmi. Dalla quale ogni volta ricevevo invece calorosi sorrisi di amicizia. Mamma era preoccupata. Ma Maria più di una volta le diceva…..Vina, stai tranquilla, vedrai che Vincenzo cambierà. E cambierà proprio dentro una scuola. …....Ma allora non capivamo il senso di quelle frasi. E mentre stavamo scambiando ancora qualche parola Maria per un attimo si fece piuttosto seria. Ma torna subito a sorridere, dicendomi ……..Vincenzo, non avere paura!.....stai calmo e non avere paura! In quel momento rimasi un poco frastornato, perché non capivo che volesse dire….non avere paura. A me della scuola non me ne fregava proprio niente, figuriamoci se potesse farmi paura. Anzi avevo proprio in mente di lasciarla la scuola, (contro il parere di Maria) per andare a lavorare con mio padre, anche se fare il calzolaio non è che mi entusiasmasse molto. Stavo per rispondere…….Maria, la scuola non mi piace, sono sincero… quando in un attimo arriva una scossa di terremoto veramente forte. Mamma tremava, pensando a casa e alle mie sorelle, ma Maria ci rassicurò che per quella volta tutto era finito. In seguito abbiamo più volte ricordato quella paura, sorridendo. Ma solo più tardi capii le parole…non avere paura. Si riferiva al terremoto che stava arrivando e non alla scuola. Comunque, c’è il piccolo particolare che lei sapeva prima ciò che sarebbe accaduto. Questo è sicuro. Ma c’è un altro particolare per me importante. Maria aveva detto……Vincenzo cambierà proprio dentro una scuola…..Ma per quanto rimuginassi non riuscivo a capire il significato di quelle parole, sapendo bene che Maria non parlava mai a vanvera. Passarono così degli anni, alla fine per non fare il calzolaio, mi arruolai nella Guardia di Finanza. Ma la vita militare mi pesava più della scuola. Un giorno a Roma, all’età di ventitre anni, ricevemmo l’ordine di indagare sul bilancio di una scuola. Dovevamo essere in due. Il mio collega tardava. Per non annoiarmi seduto in un corridoio, entrai in un’aula piena di alunni. Una giovane professoressa stava facendo lezione di filosofia. Vedendo me in divisa, rimase un momento muta. Ma io le dissi subito…….mi scusi professoressa, non volevo disturbarla. Le dispiace se assisto anche io alla lezione?....Mi rispose…..no anzi mi fa piacere! E riprese a parlare. L’argomento era su Platone e le leggi, senza le quali la vita sarebbe un caos di violenze. E anche il mito di Er, il soldato morto in battaglia, ma che resta vivo col permesso degli Dei, per un periodo, onde poter raccontare cosa c‘è nell’altra vita. In pochi secondi rimasi talmente affascinato, talmente ipnotizzato da quelle parole che dissi a me stesso …..che cosa ho perduto in tutti questi anni……Così, tra tanti pensieri e ricordi, mi venne un moto di commozione che confesso mi cominciarono a uscire delle lacrime. Ma la professoressa, (era appena finita la lezione) mi venne vicino emozionata perché pensava io mi sentissi male. Ma le spiegai che era stata la sua meravigliosa lezione a farmi piangere. Mi guardò meravigliata e molto commossa, prese un suo fazzoletto dalla borsetta e cominciò a piangere anche lei. Mentre stavo pensando di poterla rivedere, arrivò l’altro mio collega che vedendoci piangere esclamò ….ma che “cavolo” succede….?, rovinando quell’incanto. Ma la parola era quella più pesante di “cavolo”. Così il giorno dopo andai a iscrivermi all’università, periodo in cui, morto mio padre all’età di 54 anni, lo studio col lavoro mi divennero poi un calvario. Mi ricordai allora le parole di Maria diversi anni prima……Vincenzo cambierà proprio dentro una scuola…..Ecco perché ho raccontato questo mio episodio. In seguito mi laureai col massimo dei voti, 110 e lode. Nel frattempo però mi ritrovai a lavorare alla Mondadori di Verona, rompendosi, per la lontananza da Ascoli, l’incanto per un’altra ragazza, (poi sposatasi intorno al 1968)….. per me più bella e attraente di quella professoressa romana. Alla fine, col cuore rivolto sempre a Maria e a Padre Pio, misi su famiglia con una ragazza ungherese. Ma la fede in questi due santi mi ha sempre salvato da pericoli mortali, quando facevo servizio in alta montagna in Valtellina.
Da un altro punto di vista, qualcuno, telefonandomi, mi ha detto che pur consultando l’enciclopedia on line in Internet (per chi è un po’ più curioso sul periodo storico di Gesù) non è facile ricaparsi con tanti personaggi chiamati Erode, tra tutti i re, gli etnarca, i tetrarca che governarono, su licenza di Roma, quei luoghi storici così famosi. Particolarmente la Galilea a Nord (con le cittadine di Nazareth e Naim) e la Giudea a Sud (con Gerusalemme, Betlemme, ecc.). Il motivo sta nel fatto che ognuno di questi governanti aveva un numero imprecisato di mogli, amanti, concubine ed avventure occasionali, tanto che i figli che ne scaturivano erano ancor più numerosi. Proviamo a pensare che il re Salomone (secoli prima) pare avesse un harem pieno di più di mille concubine. E succedeva che ognuno al tempo di Gesù rivendicava per sé eredità di territori, città, imposte, concessioni e possedimenti vari, in uno scontro continuo, senza esclusione di colpi, tra corruzioni, tradimenti, uccisioni, delitti, torture ed avvelenamenti di ogni tipo. Tanto che qualunque monarca a cui piacesse una donna se la prendeva d’autorità e basta. Non importava la parentela, se fosse sposata, divorziata, ecc….. Ma la legge ebraica di Mosè era severissima. Ma i re facevano quello che volevano. Perfino a Roma erano meno spregiudicati degli Erodi. Ed ecco tra essi i più famigerati personaggi di quel tempo; Erode il grande, che terminò la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme e morì nel 4 a.C., lasciando tre figli eredi dei notevoli suoi possedimenti. Ma bisogna tener presente che gli Erodi non ebbero più il titolo di re, come piena autonomia di potere, in presenza dei superiori procuratori romani, per cui ebbero solo i titoli di etnarca (governo di quattro parti di territorio……) e tetrarca (su tre parti di territorio). A Erode il grande successero tre figli: Archelao, Filippo ed Antipa (che processò Gesù insieme a Pilato). -Erode Archelao, (2 a.C.- 6.d.C.) che governò appena 8 anni, ebbe i territori di Idumea, Samaria, Giudea (con Gerusalemme), a Sud. -Erode Filippo (4 a.C. – 34 d.C.) ebbe i territori di Iturea, Batanea, ecc… -Erode Antipa (20 a.C. – 39 d.C.) ebbe la Galilea e la Perea. Ma Roma desiderava avere dei territori calmi e non turbolenti, per una tranquilla riscossione di imposte e redditizia amministrazione. Così Archelao, a causa di molte stragi repressive di suoi connazionali, (in cui si ebbero più di tremila morti nella repressione di una sola manifestazione di piazza)……….dopo un po' fu rimosso dalla sua carica di etnarca ed esiliato in Gallia. La qualcosa toccò più tardi anche ad Erode Antipa, insieme alla sua concubina moglie Erodiade (in precedenza moglie di suo fratello Filippo e che in aggiunta era anche sua nipote )….. fu mandato in esilio anche lui in Gallia, a Lugdinum (oggi Lione), dove morì, insieme alla moglie, ex cognata. Antipa fu pugnalato dai romani. E il suo posto di Tetrarca fu preso da Erode Agrippa II, a partire dal 39 d.C. Ma al di sopra c’erano sempre i procuratori romani. Questo animale di re fece uccidere in diverse occasioni…… una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune migliaia di oppositori. I suoi figli Alessandro e Aristobulo erano conosciuti molto bene dallo stesso Augusto, il quale ebbe dire: «È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli»; infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, per dovere religioso e nello stesso tempo non esitò ad uccidere i suoi stessi figli. Anche la “strage degli innocenti”, citata nel Vangelo secondo Matteo, è opera di questo Erode. Ancor prima fece affogare in una specie di piscina questi due figli più cari, accennati sopra, che poverini gli volevano bene. E solo perché ebbe paura che tramassero per rubargli il trono. Anche lo storico ebreo Giuseppe Flavio usa parole di grande disprezzo per un re definito “il Grande”. Tanto che l’imperatore usò su di lui quelle sprezzanti parole. Ebbe l’intento quindi di uccidere Gesù, annunciato come re di Israele. Ma per le date storiche i conti non tornano. Erode morì (dice Flavio ….mangiato dai vermi….) nell’anno 4 a.C. E se Gesù non era nato, quando lui moriva, come poteva ordinarne l’uccisione? Quindi….o Gesù era nato prima, o la notizia di Matteo fu un falso storico. Ma per me c’è una terza ipotesi. Considerato che il “Bambino” era nato a Betlemme, nel Sud della Giudea. per quale motivo, durante il censimento del governatore Quirino la sacra famiglia si recò al Nord, a Nazareth di Galilea, (località di loro provenienza?) a centinaia di chilometri di distanza, che dati i tempi occorrevano giorni e giorni di viaggio a piedi, con la divina Creatura in braccio, nata da poco. Ma ciò è possibile (come per la fuga in Egitto) data la paura che incuteva anche il nuovo etnarca, Erode Archelao, forse ancor più crudele del padre. Mentre in Galilea governava il più mite Erode Antipa. Comunque, non c’era molto da scegliere. Forse il meno peggio, tra questi tre fratelli era Erode Filippo, della confinante Iturea, Batanea ecc. Ma la terza ipotesi, a cui accennavo è questa. Considerando il fatto che era da tempo immemorabile che in tutta Israele (Nord e Sud) si attendeva un Messia, quale re di tutti gli ebrei, ogni regnante di conseguenza nutriva il timore di essere estromesso per cedere il posto al Messia. E l’attaccamento al potere era una cosa talmente maniacale da spingere Erode il grande a uccidere i propri figli, per il solo timore di perdere il trono. Così, questo monarca, (morto poi quattro anni prima che il Messia apparisse), non potendo prevedere il preciso tempo di nascita di questo annunciato da secoli come eterno re, sembrava invece certo il luogo citato dai profeti: il villaggio di Betlemme. Così tentò la sorte, nella speranza di eliminare il Bambino. Forse influenzato dal colloquio con dei visitatori di prestigio, potenti scriba o capi rabbinici in viaggio, (come qualche anno dopo furono chiamati i Re Magi), dando ordine di uccidere quelle poche creature di quel villaggio. Tutto ciò non è certo, ma solo possibile. Dato il fatto che solo Matteo accenna a questa strage. E perché gli altri tre evangelisti, particolarmente Luca, non ne parlano? Solo il ritrovamento di qualche altro antico papiro potrebbe aiutarci, poiché i santi, i veggenti e stigmatizzati tacciono totalmente, pur sapendone, compresa Katharina Emmerick. E’ la stessa storia della sindone. Alcuni sanno, ma non parlano. In questo mistero restano tutti muti. Comunque, per uno che aveva freddamente ucciso, in diverse occasioni, tre figli, una moglie, tre cognati, una suocera, e molti oppositori…gli veniva da ridere a ordinare la morte di alcuni neonati. In seguito, il figlio Archelao fu così rimosso e mandato in esilio. Come il fratello Erode Antipa, che fece uccidere Giovanni Battista. La crudeltà umana a volte non ha limiti. Ma voglio aggiungere anche un episodio che accadde a Roma, nel nono secolo d.C., da parte di un papa di quel tempo. Siamo a Roma, precisamente nell'anno 897 d.C., regnante il papa Stefano VI, amico dei francesi. In un periodo in cui le lotte politiche erano tremende. Il papa precedente era stato un chierico di nome Formoso, che parteggiava per i tedeschi. L'odio tra le due fazioni era arrivato a un punto inimmaginabile. Fatto sta che per questo odio inestinguibile il papa Stefano VI ordinò la riesumazione del corpo in putrefazione del suo predecessore, appunto papa Formoso. Nonostante il terribile fetore, il cadavere fu posto su un trono, rivestito dei paramenti sacri, processato e accusato di ogni nefandezza. Poi venne fustigato, spandendo intorno pezzi di carne in decomposizione a ogni colpo di frusta. Fu poi legato ad una corda e trascinato per le strade di Roma. Dopodiché quello che rimaneva di quel cadavere fu gettato senza pietà nel Tevere, per evitare che i parenti potessero pregare sulla sua tomba. E’ passato del tempo, ma la pietà cristiana di quel papa Stefano VI è stata davvero eccezionale, (sic!). Quell’evento è passato alla storia come…….Sinodo cadaverico….
Un altro problema però ci preme. Aspettiamo una visita del vescovo D’Ercole a Valle Orta, quale nostra guida e nostro Pastore. Sappiamo che è molto impegnato. Ma certamente troverà qualche minuto per stare un po’ con noi. Per questo restiamo in attesa di questa sua venuta. Deo gratias! _______________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Giugno 2018. E presto in Internet.
LETTERA N. 32, DEL MESE DI MAGGIO 2018
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Vita e sofferenza dei santi – Verità o menzogna nel racconto dei fatti. Santità dei luoghi delle apparizioni. La personalità di alcuni santi. I luoghi dove visse Gesù e tragedia storica della Giudea. Il potere effettivo dei Prefetti, Procuratori e Governatori romani, sotto il regno di Tiberio e Claudio. Strapotere del Governatore di Siria come nota storica. Il vescovo e noi in attesa di una sua visita.
Cari amici di madre Maria, nelle nostre più recenti lettere abbiamo voluto non tanto rivangare antiche cattiverie ed ingiuste prepotenze perpetrate contro la nostra santa donna, ma piuttosto abbiamo voluto comprendere meglio il perché di tante vicende ed atteggiamenti che sono venuti dipanandosi nel corso degli anni attorno alla figura di Maria. Cose che avrebbero dovuto portare ad un chiarimento e al rasserenamento dell’intera situazione, nel clima di amorevoli rapporti in cui viveva la mistica, nelle numerose relazioni sociali che la donna aveva quotidianamente con molte persone sempre in fila, impetrando senza sosta grazie e preghiere. Tutto questo donarsi ai problemi dei tanti fedeli, dimenticando quasi i propri dolori fu sempre un atto d’amore verso il prossimo, ma sempre disturbato dal cattivo comportamento della Curia vescovile di quel tempo. Abbiamo notato che le cose sono nella realtà maggiormente complicate, tra pene e speranze, tra preghiere e concessioni di grazie. Alcuni fatti apparentemente molto strani erano frutto invece di estenuanti lotte contro forze demoniache, come accadeva anche a Padre Pio, ma incomprensibili per la maggior parte della gente. Ma è come se la presenza dello Spirito Santo, di Gesù e la Madonna, in certi luoghi delle mistiche apparizioni anziché creare pace e distensione creasse invece turbolenza e tensione. Anziché creare serenità e amorevolezza creasse invece rivalità e opposizione. Proprio questo si trova nella vita dei santi, dove sono maggiormente pungenti l'odio e l'amore, le gelosie e i tormenti. Prendiamo l’esempio emblematico della vita, morte e resurrezione di Gesù. Nell'immaginario comune tutto viene idealizzato nella nostra mente. Ma la realtà è molto diversa. Proprio quei luoghi in cui duemila anni or sono si accese la luce del nostro Redentore avremmo dovuto e voluto vederli riappacificati e sgombri di odi e di vendette, per la presenza appunto della sua Persona, dello Spirito divino, dei miracoli di guarigioni e della concessione di grazie. Ove regnassero insomma serenità e pace. Invece accadde ed accade tutt’ora esattamente il contrario, nel senso che nel corso di quei duemila anni tali territori tutt'oggi sono devastati da guerre e rivalità insopprimibili e di cui non se ne vede mai la fine. La presenza dei santi causa ovunque gli stessi effetti. Cioè a dire, dove sorge lo Spirito di Santità le forze del male si coalizzano per tormentare ed attuare tentazioni contro i mistici e gli stigmatizzati. In altre parole la vita sulla terra non è un'oasi di serenità e di pace, bensì un terreno di lotta e di esasperazione, proprio come Gesù aveva annunciato. Ora, anche se la storia è affascinante, non possiamo certo riassemblare complessi periodi del passato, con particolare riferimento alle regioni della evangelizzazione cristiana. Insomma dove visse Gesù.
Ma occorre
almeno un cenno per comprendere meglio lo spirito di quei tempi.
E cioè di quando cominciarono le vere disgrazie della Giudea,
duemila anni fa. Cominciano qui, come dicevamo, i guai profondi per la Giudea di quel periodo. Siccome Agrippa II°, allevato e cresciuto a Roma era ancora troppo giovane, per governare, il nuovo imperatore Claudio, (subito dopo Caligola, assassinato dal pretoriano Cassio Cherea, come ben descrive Giuseppe Flavio, nelle sue….. “Antichità giudaiche”, giungendo al recente periodo romano) …..volle (dicevamo di Claudio)......ricondurre le province di Giudea, Idumea e Samaria sotto il diretto controllo di Roma. Per la qual cosa dovette apportare delle modifiche amministrative nell'Impero. Affidando la gestione di quelle provincie (dopo la morte di Erode Agrippa I°) direttamente a un procuratore romano con più ampi poteri di quello di prefetto. Poteri, solitamente limitati fino ad allora al comando militare. Ma, dicevamo che cominciano proprio qui i grandi guai della Giudea, fino alla distruzione totale di Gerusalemme ad opera di Vespasiano. Claudio voleva, anche con la nuova nomina del primo Procuratore Cuspio Fado (Cuspius Fadus) nella Giudea…..limitare un poco, appunto con un altro Procuratore …..il potere incontrastato del Governatore di Siria, Vibio Marso, che aveva il comando supremo di tutti i militari e le legioni del Medio Oriente. Con la morte di Claudio e l’ascesa di Nerone cominciarono anche le persecuzioni e le stragi dei cristiani.
Tornando ai nostri santi sappiamo bene che per la loro presenza e per il loro Spirito di santità le forze del male si coalizzano, avevamo detto, per tormentare con l’odio e le tentazioni proprio queste persone stigmatizzate, inviateci dal Signore per la nostra fede e la nostra salvezza. Vale anche a dire che la vita sulla terra non è certo un’oasi di serenità e di pace, bensì un territorio di lotta e di esasperazione. San Francesco dovette lottare contro i suoi stessi genitori per vivere la sua vita ascetica dopo il duro carcere della prigionia militare subìto a Perugia. Il quale è stato poi il primo santo con le stimmate nel cristianesimo. Rita da Cascia dovette sopportare il dolore della morte dei figli e quella ferita sulla fronte che non le diede mai pace fino alla morte. Caterina da Siena dovette lottare con tutte le forze per convincere il papa a ritornare a Roma dalla città di Avignone in Francia. Considerando che Caterina scrisse tante lettere pur essendo semianalfabeta. E Padre Pio, finché visse dovette lottare contro lo stesso Vaticano dal quale avrebbero dovuto difenderlo, sostenerlo e proteggerlo anziché tormentarlo e perseguitarlo. Maria Giacobetti per un intero mezzo secolo dovette sopportare le angherie e le umiliazioni ad opera della triste Curia vescovile di quel tempo. Ma come si può negare la verità, sottacere fatti realmente accaduti e conosciuti in così lungo tempo. . Nel periodo in cui la donna soffriva queste angherie il miscredente Morgante banchettava a tutto spiano con i maggiorenti della città in periodi in cui la corruzione della Democrazia Cristiana regnava sovrana e incontrastata. Anche se bisogna ammettere che in quel tempo molti posti di lavoro furono creati a beneficio della classe operaia. E nella Curia, tra una cena e l'altra si promettevano appoggi e voti a destra e a manca, in un intreccio di interessi inestricabile.
Ma il nostro discorso va in un'altra e diversa direzione.
Mi sento di riferire che qualcuno ha voluto gentilmente consigliarmi e suggerirmi di essere prudente nella trattazione degli argomenti di queste lettere. Insomma, sarebbe utile essere un po’ più politico, più prudente ed astuto, per non suscitare inutili malumori. Ma il problema invece è uno solo: dire o non dire la verità delle cose. Su questo non si può sgarrare. Perché se non dici la verità o la nascondi cadi inevitabilmente nella menzogna. Qui siamo davanti a un quadro di vita di persone sante e non davanti ad un qualche problema comune della nostra quotidianità, per cui si è alla ricerca di una semplice raccomandazione per ottenere qualcosa a cui si aspira. Il bivio è uno solo. O verso la verità, anche se scomoda, o verso la menzogna. Non c’è una terza via….. Tertium non datur...anche se io comprendo tutte le buone intenzioni degli amici, nel voler consigliarmi.
Vorrei fare solo un cenno, come una forma di esempio, ad un argomento di cui non amo parlare perché mi ripugna troppo:……. la pedofilia nel clero. Però, se tutti cercassero di nascondere, di occultare, di negare ciò che succede nella realtà, cosa diventerebbe alla fine la Chiesa?: una fogna, un lupanare…. Ecco che cosa significa la verità. Se non la scegli sei automaticamente sulla via della menzogna. E ciò vale per tutti, anche per il papa.
E tornando a Maria, la sua vita è uno specchio talmente terso di fede e di preghiera che chi non volesse esaminare e riconoscere le sue virtù cristiane abiurebbe direttamente Gesù che l’ha segnata. Scorciatoie non esistono. O è o non è. E se è santa, traccheggiare perdendo tempo equivarrebbe al caso di una chiamata di Gesù che ti dice: seguimi!, a cui il chiamato rispondesse: adesso non posso perché sono impegnato in altre faccende. Ma che grande fede!! Infatti, ci sono diaconi e preti che pensano che l’essere stati in seminario li ha santificati. Invece è esattamente il contrario. Hanno posto mano ad un aratro troppo pesante per loro, da cui non ci sarà aratura. Alcuni mi chiedono di quando io pensi che sua Eccellenza D’Ercole verrà a farci ogni tanto visita. Io rispondo che verrà anche da noi. Ne sono certo! Speriamo presto! Qualcuno un giorno mi ha detto, suscitando la mia grande curiosità e meraviglia, che è proprio la piccola chiesetta di madre Maria che un giorno segnerà il destino di vita del vescovo D’Ercole, e non viceversa. ______________________________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Maggio 2018.
NUOVA LETTERA N. 31, DEL MESE DI FEBBRAIO 2018
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: In una precedente lettera avevamo dato allora indicazioni di non disperdere i beni di madre Maria, la cui conservazione può essere finalizzata ad opere di bene, come non sempre è stato fatto in passato da parte di alcuni lupi vestiti da agnelli che sotto quel manto belante di buoni pastori hanno in realtà divorato pecore e agnelli con tutta la lana. E non si sono salvati neanche i cani a guardia del gregge. Tra cui qualcuno che ha tentato di ribellarsi è stato spedito lontano, senza più far ritorno. E questo perché il capo branco era insediato dentro la Curia vescovile. Proprio così. Le prove? Le citeremo ogni volta. Ma è mai possibile che si debba assistere ad operazioni illecite senza che nessuno possa fare nulla, come se la Diocesi, con le sue dotazioni, non fosse cosa di tutti i fedeli donatori di beni, bensì una esclusiva proprietà del clero, spesso con falsi voti di povertà. Come quando i frati cappuccini …. negli anni ’60 …..perdettero molti milioni con lo scandalo Giuffrè. Una storia che conobbi direttamente, quando l’indagine investigativa era nelle mani della Polizia tributaria, dove proprio in quel periodo facevo servizio, in Via dell’Olmata, a Roma. Per cui oggi, dato il groviglio di leggi e regolamenti ancora esistenti, tra diritto civile e diritto canonico si entrerebbe in un labirinto di Dedalo, nel quale neanche Teseo oserebbe avventurarsi.
Queste cose però le abbiamo dette, le diciamo e le diremo ancora come un “mantra”…. un “refrain” ossessivo per tutte le teste dure degli indifferenti, che sono i peggiori, perché essi non amano la verità, ma soltanto ciò che interessa loro e che sia politicamente conveniente. E se non fosse stato il superiore destino ad interrompere il fraudolento commercio di questi trafficanti del tempio e signori del Sinedrio, oggi non avremmo neanche più trovato la chiesa del Duomo, perché se per ipotesi ce ne fosse stata la possibilità sarebbe stata anch’essa alienata e ceduta. E seguiteremo a ricordare questi fatti per l’’amore e la fedeltà degli amici di madre Maria. E fino a quando uno spiraglio di luce ripristinerà un po' di giustizia e chiarezza sull'intera faccenda di Valle Orta. Ma se nel trattare tali argomenti in queste lettere venissero commessi o formulati errori di qualsiasi genere ……si sappia fin da adesso che c’è un unico responsabile …che sono soltanto io ….
Perciò, ecco l’elenco di almeno una decina di “porcate” commesse dalla Curia “morgantiana”....... con enormi danni milionari, tralasciando altre questioni di pubblica conoscenza. 1°)- autopromozione a “Pontefice” nella scultura sul portale della chiesa di via 3 Ottobre; 2°)-alienazione e cessione di beni della Diocesi, di un valore enorme, sia in lire che in euro; 3°)-falsificazione del testamento di madre Maria;
4°)-svendita truffaldina
di alcuni beni, ricevuti dalla santa donna in riconoscenza per
grazie d’intercessione, per cui un pretonzolo di campagna che
non aveva i soldi per comprare una candela, si ritrova nel giro
di pochissimo tempo, circa 12 (dodici) appartamenti intestati a
sé stesso o a suoi parenti; 5°)-asportazione dalla chiesetta (per un personale dispetto alla odiata Maria) e trasporto notturno (per paura di qualche ribellione?…..) di una pregevole statua della Madonna, commissionata da Maria presso uno scultore di fuori, per delle particolari fattezze da lei indicate e costata molti soldi e sacrifici, nel lungo giro di questua a cui faticosamente partecipò anche mia mamma. Sarà pure vero che una statua vale l’altra…..(come quella che fu messa nella chiesetta in sostituzione di quella originale) …Ma perché quel dispetto? E perché di notte? …….Era forse incline il falso Pontefice ………..a delle escursioni notturne, col buio amico?? Mi riferirono poi un curioso particolare. Trovandosi davanti alla statua della Madonna, il finto Papa, anziché mostrare un gesto di rispetto e riverenza verso l’immagine della Vergine, si rabbuiò ed ebbe come un moto di stizza. Quel gesto per me la dice lunga. In aggiunta c’è un altro particolare molto significativo. Un altro prete che per molti anni gli fu molto vicino (e che io conoscevo bene perché mio ex professore di religione a scuola…..) un giorno …..(raccontando ciò fece anche il gesto di un segno di croce)……disse che ciò che infastidiva e rabbuiava il Morgante era il sentir parlare di stigmate. Si ricollega forse a questo atteggiamento l’espressione ironica sulla figura di Padre Pio che riferisco al punto 7?Ma questo perché? Casomai sarebbe dovuto accadere il contrario davanti alle ferite di Gesù. Che dovrebbero ispirare meraviglia e soprattutto fede profonda. Le stigmate ad una persona è cosa rarissima, non certo evento di tutti i giorni.Mi viene così un pensiero lecito e non assurdo. Chi avrebbe la facoltà o il coraggio di far sottoporre un vescovo ad un esorcismo contro il Maligno? Neanche un papa lo potrebbe fare. Considerando il fatto che neanche i cardinali sono più importanti di un sinodo dei vescovi, come istituzione permanente operata da Paolo VI. Perciò, o matto o sano che sia o lo diventi un vescovo è intoccabile, inamovibile ed ha, una volta eletto dall’alto, un potere assoluto, sul quale nessuno può intervenire dall’esterno…. 6°)-continua, perenne persecuzione contro la santa donna compreso un calcio nel petto, mentre era inginocchiata davanti a lui. Era presente Ottavio, fratello di Maria, come testimone;. 7°)-ironia sulla figura di Padre Pio nel 1957, presso la clinica San Marco, in Via 3 Ottobre, in cui ero ricoverato in quei giorni; 8°)-disprezzo verso il clero piceno da lui governato ed ispirato espresso a un membro della organizzazione cattolica “Opus Dei”, con le precise parole: “…clero pettegolo e calunniatore”, delineando così con quelle parole la propria lunga influenza esercitata su di esso per un intero mezzo secolo; 9°)-mancato pagamento per lavori di stampa presso una tipografia; 10°)-una promessa non mantenuta al muratore Gabriele Virgulti.
Mi si dica se individui tonacati di questo genere non meritano davvero …. con queste credenziali….una giusta “damnatio memoriae”!? Per l’enorme danno economico e morale arrecato alla Diocesi e a tutta la Chiesa, per tutto quello che la gente sa e per la scia di danni che ha lasciato. E ciò non significa che noi vogliamo ergerci a giustizieri o vendicatori, ma sempre come servitori della verità, nella sua interezza e non ad una verità mutilata. Perché spesso la realtà è peggiore di quanto noi ci aspettassimo e non per colpa nostra, ma per l’altrui dolo.
Abbiamo ricordato più volte che madre Maria raccoglieva attorno a sè le ragazze abbandonate bisognose di tutto. Ed esse, accanto a lei, (come abbiamo sempre ripetuto …..) trovavano un tetto, un letto e il cibo necessario al più elementare sostentamento. Ed è quello che faceva anche il santo Curato d’Ars, Jean Baptiste Vianney. Per questo abbiamo sempre detto ….quale merito più grande poteva avere questa buona donna, oltre al segno delle sue stigmate? E sappiamo molto bene che visse miseramente col suo lavoro di domestica, avendo solo un poco di collaborazione da alcuni buoni amici e le loro famiglie. Ma con l’avversità persecutoria di quel vescovo, un vero Caifa….. a capo di quello squalificato e torbido Sinedrio. Una vicenda tanto ingiusta che indigna anche dopo molti anni.
Certo è che l’assegnazione di quel grosso edificio in uso a comunità di drogati, come è stato in passato, a conduzione di Don Igino Ciabattoni, su licenza Morgante, si è rivelato disastroso sotto tutti gli aspetti. Eccetto però per le loro tasche riempite di soldi col “business-drogati”. I quali rovinarono completamente la costruzione, con pareti, soffitti e pavimenti devastati. Senza contare i disegni satanici alle pareti, i furti nei bussolotti delle elemosine e le continue bestemmie all’interno della chiesa, per il magro bottino di spiccioli delle offerte dei ceri. E adesso sarebbe ora di richiedere indietro il possesso del terreno a fianco alla chiesa se ancora di proprietà dei beni di madre Maria, che il frate o prete che sia Igino Ciabattoni volle concedere credo in via più verbale che scritta al contadino confinante e prima che scatti una specie di usucapione come ulteriore danno di alienazione a questi beni della nostra Santa …….Perché in quell'area recintata situata alla parte sinistra della chiesa col viso rivolto verso l'altare….se non è andata pure questa perduta potrebbe essere adeguatamente sistemata per diventare un buon parcheggio per gli autobus in pellegrinaggio verso la nostra chiesetta e la tomba di Maria. E non è neanche giusto che per le ripicche del frate-prete (il Ciabattoni) che non riuscì ad impadronirsi di tutto il complesso promessogli dal Morgante, (poi decaduto e defunto quest’ultimo per “ingravescentem aetatem”) ……non si debba riavere le carte di madre Maria che non sono mai appartenute di proprietà al Ciabattoni. Insomma, pur mettendo da parte quest’ultimo ben remunerato “gestore di drogati” (che tutti sanno che grosso affare che è sempre stato ……) siamo davanti a un furto dietro l’altro. Ma è mai possibile che gente in abito talare debba imbastire tante truffe ed imbrogli a danno di quel “prossimo”?, che dovrebbe amare e che invece tutti insieme mungono come una mucca da latte. Perché molti di essi sono sacerdoti di “Mammona”, cioè del Dio-denaro e nient’altro. ____________________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Febbraio 2018. E presto in Internet.
LETTERA N. 30, DEL MESE DI GENNAIO 2018 AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE OGGETTO: Ristampa di un argomento già in parte trattato nella lettera n. 5 ed attualmente richiestami, a causa di un fatto. Nel giorno di distribuzione, circa 5 anni orsono (2012), ci fu un grosso temporale, per cui in pochi la ricevettero; mancante quindi nella simpatica collezione di fede che alcuni fanno di queste mie epistole, sin dai tempi dell’insipido e purtroppo anche sordo Silvano Montevecchi. E perché questa ristampa avviene dopo 5 anni dalla sua prima apparizione? Il fatto è che mano a mano si sono aggiunti anche altri nella richiesta, tanto da non potere alla fine dire più di no agli amici richiedenti. Cari fedeli di madre Maria, Alcuni amici mi hanno insistentemente chiesto di ristampare la lettera numero 5, come detto in oggetto …. e a suo tempo distribuita come le altre. Per il motivo che in essa c'è la disamina, in chiave psicoanalitica, del ritratto scultoreo, nel portale della Chiesa dei Frati, In Via 3 Ottobre, che la pazzia documentata del Morgante…..autodefinitosi “Pontefice” …..ebbe a realizzare. La distribuzione di tale lettera avvenne io ricordo in un tremendo giorno di pioggia, per cui pochissimi ebbero modo di averla. L'argomento però è talmente trito e consunto da togliere ormai il respiro, solo a trattarlo. Ma quando si tratta di verità la sua riproposizione è sempre opportuna. Io tuttavia…. si pensi quello che si vuole…. non posso deludere gli amici. E provvedo alla bisogna, inviandone ovviamente copia, come da prassi, anche a sua Eccellenza Giovanni D’Ercole, il quale, secondo me, dev’essere doverosamente informato sempre, di ogni evento, buono o cattivo che sia e anche prima di qualsiasi altro. Dimodoché Egli abbia sempre, della realtà (e riguardo anche alle piccole nostre cose), una visione precisa e mai distorta da giudizi di parte, malevoli o non veritieri. Giacché il giudizio finale importante, etico e morale non è il nostro, bensì il suo. Noi dobbiamo dire i fatti semplicemente come sono, nella nuda realtà, anche se narrati con personale passione. Ma senza la pur minima invenzione….La conclusione poi, nella nostra vita diocesana, tocca solo a lui tirarla infine, in qualità di vescovo, sia verso i laici che gli ecclesiastici. Eccola la necessità, “sine qua non”....della gerarchia nella Chiesa cattolica, che dura da duemila anni,. Una delle tante questioni comunque fa anche riferimento ad un discorso che un servizievole e ruffiano ex sindaco di Ascoli ebbe a tenere davanti al pasciuto e gongolante Morgante, tutto soddisfatto e condiscendente dei salamelecchi di quei scodinzolanti lecchini.. E tutto ciò come se gli astanti ….(io non c’ero……) fossero tutti degli imbecilli collaudati, non a conoscenza di certe “escursioni” …..(politiche….!!??) …. nelle altrui famiglie operate da quel presule, come ….un Dominus…. medioevale. Mentre invece quelle storie erano a conoscenza perfino dei cani randagi di quelle vie e dei piccioni svolazzanti fuori di quelle finestre, ove, tra un volo e l’altro un piccione …..“tubava” ben cosciente di ciò che faceva e…… senza un minimo di vergogna…..se l’atto fosse lecito o meno…. E ora, la questione di questa ristampa però non dipende dal fatto, come qualcuno può pensare, che ormai mi mancano gli argomenti per proseguire insistentemente nella compilazione di ulteriori epistole, ripiegando su vecchi argomenti. Perché non è così. E’ meglio dirlo chiaro e tondo. Giacché i temi di carattere religioso sono pressoché inesauribili. Rileggendo alcuni appunti celebrativi e retorici di questo recente passato ….riguardo al certamente non rimpianto falso pontefice….. desidero anche io aggiungere degli opportuni ricordi che altri genuflessi adulatori vogliono di fatto ignorare di proposito, rendendo così un pessimo servizio alla verità, in tal modo mutilata. Non si tratta di raccontare delle finzioni o dei cattivi pensieri ….. bensì di sculture bugiardamente autocelebrative incancellabili, come una eterna auto condanna alla falsità e alla menzogna, incautamente emessa contro sé stesso.. Si premette che il Pontefice era anticamente un sacerdote della religione latina, risalente ai tempi della Roma di Numa Pompilio. Il quale doveva attivarsi affinché fosse salvaguardata la cosiddetta...pax deorum....(la pace degli dei). La struttura ecclesiastica cattolica è invece organizzata secondo una gerarchia di livelli, a partire dal diacono (come diakonìa, cioè servizio) al sacerdote, al vescovo, al papa. Un cardinale quando celebra una messa lo fa come sacerdote o vescovo. E così appunto anche il papa. Nel corso del tempo, dato il numero elevato dei vescovi nel mondo, una cerchia ristretta, come rappresentante degli apostoli, ha assunto in qualità di cardinali () (vescovo-cardine) determinati incarichi, compreso il più importante, cioè quello di eleggere il successore di Pietro, appunto il Pontefice, che poi diciamo anche Papa. (Dal greco ....papas, cioè padre). I due termini comunque nel cattolicesimo indicano come si sa la stessa persona. E ora chiariamoci le idee su un punto. Non verrebbe mai in mente ad un cardinale, (figuriamoci ad un sacerdote o vescovo) di autodefinirsi pontefice, senza esserlo diventato. O anche ricorrere alla terminologia del mondo pagano per darsi un titolo cristiano non è certo un buon servizio reso al cristianesimo. Anzi sarebbe …..ed è …. un’abiura. E’ come se, anziché pregare o celebrare messe per i nostri defunti, noi li affidassimo alla protezione dei Mani, che è una invenzione del mondo pagano, quali spiritelli protettori di tombe. Ma ora andiamo al dunque. Osservando con un poco di attenzione quelle figure in grosso rilievo, su quel portale, in parte viene da ridere e in parte si resta non poco perplessi, nel cercare di individuare il meccanismo mentale promotore di tale rappresentazione. Il portale è quello centrale. Vi è un trittico rappresentativo. Nella formella a sinistra (che è la destra del complesso dalla visuale della colomba, simbolo dello Spirito Santo) c’è proprio il vescovo Morgante - come se impersonasse la mano destra di Dio......(sic!) -. E non si dica che possa essere qualcun altro poiché sotto l’immagine di papa Roncalli, Giovanni XXIII, è riportato chiaro il suo nome in latino, Ioannes XXIII. Così come sotto l’immagine del vescovo-pontifex è scritto il suo nome, Marcellus Morgante. Ma c’è un particolare strano che non si nota nelle altre due formelle, ove sono scolpite le rassomiglianti immagini appunto di papa Roncalli, al centro e sotto la colomba, mentre a destra di chi guarda (cioè alla sinistra dell’ala sinistra della colomba c’è papa Pacelli (Pio XII). Non ci vuole molto a capire che nel trittico sono rappresentati idealmente tre papi, due veri ed uno falso. Infatti, nella realtà sono due papi ed un vescovo. L’evento strano è che soltanto al di sotto del vescovo c’è scritto “Pontifex”. Mentre per gli altri due, i papi veri, non c’è tale connotazione. Ma un altro particolare importante non deve sfuggire ad un’attenta osservazione. Mentre nelle tre formelle vi sono anch’esse in rilievo alcune figure oranti inginocchiate e di spalle, come immagini di vescovi nei loro caratteristici paludamenti, nella testa di tutte e tre le figure pontificali c’è la caratteristica tiara. Copricapo esclusivo dei papi. La tiara papale o triregno (in latino: thiara o triregnum) è una particolare corona utilizzata dai Papi a partire dal medioevo sino alla seconda metà del secolo XX, come simbolo di sovranità. E senza la “tiara” non potrebbe esserci scritto Pontifex Marcellus Morgante. E per di più ……prudens et sapiens….. Ciò per fugare ogni dubbio per chi volesse a difesa di quell’esaltato, disviare il senso di un tale quadro. In psicologia (ma sarebbe da dire in “psichiatria”) si tratta di una.... mitopoiesi da proiezione onirica. Cioè a dire la rappresentazione di un sogno, però non di quelli notturni, bensì di una situazione fortemente vagheggiata e desiderata, ad occhi aperti come forgiatura di un mito pulsante nella mente. Secondo cui, lì, sarebbero rappresentati tre pontefici, in un’estrema psicosi auto idealizzante, nel caso si fosse realizzato questo spasmodico sogno qui vissuto e volutamente rappresentato. Un altro particolare molto strano è che solo verso il volto del vescovo “pontefice” scendono dei raggi dal cielo, simbolo dell’illuminazione di Dio, mentre verso il volto di papa Pacelli non c’è niente. Neanche il nome. E sopra Roncalli ci sono sei semplici linee, come simbolo di protezione dello Spirito Santo, impersonato dalla colomba. Ma i raggi di Dio sono soltanto verso il volto del vescovo-pontefice. Quindi, il particolare più assurdo (lo ripetiamo....) è che al di sotto delle tre figure rappresentate …. l’unica persona indicata con la definizione “Pontefice” è solo quella del vescovo. Insomma, vi è un completo rovesciamento della realtà. Il vero per falso ed il falso per vero. E’ cosa incredibile, comunque si voglia interpretare tali raffigurazioni sul piano razionale. Ma una spiegazione di natura psicogena e psicoanalitica esiste. La esponiamo al termine di questo commento figurativo. Quei raggi divini (a parte la figura della Vergine, scolpita in alto a sinistra) se si pone attenzione, sono identici a quelli stilati nelle tombe dei faraoni, come illuminazione di “RA”, anima di Osiride, verso il figlio, in questo caso il “Morgante-Horus”, suo unico rappresentante in terra. Ma un ulteriore particolare mi colpisce. Al di sopra di queste figure ci sono altri simboli. Nella formella del vescovo-pontefice, i raggi di Dio che partendo dall’alto (cioè simbolicamente dal cielo) vanno verso il volto dell’unico “illuminato”... appunto il Morgante.....significante il prediletto, il prescelto …. dalla divinità. Non importa poi di quale divinità si tratti…se cristiana, latina, o addirittura egiziana. Lì c’è una sola figura esaltata, (sia pur con falsi titoli)…Marcellus Morgante. Si può minimizzare quanto si vuole ma l’intera scena parla da sola. C’è un papa, “Pontifex”, in mezzo a due altri papi. Punto. E ciò alla faccia di papa Pio XII senza neanche la fioca luce di una candeletta.... In realtà poi quei raggi partono …..cosa davvero ridicola ….dai piedi di Adamo ed Eva, reprobi, nel momento in cui vengono cacciati dal paradiso terrestre. Forse è una questione di spazio o di errore di prospettiva delle figure. Tant’è che viene da ridere al pensiero che tanta illuminazione possa partire proprio dai piedi dei due peccatori. Chissà che non sia un .....”lapsus cogitationis uti coniectio veritatis”. Ma riflettiamo un momento su quel moto psichico ideatore anche delle didascalie. A premessa devo dire che non intendo assumere un’usurpata veste di psicologo (come il vescovo quella di pontefice). A distanza di anni però ho voluto rispolverare tanti appunti e letture per quegli esami di psicologia (anche questo biennale) ……..che ebbi ventura di sostenere in quel tempo giovanile alla “Sapienza” di Roma, durante la fine del mio corso di laurea, iniziato, tempo prima, all’università di Padova. Ciò sempre al fine di capire (in riferimento a Freud, Jung, Adler, Janet... ecc... ecc....) con un poco di riconquistata cognizione di causa questo assurdo quadro bronzeo. E cioè, per quale impulso psichico, se non per quello autocelebrativo, esso è nato? Chiediamoci ancora …… perché viene a determinarsi una rappresentazione tanto scultorea di sé. E’ una bella contraddizione davvero, che fa scintille di contrasto col più elementare, mancante senso di umiltà, dove abbonda invece il falso e la menzogna. E ora poniamo l’ipotesi che in tutte e tre le persone fosse stato riportato scolpito il titolo appropriato. Per i due papi sarebbe stato normale, ma un semplice vescovo accanto a loro sarebbe scaduto di importanza e relegato in futuro nella memoria di altri vescovi che si sono succeduti nel corso del tempo in questa nostra cittadina picena. Quindi, la prima cosa nasce dal bisogno di lasciare traccia di sé, per non confondersi con quel ....clero ascolano pettegolo e calunniatore...da lui a suo tempo governato, e da lui (per diretta testimonianza) così definito, con connotazioni tanto negative. Quindi, come semplice vescovo sarebbe destinato a scomparire, in capo a pochi anni, nel ricordo della gente. Nella prospettiva ovviamente di quel suo miserabile ragionamento. D’altronde, nel settore ecclesiastico, sappiamo bene che, eccetto i grandi santi, non è facile lasciare traccia di sé, al di fuori di qualche scritto di grande importanza, oppure delle lapidi appropriate per eventi straordinari, naturalmente anche per chi persegue insistentemente la ....gloria mundi. Ma ciò non può dipendere dalle normali celebrazioni liturgiche, comuni a tutti i vescovi e a tutti i sacerdoti. Infatti, queste sculture servono alla memoria degli uomini. Non certo per ricordare al Signore la nostra presenza. Agli occhi di Dio i nostri monumenti non hanno alcun valore, eccetto l’amore ispiratore delle nostre opere. Ogni prete dovrebbe saperlo, figuriamoci un vescovo. Si arguiva quindi che in questo quadro scultoreo un semplice vescovo sarebbe passato inosservato per il detto latino ..ubi maior minor cessat..... Invece, facendo sparire, o meglio, obnubilando il titolo pontificale degli altri due papi (semplicemente sottacendoli) avrebbe messo in maggior risalto la propria immagine, col titolo altisonante (com’è scritto) di “Pontifex prudens et sapiens” solo per lui. Nei tempi futuri, agli occhi della gente, sarebbe da presumere che il “Pontifex Morgante” avrebbe potuto legarsi, in quella scultura (per fare un esempio), nella memoria populi asculani a Girolamo Masci, vero papa, col nome di Niccolò IV, dal 22 Febbraio 1288 al 4 Aprile 1292. Era nato a Lixiano, l’odierno paesino di Lisciano, vicino a Piagge, sotto il pianoro di San Marco, di Ascoli Piceno. Una rappresentazione di sé, però, vicino a questo personaggio, nostro papa piceno del passato, così lontano nel tempo…… pur vagheggiata ed anche accennata ad alcune persone, era poi apparsa inopportuna. Legarsi nel ventesimo secolo alla figura di un papa di quasi mille anni prima sarebbe stata una cosa troppo fuori luogo. Opportunissima invece nel tempo del progetto scultoreo era la sua figura accanto agli ultimi due papi, in quel momento, Pacelli e Roncalli. Perché papa Montini (Paolo VI), nominato nel 1963, al momento della decisione dell’opera, non c’era ancora. E inoltre tra la nascita dell’idea e la finale realizzazione di quel portale, passarono alcuni anni. Quindi, è come se dicesse esplicitamente ...ecco come sarei potuto essere rappresentato...nel caso io fossi giunto al soglio pontificio. Lascio quest’aspirazione come ricordo di me..... E la frase lapidaria di Gesù nell’ultima cena…… ……… fate questo in memoria di me……… lui la trasforma in…… ……….faccio questo in memoria di me……….. come una forma di autotransverberazione. E’ questa l’unica interpretazione verbale di quel pressante pensiero. Ed è tanta la propria prosopopea che non si accorge o non vuole accorgersi che il ridicolo in cui è caduto è ineliminabile e perennemente legato al suo nome. Per sempre. Ha reso a sé stesso la peggior memoria che potesse essere prodotta da chicchessia. E’ come se il destino (come volontà di Dio ovviamente) avesse usato proprio la sua megalomania al fine di porre un esempio negativo in cui nessuno potesse più cadere. Infatti, non è ipotizzabile che qualche altro vescovo (del Piceno o altrove) possa più autoscolpirsi pontefice senza esserlo diventato. D’altronde, se disprezzava il suo clero come ebbe a dire, (e che era poi la sua sacra famiglia) figuriamoci come tenesse in poco conto l’opinione della gente comune. Passibile nel tempo di credere a lucciole per lanterne….. e quindi di poter essere ingannata in qualunque modo. Ma che perla di vescovo che è stato! Che umiltà! Che amor di verità! E che amor del prossimo! Un essere così, in fatto di fede..... dà molto a pensare......Ognuno rifletta a modo suo....Comunque, al mondo sono in tanti a perdersi per strada, di qualsiasi titolo e natura........ E davanti a quel portale, diciamo pure, in latino, che..... : “Ubi quicumque certior factus de veritate rerum….”. Mi fu riferito che alcuni preti sarebbero stati dell’idea di cancellare quel portale bronzeo, o almeno modificarlo (come penso anch’io pur da laico) poiché la sua esistenza mette in ridicolo tutta la Chiesa e il pregevole clero piceno. Come se un matto al vertice della Curia li avesse rappresentati per mezzo secolo senza che nessuno mostrasse mai un cenno di critica o di dissenso. Ma è proprio così. Occorre considerare che quel trittico teatrale non è posto su di un privato edificio ove potrebbe essere rappresentata anche la pseudo storia della ….papessa Giovanna.....una donna che sotto mentite spoglie pare giungesse in passato ad essere eletta papa. Qui siamo invece in un pubblico tempio, in gestione al clero è vero, ma che è di tutti i fedeli perché realizzato col loro aiuto e contributo. Ove nella quale chiesa, a capriccio di un qualunque prelato, si possa rappresentare il vero e il falso a proprio piacimento, senza che nessuno possa fiatare? Ma dove siamo arrivati? Sono queste le nuove strade della religione cattolica? Le vie per convertire i giovani? Ma siamo matti? E oltre alla stupidità della scultura che davanti ad un atto di palese demenza senile sembra che ogni prete ne subisca passivamente il ridicolo senza poter far nulla, c’è anche la cessione di ingenti beni della Diocesi, attuata con la costrizione di altri membri di quel Consiglio. Ma è possibile che davanti a un atto talmente irresponsabile tutti ne rimangano paralizzati? Se un vescovo può trascinare tutti nella ridicolaggine, che potrebbe fare allora un papa con altrettanto ……“ictus delirii”??….. Provammo ad inviare qualche lettera a Roma. Ma su ciò ebbi una buffa risposta da un caro amico (che però io non condivido). E cioè……In Vaticano i cardinali a gruppi pare siano talmente impegnati nella lotta contro papa Bergoglio che per loro se tutti nel piceno finissimo in manicomio la cosa non fregherebbe niente a nessuno. Davvero un pensiero incoraggiante, se ciò fosse. Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Gennaio 2018.
LETTERA N. 29, DEL MESE DI GENNAIO 2018 AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Omaggio a Don Luigi Giussani e ad un altro personaggio importante, Fritz Wunderlich, già citato in un precedente mio scritto, ammirato da tutti come il più grande tenore e il più grande interprete dell’Ave Maria di Gounod. Ma devo aggiungere un pensiero. Mentre questa mattina, del 2 Gennaio, stavo terminando di correggere la presente ho sentito una pubblicità che mi ha dapprima sorpreso ma poi anche indignato, perché sponsorizzavano dei prodotti in un accostamento di soggetti davvero incomprensibile e senza senso. Da un lato citavano il filosofo Platone come sponsor del vino “Brunello” e Aristotele sponsor del “Barolo”…….Ma si può sentire una cosa tanto strampalata?? Mi è venuta spontanea una classica frase da vecchio brontolone….. che cerco sempre di evitare…..Ai tempi miei sarebbe stato inconcepibile dire una cosa del genere…... Per una simile banalità infatti un collega fu cacciato subito dall’università di Padova!! Ma ormai oggi è tutto tollerato e non ci meravigliamo più di niente. Ma il pensiero più importante in questa lettera è quello a cui accenniamo ora e che sviluppiamo anche più avanti nella presente. Riguarda il rapporto tra noi (io con diversi altri) ed il nostro vescovo D’Ercole. A discapito di male lingue, noi affermiamo in modo chiaro, definitivo ed inequivocabile …..che la nostra stima e la nostra devozione verso sua Eccellenza sono granitiche ed incrollabili, qualunque (dico qualunque) cosa succeda in merito alle nostre aspettative, che sua Eccellenza conosce perfettamente. Per la qualcosa alla fine sappiamo bene che chi decide è su ispirazione di Gesù, donatore di tutte le stigmate.
E noi non siamo dei voltagabbana in fatto di fede e di fedeltà, una volta dichiarata. Diciamo ciò perché qualche elemento sornione pensa che noi siamo impulsivi e poco affidabili. Ma sbaglia totalmente. Il tempo lo dirà. Vogliamo però chiarire un altro punto. Eccetto la persona di Sua Eccellenza D’Ercole, che per noi è sacra e intoccabile, (a differenza di quanto ci fu in passato in quella Curia…..) qualunque stortura dovessimo notare in qualsiasi altra persona e con qualsiasi abito ……..noi la criticheremo moralmente senza alcun ritegno. E non per fare i giudici, ma per non esserne complici, e contrastandone gli illeciti. Perché quante male azioni taciute e coperte si sono poi riprodotte ulteriormente nel tempo!? Così come facciamo nella prossima lettera, riguardo al Morgante, quale testimonianza di verità, piaccia o non piaccia, e come accenniamo nelle ultime righe della presente.
Cari amici e fedeli di madre Maria, è vero che in onore della nostra santa donna noi tocchiamo in queste lettere diversi argomenti, ma tutti positivi e sempre nell’ambito della religione e della fede. Come è giusto che sia. Perché Maria era semplice come donna e come ambiente familiare, ma guai a confondere i suoi pensieri. Quante volte, durante gli anni della mia scuola media…….(come una volta fece anche Padre Pio quand’ero ancora bambino) …….Maria mi ripeteva….Vincenzo, mi raccomando …studia…te lo ritroverai da grande…quello che impari adesso…. Perciò, solo un cretino può pensare che un contadino possa dire a suo figlio……non studiare!….resta ignorante! ….Proprio in campagna, dove sono nato e cresciuto, quante volte ho sentito dire……studiate, altrimenti vi aspetta la zappa!…
A tal proposito voglio stampare in una delle prossime lettere proprio alcune esortazioni che quasi scherzosamente, con diversi sorrisi Maria ebbe a suggerirmi, in merito allo studio. Proprio lei che aveva dovuto trascorrere l’adolescenza e la giovinezza nel duro lavoro dei campi e nel servizio domestico. Ma queste conversazioni con me vengono dopo alcuni fatti, durante un mio esame scolastico, di cui fu sempre testimone mia mamma, e che ho riferito in un precedente mio scritto. Ciò dimostra quanto intelligente fosse Maria, pur nella sua semplicità. Servisse la cosa almeno a quei preti saputi e sussiegosi che si credono colti, questi odierni scribi, completamente diversi, anzi oserei dire, in alcuni casi, all’opposto del tipo di gente scelta da Gesù come discepoli. E ove allora ci fosse stato il “seminario”, non pare che oggi esso immunizzi più di tanto dagli umani difetti. Per questo molti preti monopolizzano la fede, come fosse una faccenda detta …...”cosa nostra”.
E ora, in una di queste ultime epistole, la numero 28, abbiamo parlato di alcune festività religiose tra cattolicesimo ed ebraismo e particolarmente della data del 5 Ottobre, giorno di nascita di sua Eccellenza Giovanni D'Ercole. Non avevamo dimenticato tuttavia una data vicina a questa, che è quella del 15 Ottobre, riferita all'anno 1922, quale nascita di Monsignor Luigi Giovanni Giussani, fondatore del famosissimo Movimento ecclesiale “Comunione e Liberazione”. Però non abbiamo voluto fare un doppio riferimento alle due date, perché ci premeva maggiormente riferirci a quella del nostro Presule D’Ercole. Ma è bene ricordare, in riferimento a quel particolare mese di Ottobre, anche Don Giussani, per tutto quello che ha fatto anche lui per il movimento giovanile e per la diffusione proprio tra i giovani del sentimento religioso cattolico. Di lui ricordiamo particolarmente due aspetti di culturale passione, oltre alla sua vocazione religiosa di farsi sacerdote. La prima di queste due passioni era per la poesia e la letteratura, in particolare per il nostro poeta recanatese Giacomo Leopardi, di cui Don Giussani conosceva a memoria tutte le poesie e vari suoi componimenti, compresa la profonda problematica del pensiero filosofico leopardiano. Una seconda passione era per la musica ed il bel canto, che, secondo Don Luigi, avvicinano il sentimento umano a Dio creatore. Io ho sempre molto ammirato questi due aspetti del sentimento culturale del grande sacerdote. Riferendoci a questi due personaggi tanto famosi, quali appunto Wunderlich e Don Luigi, ci troviamo sempre in un ambito religioso profondissimo. E alla faccia di chi pensa che divaghiamo! Perché ci sono alcuni che vedono la cultura come fosse orticaria….. Nel sacerdote, ci fu anche per lui la vocazione….. in primis …di prendere i voti, per dedicarsi tutta la vita a Cristo. Nel giovane, grandissimo tenore ci fu la predilezione affettiva verso la santa Vergine. Gli intenditori e i più famosi critici musicali hanno lasciato scritto che quando il cantante intonava l’Ave Maria di Gounod, la voce gli si modulava al punto da sembrare di trovarsi sulla porta del Paradiso. Madre Maria, pur se da semplice contadinella, amava tanto andare ad ascoltare al Duomo i canti religiosi in alcune funzioni liturgiche. Per lei ogni forma espressiva coincideva con la preghiera. Per questo, anche in suo onore ed in memoria di Don Giussani …….(che non pare fosse tanto amato da qualche cardinale “progressista”) …… ripropongo per i nostri amici alcune brevi notizie sul sacerdote da una parte e sul grande tenore tedesco dall’altra. Don Luigi nacque 8 anni prima di Wunderlich, Ma il destino portò via il tenore alla giovane età di 36 anni. Mentre Don Giussani è morto nel 2005, all'età di 83 anni. Del grande tenore tedesco, è stato scritto ciò che ebbi già a notare. E cioè che…….il riflesso della sonorità dell’eco, lo smalto purissimo della voce negli acuti, la perfetta tonalità della scala cromatica ne fanno a giudizio di tutti gli esperti della musica e del bel canto il più grande tenore di tutti i tempi. Potrebbe esistere un paragone con Del Monaco, Di Stefano, Lanza, Gigli e soprattutto Enrico Caruso, per la potenza delle alte note. Ma i mezzi di registrazione del sonoro ai tempi di Caruso erano tali ed ancora così poco sviluppati da non darci l’esatta dimensione del fenomeno vocale dell’altrettanto grande tenore napoletano, il quale era costretto per quei primi tempi della registrazione sonora a cantare dentro un tubo per cui la voce troppo spesso ci viene tramandata in tono scuro e poco fedele della chiarezza modulativa degli accenti vocalici e della tonalità del suono. Per comprendere la perfezione e la potenza vocale di Fritz Wunderlich è sufficiente ascoltarlo nel canto di due celeberrimi brani: l’Ave Maria di Gounod e Granada. La sua morte precoce è un fatto definito, sul piano dell’arte, una tragedia per l’intera umanità……,Già agli inizi della sua carriera fu considerato ….one of the most important tenors of all times. (Uno dei più importanti tenori di tutti i tempi). Egli morì prematuramente, per le conseguenze di un banale incidente occorso in uno chalet di caccia. Mentre scendeva le scale inciampò nelle stringhe dei suoi scarponi male allacciati e perse l'equilibrio. Il violento impatto col suolo gli provocò una grave frattura del cranio. Si spense il 17 settembre 1966, il giorno dopo essere stato ricoverato d'urgenza presso l’ospedale di Heidelberg. Stava per compiere il suo 36º compleanno. Voglio anche dire che il nome di questa città tedesca mi è particolarmente caro, perché il mio lontano prozio Guglielmo Allevi insegnava letteratura italiana proprio all’università di Heidelberg ….. Mit Liebe und Leidenschaft. Qualcuno, in omaggio alla persona del tenore, e alla sua voce divina ha voluto poeticamente figurare quella morte nel pieno della giovinezza come un subitaneo invito ad entrare in Paradiso anzitempo, da quando la Madonna, ascoltandolo nel canto dell’Ave Maria, si era commossa al punto da volerlo subito accanto a sé nel mondo celeste e tra gli angeli cantori.
Il poeta Garcìa Lorca …. forse in un presagio di morte….scriveva: ….lasciatemi dormire un secolo, un anno, un minuto …. perché io sono l’immensa ombra delle mie lacrime…… E Neoz scriveva: Chi si ricorderà... del mio dolore e delle mie speranze... delle promesse avute e delle attese... della mia solitudine infinita.....là, sotto quelle stelle … lontane e tremule...
Fritz Wunderlich resta comunque un fenomeno umano di eccezionale grandezza. La sua voce fa pensare ai fatti salienti della storia e soprattutto alla fede, data la magistrale interpretazione canora appunto proprio dell’“Ave Maria”. Da ciò mi rivengono in mente i versi di Giosuè Carducci, nel suo “Canto dell’amore” …… che avevo riportato già in una precedente lettera e che amo di cuore riproporre nella presente anche per la bellezza di quei versi. Componimento sia pur riferito ad altro evento, che fu l’abbattimento della Rocca di Perugia. Io provo ad immaginare invece il senso di questi versi in riferimento alla fede religiosa. Ell'è un'altra Madonna, ell'è un'idea fulgente di giustizia e di pietà: Io benedico chi per lei cadea, Io benedico chi per lei vivrà. Riguardo comunque alla grandezza umana e alla celestiale bellezza e virtù della figura femminile, anche come ideale immagine …..al primo posto troviamo ovviamente la Madonna, alla quale, come figura, segue il nobile personaggio letterario di Alcesti …..(in Euripide). Una donna che sceglie la morte per l’amore e la salvezza del suo uomo……con l’atto straziante di dover salutare i figli prima del grande passo.... Queste sono le due figure femminili simbolo della grandezza umana. Dal lato infernale invece troviamo l’immagine di Lady Macbeth, l’orrenda donna che spinge, senza ritegno, al delitto e al sangue.
E ora, dopo il nostro omaggio a questi due grandi personaggi (Don Luigi e Fritz)….. torniamo alla non meno importante nostra quotidianità, nel senso di una riflessione su alcuni temi della fede e del rapporto tra fedeli laici verso gli ecclesiastici e viceversa ….. Alla fine, per le stesse funzioni religiose, si instaura un rapporto affettivo e di stima tra il prelato e la gente…Oppure esso rapporto viene meno per svariati motivi. E su ciò ci sarebbe molto da dire. Per prima cosa il rapporto si forma nel tempo e non è come un interruttore ON OFF che si possa accendere e spegnere, a seconda del grado di gradimento o di accoglienza del nostro sentimento da parte del prelato. Perché l’affetto è come l’amore….. o c’è o non c’è. Ed è indipendente dalla condizione di reciprocità. Nel senso che si può voler bene anche se il sentimento non è corrisposto. Come, per fare un esempio, nel caso di un ottimo padre verso dei figli irrispettosi e debosciati……O, nella stessa ipotesi, riguardo a dei bravi figli verso un pessimo genitore sregolato, indegno o avvinazzato. La casistica è grande. Diciamo questo come un senso di umana e generica riflessione. Perché riguardo ai nostri rapporti ……(quali amici di madre Maria)….con sua Eccellenza D’Ercole, sappiamo bene che Egli non ha certo bisogno di opinioni o variopinti pareri, né dei preti né dei laici. E sa anche ……di conseguenza e per farla breve…che noi….(a differenza di uno sgradevole recente passato….) seguiteremmo a volergli bene per le sue indubbie qualità ….. anche se ….per sola ipotesi ….non fossimo adeguatamente corrisposti, come molti già temono…
In riferimento a me e a queste lettere io naturalmente parlo con diverse persone. E come si sa ognuno ha la sua opinione in merito alle cose della vita. A volte però trovo ….. al di fuori di Valle Orta, idee talmente radicate, che sono come macigni mentali che non si possono smuovere di un solo millimetro. Sul piano poi ……dell’anticlericalismo …. Incontro pareri e ragionamenti talmente strampalati che non sono solo frutto di alcune menti ignoranti e male informate….ma di cervelli tanto distorti da partorire le congetture più assurde. Come viene detto quando si fa di tutta l’erba un fascio. Dove si confondono papi, preti, frati, vescovi, cardinali, sagrestani …..ove un’eventuale mancanza di uno solo viene attribuita a tutti, in cui santi e reprobi vengono messi in un unico calderone….nel quale non si fa distinzione tra uno starnuto e un delitto. E’ una cosa tanto inaccettabile quanto totalmente inutile a volerla controbattere, in certi elementi. Purtroppo, si pone a questo livello il generale disprezzo verso i preti…….come fossero posti tutti indistintamente sullo stesso piano. Non vedo cosa tanto più assurda e riprovevole di questa. Non è possibile concepire che incontrando un raro frutto guasto si debba ritenere che tutti i frutti siano tali. Eppure molti ragionano così. Parimenti però un qualunque parroco ……in generale…….anche al di là di vescovi e monsignori…. non può nella sua parrocchia farsi un quadro valoriale e virtuoso di alcune persone fors’anche più simpatiche, mentre altre non suscitano premura anche se per inferiori qualità oggettive. Quindi tenute in minor considerazione umana. Ma ciò creerebbe settori più amabili ed altri meno. Ed è come se nella parabola evangelica del buon pastore …..alcune pecorelle fossero più care ed altre meno. Anzi, al contrario…..le più sprovvedute e sperdute dovrebbero essere le più ricercate, difese ed amate…. E’ su questa scia che qualcuno comincia a dire …..sull’esempio ora citato …… che noi di Valle Orta siamo gente campagnola, di serie scadente e di poca considerazione, nei confronti ad esempio, della gente del Duomo e delle chiese ascolane più importanti. Ma questo è un’assurdità ……perché come abbiamo già mostrato …..ciò contrasterebbe con la carità cristiana, dal fatto che proprio per essere i più umili dovremmo appunto essere anche i più considerati. E non sarebbe concepibile …...(in seno alla Curia) …..neanche un ostinato e lungo silenzio totale …..di settimane, mesi, mesi e mesi…….verso di noi ….. come se non esistessimo, perché ci sono terremotati, tanti poveri……ecc……ecc…. quando basterebbe una semplice parola di saluto o una semplice cartolina per rompere il silenzio totale che diventerebbe alla fine talmente rumoroso e assordante…… da portare la gente a domandarsi…..”Ma perché??...che abbiamo fatto di male……per essere sgraditi e abbandonati??” ….Sono forse le stigmate di madre Maria…..a crearci avversità….come accadde anche a Padre Pio……. (e oltreché per interi decenni, anche alla nostra Mistica…..)….. da parte di importanti esponenti della Chiesa….?? Speriamo proprio di no….anche se le cose a volte si ripetono…..proseguendo su questa brutta strada…..”. Ma io, personalmente, sono talmente convinto che non è così, da mettere la mano sul fuoco, come Muzio Scevola, tanto è ferma la mia fiducia in Giovanni D’Ercole e che voglio ribadire in ogni occasione scritta o verbale. Pur se riporto fedelmente pareri ascoltati di ogni tipo, cercando anche di correggerli, ove possibile …..con tutta la mia buona volontà…. E ciò che ci nuoce comunque è questo limbo d’indecisione, che ci crea un’intima tensione nel non sapere minimamente come siamo e saremo qualificati noi amici di madre Maria….. se come sinceri e meritevoli fedeli, o dei semplici illusi. Nel qual caso l’avrebbero vinta alla fine quei preti nemici che pare non siano pochi in questo ambito……E a questi elementi con vari “compari” di quel tipo citato…(e senza offesa a nessuno)…… Capovilla, Maccari, Gemelli, Morgante …vorremmo insegnare una cosa per il fatto che ……non sanno quel che fanno…..E cioè che Gesù non è assente. Questa è l’unica certezza…. Ma si aggiunga a ciò che qualche disprezzato prete… tra costoro, le cui tendenze personali sono ben note a tutti …..e non mostra neanche un minimo di vergogna al riguardo….si è già espresso sulla chiesetta di Valle Orta. Ma ancora …...non rinnega… sé stesso e il suo comportamento.… …..per cui ci vuole una certa incoscienza a prendere nella comunione l’ostia da quelle mani impure…..
E nel merito, molti di questi elementi del tempio…..che non sanno quello che fanno…..nelle loro azioni….si rifarebbero a Cristo teoricamente, ma nella pratica sono solo protagonisti e rappresentanti di sé stessi, di solito al centro di qualsiasi manifestazione religiosa. Ricordo sempre, se non erro, alcune frasi di un anziano cardinale …che diceva ……noi ogni tanto ….dobbiamo scendere dalla croce …..con sacrificio……Come se …lo scendere dalla croce ……anziché starci inchiodato…...fosse una specie di seccatura……. Ciò mentre sedeva su di una soffice poltrona rivestita di raso, coi piedi poggiati su morbidi cuscini, con scarpine rosse (se ricordo bene) ornate da fibbie d’argento…. Ma qui siamo davvero in pieno manicomio. E c’è da domandarsi…….quanto potrebbe durare il cattolicesimo per questa via? Se non ci venissero inviati qualche santa o santo stigmatizzati?? Perciò…..alcuni di costoro non sanno né quello che dicono né quello che fanno…..
Per questo, nella prossima lettera n. 30 ristamperemo (a richiesta di diversi amici) un opuscolo (il n. 5 ), che non fu adeguatamente distribuito a causa di un forte temporale. Nel quale troviamo puntualmente descritta l’interpretazione psicoanalitica ..o meglio…psicopatica …..della scultura bronzea sul portale della chiesa dei frati, in Via 3 Ottobre, realizzata dal …….vescovo-pontefice …..Marcellus Morgante…..prudens et sapiens…..(sic!). Ciò a perenne memoria soprattutto di quei preti che non criticano la scultura, bensì criticano quelli che la guardano. Da ciò pensate un attimo in che pessime mani siamo (pur se in alcuni pochi casi) in fatto di clero, Chiesa e religione. ____________________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Gennaio 2018.
LETTERA N. 28, DEL MESE DI DICEMBRE 2017
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: Le mie lettere per madre Maria - Riflessioni e simbolismi nella Bibbia, nel quadro della grande verità di pensiero del concilio Vaticano II°. Forse il più grande concilio di tutti i tempi per l’eterna credibilità del cristianesimo – Le prime intuizioni di Platone sull’immortalità dell’anima espresse nelle opere del Fedone e del Critone, e il concetto dell’archetipo ……oltre alla geniale visione delle “idee”, come eterna divinità di un’Entità suprema – Alcune festività tra ebraismo e cristianesimo - Cenni su due grandissimi papi, per le loro encicliche: Montini e Ratzinger. Le verità religiose e della fede sono di noi cattolici e non dei protestanti.
Cari amici di madre Maria, iniziando la presente lettera numero 28 ho avuto l'impressione che alcuni, anche se pochi, vedono in questa mia insistenza di comporre scritti per madre Maria, come una istintiva tendenza a voler fare ancora il professore, nonostante l’età e a comportarmi d’abitudine in questo modo. Ma non è così. Ciò che scrivo, nel mio piccolo, non è solo un servizio alla verità, ma anche una gentilezza a chi è un po’ meno informato di me su tanti quesiti religiosi e morali, sempre nello spirito semplice ed amorevole di Maria. Ho anche detto moltissime volte che mi sono dedicato con tutta l’anima affinché la persona di questa santa donna fosse conosciuta nelle giuste dimensioni, a partire dalle stigmate non certo inventate da me, ma portate fino alla morte e lapidariamente, incontrovertibilmente certificate, insieme ai miracoli per sue intercessioni che ella ha saputo elargire, tra tanti che da sempre la seguono anche adesso con amore. Chi si ostinasse a chiudere gli occhi, a fare lo gnorri…. davanti alla sua tomba ….. per non vedere, a non voler conoscere, è pari a quei “negazionisti” che negano l’esistenza dei campi di concentramento tedeschi. Sono persone, secondo me dei poveracci, laici o ecclesiastici, sotto la triste influenza del Maligno, perché la loro comune caratteristica è di porsi contro la verità. Tra la luce e il buio scelgono il buio …… perché le loro azioni sono malvage……o almeno riprovevoli. Penso di aver chiarito il mio proposito. Ognuno poi creda quello che vuole. Perché la cosa dipende anche dallo spirito da cui si è animati, tra fede o miscredenza….. Non c’è altra spiegazione….
In questi giorni poi in cui si avvicina il Natale stavo riflettendo sul significato di alcune ricorrenze religiose che sin dai tempi antichi partono dalla Bibbia e dagli eventi in essa narrati. Sono anche i periodi, nel nostro piccolo grande mondo, in cui madre Maria osservava un digiuno talmente rigoroso che a volte si privava perfino dell'acqua. Mia mamma, che la incontrava quasi ogni mattina, era terribilmente impressionata da quei cilici con le punte di ferro. Perché quando Maria se li toglieva, non solo quegli oggetti erano insanguinati, (in aggiunta alle stigmate), ma soprattutto le stoffe con cui si fasciava il petto erano inzuppate di sangue e che mamma aiutava poi a lavare. Su tutto ciò, molti falsi e screditati “modernisti” (chiamiamoli così…..) insieme a diversi preti agnostici e soprattutto menefreghisti o propriamente cattivi, tra cui quel vescovo che fu il Morgante,... (con suoi dati certi di pessimo comportamento…..) la pratica dei cilici, (usati da che è mondo per la mortificazione del corpo e degli istinti), ……..l’hanno sempre vista come un deplorevole costume medioevale. Mentre essi che dileggiano i santi sono tutti pieni di modernità, come ricordavo in una precedente lettera…..Cioè a dire, questi gloriosi tipi …….la propria carne godereccia non solo non la mortificano, ma la tengono sempre pronta ai piaceri della vita, tra cui cibi raffinati, vesti paludate, abitazioni lussuose, e simili piacevolezze… (......a parte poi altri maggiori godimenti….. assiduamente ricercati). Al riguardo si è lamentato pubblicamente perfino Papa Francesco, per certi lussi e lo sfarzo. Figuriamoci che dovremmo dire noi, mendicanti d’amore per i nostri mistici !! E oltre alle privazioni, portare quelle ferite per tutta la vita non è certo uno scherzo. Ecco perché Padre Pio parlava di uno stillicidio che non si può comprendere. Una volta, mia mamma, conversando con madre Maria sui cilici, ebbe a dirle: ……..”o Maria, ma come fai a sopportare questo dolore? E perché lo fai?” Lei rispose che cercava ogni forza nella Madonna e in Gesù. E soprattutto questo dolore era la preghiera più profonda di qualunque altra orazione che potesse pronunciare, per mezzo della quale poi riusciva ad ottenere diverse grazie per molti sofferenti. Benché la Madonna, ella diceva, fosse piuttosto contraria a questo tipo di doloroso sacrificio. Il digiuno invece, insieme alla preghiera, erano meno gravosi e più accettabili, anche perché il Signore, al dolore, preferisce l'amore, in particolare verso il prossimo. Ma non dimentica certo che la sofferenza è la strada principale che conduce a Gesù. Il quale, come sappiamo, scelse la croce quale dono di sé nel dolore, per la redenzione umana. Mamma raccontava che quando Maria diceva queste cose, con parole semplici semplici……. il viso le si illuminava al punto che sembrava quasi un’altra persona, non sofferente com’era, ma piena di sorrisi e di gioia.
E a proposito di cilici, mi torna sempre in mente la vicenda del poeta Jacopone da Todi, vissuto ai tempi di Dante. Un giorno Jacopone ebbe una fulminea conversione religiosa. Mentre stavano ballando durante una festa crollò il tetto della casa che gli uccise la giovane e bellissima moglie, di nome Vanna. La disgrazia lo sconvolse al punto da farlo diventare quasi matto. Ma il motivo della conversione religiosa (che lo portò poi tra i frati minori) fu il fatto che addosso, la donna, sotto il prezioso vestito, portava un cilicio doloroso, come un voto di fede in Gesù. Un atto davvero sconvolgente, tanto più perché a lui sconosciuto. In seguito Jacopone compose e ci tramandò delle stupende poesie religiose.
Qualcuno, in merito al discorso su certi squalificati preti e vescovi, ha voluto farmi osservare che è disdicevole parlare male dei morti, i quali non hanno la possibilità di difendersi... Io rispondo che ciò in alcuni casi potrebbe essere vero. Ma c’è il fatto che io ebbi modo di scontrarmi col Morgante quando egli era in vita, anche in una discussione avvenuta all'interno di una tipografia, nella quale lasciò pure un debito che mi fu detto non pagò mai. In un altro caso, (quando stava per farsi costruire la tomba), promise solennemente al muratore Gabriele Virgulti un certo tipo di pagamento ……. una promessa che poi anche stavolta sistematicamente non mantenne nella forma…….. e pure con una certa strafottente ironia, in perfetta linea col suo carattere saccente. Perché, chi sceglie anche una sola volta la falsità e la menzogna, poi mentirà ad ogni occasione…….E proprio lui che aveva regalato edifici del valore di miliardi di lire……. di proprietà della Diocesi e non sua. Ma fermiamoci qui che è meglio….prima che mi venga anche a me la tentazione di autonominarmi pontefice.
Ma dico semplicemente che quando si parla di verità essa è sempre viva, indipendentemente dal fatto se siamo o meno vivi noi. E porto un esempio banale. Noi tutti sappiamo che Giuda Iscariota tradì Gesù. Per la qualcosa in seguito si suicidò. E allora……. forse che citando Giuda e parlando noi della sua obbrobriosa azione gli manchiamo forse di rispetto, a questo dannato reietto? Ci mancherebbe altro! E che rispetto potrebbe meritare chi commette azioni riprovevoli, da ipocriti….. “sepolcri imbiancati?” Non ricordiamo più che le proprie cattive azioni sono quelle che contaminano l'uomo, vivo o morto che sia? E perché?.....regalare palazzi, o farsi scolpire il proprio nome da pontefice…sarebbero buone azioni?
E tornando alle ricorrenze, non è che a noi cattolici interessano tanto le festività ebraiche, pur così profondamente radicate in quel mondo, ove in esse si impegna l’anima di un intero popolo. Tuttavia è sempre grande l’eredità trasmessaci da quei costumi così profondamente religiosi, nella centralità per noi cristiani della figura di Gesù, salvatore dell’uomo di ogni tempo, il quale senza il Cristo sarebbe il vero “ebreo errante” di questa umanità in cammino. In merito a ciò basti pensare all’importanza (insieme al Natale) della Pasqua, che gli ebrei chiamano…….”Pesach”. Ovviamente sono diverse le ragioni del festeggiamento. Per noi è la resurrezione di nostro Signore, ma per gli ebrei riguarda l’esodo dall'Egitto in direzione della terra promessa. Nell’arco di Dicembre noi abbiamo il Natale, quale nascita di Gesù. Per gli ebrei c’è la…… “Festa delle luci” (Hanukkà). Rileggendo queste date votive attirava la mia attenzione la curiosa coincidenza di un preciso giorno: il 5 Ottobre. Questa particolare data del calendario ebraico (detta “Simchat Torà”.....Gioia della Torà) corrisponde guardacaso sia alla data di nascita che a quella dell’ordinazione sacerdotale del nostro vescovo Giovanni D’Ercole. E’ solo una simpatica curiosità …….Parimenti a metà Dicembre, come sopra accennato, in questo parallelo, ricade la festa delle luci, (della durata di otto giorni) quale ricordo della riconsacrazione del Tempio, dopo la lotta dei Maccabei contro la dominazione straniera. Nel medesimo periodo si richiama….. (poco prima del nostro Natale), proprio nei giorni dell’hanukkàh, anche la “consacrazione” a vescovo di sua Eccellenza. Certo è che non voglio dare alcun riferimento astrologico a queste citate coincidenze. Sono solo io che ho voluto curiosamente vederci un buon auspicio, nella presenza del nostro caro Pastore e guida spirituale. Il quale, quanto prima (e compatibilmente coi suoi impegni) penso sarà tra noi a Valle Orta. Mi sentirei di rassicurare gli amici, come per un impulso del cuore, pur senza una specifica promessa ricevuta….. Ricordiamo anche che Egli ha come stemma il lapidario detto …….. IN MANUS TUAS …….. che corrisponderebbe alle ultime parole di Gesù sulla croce, che in latino sono……..In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum. E cioè …….. Nelle tue mani o Padre raccomando il mio spirito.
E ora mi è opportuno tornare ad alcuni temi della Bibbia e alle motivazioni del perché non è possibile prendere alla lettera tutto quello che troviamo scritto nel sacro testo…….sempre sullo sfondo di antiche diatribe coi protestanti. Cose che fanno discutere da sempre…….anche cattolici ed ebrei. Prendiamo ad esempio il primo quesito di come si sia sviluppata l'umanità. Cioè a dire da Adamo ed Eva sono poi discesi tutti gli uomini. Sorge così la prima domanda terribilmente imbarazzante di come si sono riprodotti da questa prima coppia poi tutti i discendenti. Da ragazzi ci chiedevamo……ma come è mai possibile che il Signore nella sua infinita onnipotente sapienza e potenza non abbia potuto trovare un altro sistema per produrre l'umanità in alternativa all’orrendo, immorale e ripugnante sistema dei rapporti consanguinei e di incesto, tra fratelli e sorelle. Una cosa che fece perdere la fede a tanti compagni dell’adolescenza, lasciando anche me fortemente titubante, pur rimanendo credente. E in seguito, conobbi tanti che si sono poi rotta eticamente la testa su questo inspiegabile scoglio. Poiché al di là del tempo antico o moderno che sia, i figli di due genitori sono sempre fratelli e sorelle. E dato che l’umanità sarebbe scaturita da questa prima coppia, fu certamente necessario che oltre a Caino e Abele (dentro o fuori il paradiso terrestre e prima che quest’ultimo morisse) …..nascessero inevitabilmente delle femmine, al di là di Eva e come figlie di Eva, ma sempre primigeni consanguinei, nel riprovevole atto appunto dell’inevitabile incesto. Ma questa situazione sorge perché? Perché essa risiede nella mente dell’uomo antico e nella sua primitiva configurazione della nascita dell'umanità. Dio dettò, o, forse anche meglio, ispirò i dieci comandamenti a Mosè. Ma non risulta che il Signore si sia messo a fare il correttore di bozze di tutti gli antichi scritti e racconti, stilati (lo ripetiamo ancora) secondo la lingua, i caratteri e la mentalità degli scribi del tempo. Quando non fu trovato di meglio come rappresentazione del creato…. di un rassomigliante criterio scaturito in un mondo distante come quello greco …. E cioè, il simile immaginifico concetto di Platone, circa l’esistenza primordiale di un archetipo, secondo cui, per esempio, da un cavallo si risale a un altro cavallo, sempre più indietro, fino a giungere inevitabilmente all'archetipo del primo cavallo, come primigenia creatura …..(e per ogni altra cosa esistente) generata dalle idee immortali dell’iperuranio. Ma, per Platone, non idee come umano pensiero, bensì come divine entità a sé stanti, creatrici delle cose, del mondo, dell’uomo e della storia. Insomma, divinità ….ante litteram …al di sopra degli stessi Dei pagani; un po’ com’era concepito lo stesso fato, come destino ineluttabile, a cui nulla può mai sfuggire, né uomini né Dei…….
Il concetto dell'evoluzione della specie, anche come idea di creazione e dell'opera di Dio era di là da venire come scoperta scientifica oggetto di eterna ricerca, come propugnava Teilhard de Chardin, (con la sua noosfera), il grande gesuita paleontologo, citato ormai anche dai pontefici. In quanto in perfetta linea con le odierne tesi del concilio Vaticano II. In altre parole le figure di Adamo ed Eva sono proprio un archetipo anche come rappresentazione simbolica delle prime amebe aggregate in un continuum della vita, dai primi esseri viventi creati da Dio in un processo però aggregante della materia organica e biologica in continua evoluzione .....anziché come manuale impasto, dell’archetipo del primo uomo, dapprima impastato e poi animato con divino soffio vitale, come anticamente si era creduto e rappresentato. Adamo ed Eva quindi sono un simbolo rappresentativo dei primi esseri viventi che si muovevano in un ambiente ostile, popolato da mille ostacoli, col superamento dei quali ogni individuo ed ogni specie dell’intero mondo animale (e col nascente anello umanoide) ……si rafforzassero in un incessante sviluppo di lotta e di dominio. Dove alcuni si estinguono ed altri si impongono, nella norma fatale del nascere, del vivere e morire. Qualunque rivalità e qualunque scontro trova qui quel primitivo istinto di vincita e di sopravvivenza. E’ legge della materia animata e organica, comunque la si rigiri, dai virus agli esseri più complessi. E anche ogni tipo di guerra trova qui il suo primordiale impulso. Con l’uomo superiore sono nate poi le leggi di comportamento etico e morale, e la coscienza della pace, col progressivo superamento della ferinità animale. Pertanto l’etica è come la cultura, la quale (ci dice Hans Georg Gadamer), «…….è l'unico bene dell'umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande. »
Bisognerebbe ammettere però che in passato la Chiesa è stata piuttosto restia ad accettare il progresso e lo sviluppo tecnologico. Ma il poeta Giosuè Carducci, col componimento “Inno a Satana” intendeva esaltare nella simbologia del treno proprio il progresso e non certo il demonio. Tanto che scrisse anche un “Inno a Geova”.
Si parlava dunque del grande studioso e scienziato Teilhard de Chardin. Le sue tesi biologiche e filosofiche, sulla base della sua grande fede cristiana, non sono forse ancora ben comprese. Ma sentiamo cosa dicono di lui due ultimi grandi papi, Montini e Ratzinger. Paolo VI, in un discorso sui rapporti tra scienza e fede si riferì a Teilhard come ad uno scienziato che, proprio nello studio della materia, fosse riuscito a «trovare lo spirito», e come la sua spiegazione dell'universo manifestasse, anziché negare, «la presenza di Dio nell'universo quale Principio Intelligente e Creatore»[2] Successivamente, Ratzinger, quando era ancora cardinale, nei …….Principi di Teologia cattolica, del 1987, ammise che uno dei documenti principali del Concilio Vaticano II°, la Gaudium et Spes, fosse fortemente permeata dal pensiero del gesuita francese. Benedetto XVI inoltre ha affermato che quella di Teilhard fu una grande visione per cui alla fine avremo una vera liturgia cosmica, e il cosmo diventerà ostia vivente[3]: è l'idea della noosfera. “Nella nostra coscienza, in ciascuno di noi, l'Evoluzione si rispecchia e scorge se stessa". Questa grande sintesi avviene mediante una prospettiva che si fonda sull'evidenza di un ininterrotto processo di complessificazione" degli elementi in evoluzione: dal Big Bang all'Uomo e da un'Umanità divisa ad un'Umanità che converge verso un punto futuro di completa unificazione (il "Punto Omega"). Sinteticamente è il suo modo di concepire l'intera evoluzione, cosmica, biologica e spirituale. Siamo così entrati in una visone “olistica” del mondo. Per questo Teilhard de Chardin è stato il primo a vedere l'intero universo coinvolto in un unitario processo evolutivo: «dalla materia allo spirito». L'idea di un mondo, e non solo il mondo vivente, ma la terra e attorno a lei le galassie e l'universo sono coinvolti in un unico processo di trasformazione, in cui i vari cambiamenti sono interrelati dalle sue personali ricerche di paleontologia umana.
E per concludere, c’è un altro punto assurdo, ma comprensibile per la visione che allora si aveva del mondo …… perché la Bibbia non mente, ma interpreta la realtà, rappresentandola secondo la mentalità del tempo…. come più volte detto…. Questo episodio lo troviamo nel libro della Genesi (18), quando si parla di Abramo e dei dieci giusti che potrebbero trovarsi in Sòdoma e Gomorra, per la qual cosa non sarebbe lecito distruggere due grandi città con la morte di tutti gli abitanti, compresi loro. Anche nel caso vi si trovasse lì un solo giusto. E d’altronde poi i bambini non sono forse innocenti come i “giusti” perché non portatori di alcun peccato?
20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Ma perché? Secondo questa semplicistica descrizione (come ebbi ad obiettare una volta ad alcuni testimoni di Geova) ….. nella sua natura di Dio onnisciente e onnipotente non lo sa già!? Non conosce già tutte le cose?? Come è stato sempre insegnato? Che significa……scendere....lo voglio sapere….voglio vedere??... Se uno dice……lo voglio sapere….è perché ancora non lo sa ……se dice……lo voglio vedere …… è perché ancora non lo ha visto ….. Ma sono sempre caratteristiche e comportamenti umani, come fosse un re, perché Dio….per sapere e vedere ….. non ha bisogno né di scendere né di salire. Dio conosce già, perché da Lui stabilito, il destino di ogni uomo e della terra. Nel catechismo cristiano non abbiamo forse imparato che Egli è uno….spirito purissimo che si trova in cielo, in terra e in ogni luogo?…… Ecco perché la nostra Chiesa, nell’ultimo illuminato Concilio, ha saputo reinterpretare con sentimento religioso ancor più profondo la visione cattolica del mondo e anche dei sacri testi…. non più in contrasto e in rivalità con la scienza, bensì in collaborazione con essa, per il trionfo di ogni verità universale, etica e scientifica. E potremmo anche dire che la verità di una scoperta scientifica o di un’invenzione non è meno valida perché proveniente da un eventuale soggetto non credente.
Ecco la straordinaria importanza anche di Teilhard de Chardin, secondo i due grandi papi citati. Ed ecco perché molti eretici e protestanti sono rimasti ancor oggi impantanati in un terreno appannato e caliginoso, ove tuttora non si vede chiaro e risulta bandita ogni logica umana e di pensiero, nell’irrisolta chiarificazione di un antico e complesso linguaggio, fatto di dubbiosi segni di diversi idiomi.
Tralasciamo poi qui, perché troppo scabrosa, la storia di Lot, (nipote di Abramo e figlio di suo fratello Aran). In un drammatico viaggio, dopo la distruzione di Sòdoma e Gomorra, costui con le sue due figlie andò ad abitare in una caverna di montagna. Le due ragazze, nella esasperata convinzione che non avrebbero più trovato dei maschi con cui procreare, presero …..dice la Bibbia…. la disperata decisione di stuprare il proprio padre, dopo averlo fatto adeguatamente ubriacare. Dopodiché si unirono sessualmente a lui, dando così inizio alla discendenza dei moabiti e degli ammoniti. Come si può vedere la Bibbia però è molto veritiera sui vizi e le disgrazie umane, su cui non tergiversa, ma dice ….questo si … le cose come stanno. L'altro punto assurdo è quando si dice che, dopo i 7 giorni di creazione…. Dio si riposò ….ovviamente perché stanco…..Ma sono sempre caratteristiche umane nel senso che si umanizza Dio come un qualunque lavoratore che dopo 7 giorni di duro lavoro si deve riposare. E siamo sempre, come già detto, in una situazione mitica dei vari accadimenti, in cui si descrive Dio in una immagine umana.
Nella coscienza di queste considerazioni, anche al di là dell’ultimo Concilio, tutti i protestanti hanno torto, nel non saper vedere la vera sostanza dell’uomo e degli eventi raccontata nel testo sacro. E noi cattolici abbiamo davvero ragione, perché siamo credenti, ma anche razionali. Punto.
Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Dicembre 2017. ________________________
LETTERA N. 27, DEI MESI DI SETTEMBRE-OTTOBRE 2017
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e, per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO GIOVANNI D’ERCOLE
OGGETTO: gli argomenti della presente lettera n. 27 sono sempre attinenti ai temi della fede, dato lo scopo per cui esse vengono compilate. Il tutto incentrato sempre sulla figura di madre Maria Giacobetti, ai fini del riconoscimento ufficiale delle sue virtù religiose – Grazie e miracoli nella mia famiglia per le sue intercessioni: a me, adolescente, dopo un grave incidente a scuola; l’annuncio di Maria della nascita di una mia sorella, prima ancora che fosse concepita; la guarigione istantanea di un’altra mia sorella all’età di quattro anni, da una grave malattia; - Tutti cenni dei ricordi di fatti (anche di altre persone) …..già narrati in precedenti lettere - Utilità o meno delle stesse, come testimonianza per la sua beatificazione – Le centinaia di visualizzazioni di tali scritti in Internet, come segno di un interesse mai sopito sulla figura della nostra santa – Il tema delle eresie delle varie sette protestanti – La Bibbia ed i testimoni di Geova in particolare, nelle loro predicazioni - Il grave errore dei protestanti nella interpretazione della Bibbia alla lettera e la sapiente visione cattolica tra mito e scienza non rinnegabile, dopo il Concilio Vaticano II. La positiva presenza del caro nostro attuale vescovo Giovanni D’Ercole, come una luce tanto attesa, dopo il buio e lo squallore del recente passato curiale – Il 5 ottobre è stato il suo compleanno, che coincide anche con la sua ordinazione sacerdotale. Per non intasare la sua e-mail pensavo di fargli gli auguri anche a nome di altri amici con la presente lettera numero 27. Ma poi ciò non mi è riuscito perché si sono allungati i tempi di compilazione e stampa. Ma ci sono altre sue ricorrenze ufficiali (a parte quelle intime e familiari) per chiunque volesse fargli gli auguri: quali …….Il 14 novembre, il 12 dicembre, il 12 Aprile e il 10 Maggio -
Cari amici di madre Maria, a quei pochi che credono che le mie lettere forse non servono a nulla dico semplicemente che io non vado cercando fama per qualche mio interesse personale, ma seguo l'impulso del cuore che mi spinge a fare qualcosa per il buon nome di madre Maria. E nella considerazione che molte persone non hanno dimestichezza con Internet, distribuisco pure a mano le mie lettere. E posso riferire una cosa che mi dà gioia nel vedere il conto delle visualizzazioni in Internet dove queste mie epistole vengono esaminate con una certa assiduità nel sito di madre Maria, raggiungendo nell'arco di appena 20 giorni un numero di oltre 400 letture tra i nostri frequentatori che mi dicono essere presenti anche a Roma. E se pensiamo che ogni lettore riferisce l’argomento ad altre persone ……. si raggiunge un numero di conoscenti che per ora varca già la soglia del migliaio. E non è poca cosa, come inizio nel nostro piccolo mondo piceno. Poi ognuno apprezzando o non apprezzando si fa l’opinione che vuole. E tutto ciò, secondo il sacro impegno che il nostro amato presule Giovanni D’Ercole ha veramente preso al riguardo della beatificazione di madre Maria. Con questo intendo anche rispondere alle domande e quesiti di numerosi amici che mi hanno interrogato in merito. Dicendo io subito a loro che nessuno di noi può mettere fretta a sua Eccellenza D'Ercole, stante non solo il gravoso impegno gestionale della Diocesi, ma in più vi è la pesante situazione dei terremotati, che tuttora attendono risposte ed aiuto nella loro sempre gravosa condizione umana, familiare, economica e spirituale. E se molti di noi, lo so bene, vedrebbero con maggior simpatia e riconoscenza qualche sua presenza in più nella nostra chiesetta di Valle Orta, ciò non significa che il vescovo ci trascura. Giacché comprende benissimo che non sono tante le chiese costruite da una locale persona santa del nostro tempo. Poiché ce n’è una sola ……una soltanto……la chiesa di madre Maria………. Ma quanti, io mi chiedo, lo vogliono capire veramente? Affogati come siamo nell’indifferenza, qualunquismo e miscredenza…. E circa il riferimento al pensiero di alcuni che credono che il vescovo non venga a trovarci per non scontentare qualche squalificato, disprezzato e (quel che è peggio) ….. deviato prete, (che non dovrebbe non dico toccare, ma neanche avvicinarsi all’ostia consacrata)…… rispondo soltanto che ciò contrasterebbe con la forte personalità di sua Eccellenza, non disposto a farsi condizionare da nessuno, tanto meno da lingue viziate, corrotte ed inclini al male. Riguardo a ciò, comunque, io posso dare la mia parola d’onore, davanti alla tomba della nostra santa, e per l'amore che mi distingue per lei, che il nostro vescovo non trascurerà la procedura di beatificazione nel modo più assoluto, nel comprensibile timore degli amici che egli possa rinviare l’intera faccenda a data da destinarsi, come spesso si fa quando su una cosa non si vuole agire. Ma questo non è e non avverrà sicuramente. Mi sento io di garantirlo. Dato che quelli che conoscono l'uomo, prima che del vescovo, dicono tutti che Giovanni D'Ercole non ha mai trascurato nulla nei suoi impegni presi, figuriamoci se possa trascurare le cose di religione a cui ha dedicato totalmente la sua vita. Quindi, in queste modeste righe mi sento di riporre tutta la mia fiducia e quella dei miei amici nella sua integerrima persona di sacerdote e di pastore di anime.. Egli ci dona così e quanto prima, con l'inizio di tale processo, il grande dono che aspettiamo ormai da quasi mezzo secolo. E nel merito ci dà grande gioia il fatto che il suo nome di prelato così atteso e diventato a noi tanto caro resterà non solo scolpito nella storia della nostra antichissima Diocesi, come una luce dicevamo maggiormente splendente (a fronte del precedente squallore)……ma anche e soprattutto resterà legato alla liturgia delle preghiere e delle sacre funzioni…….”in primis” certamente per le proprie qualità personali, ma anche e in aggiunta con l’acquisito merito, partito dalla modesta chiesetta di Valle Orta verso il corollario dei santi di nostro Signore Gesù, vissuti in tutti i secoli. Tra cui sono certo che anche Padre Pio (insieme a madre Maria, …….per quel seme di fede in più piantato nel suo nome di santo del Gargano)……sarà riconoscente con mille benedizioni al nostro amato episcopo, per ogni cosa che egli farà a beneficio della parola di fede.
Sono questi i temi della vita che interessavano tanto madre Maria, pur nella semplicità del mondo rurale della nostra gente e anche della sua persona, come per altri. Un mondo di duro lavoro, di quotidiana preghiera, di cilici e di sanguinanti ferite. E sono sempre questi i temi che vogliamo e dobbiamo ripetutamente trattare in tutte le nostre lettere …………….
Adesso vorrei dare ancora un piccolo cenno su quel tipo di eretici che sono i testimoni di Geova che troppo spesso bussano alla porta delle nostre case per convincerci e convertirci alle loro posizioni, con la pretesa, innanzitutto e per prima cosa di rinnegare il cattolicesimo. Avendo io, in quei dialoghi, citato il nome di madre Maria…..a un certo punto il discorso cadde anche su due temi centrali del credo cristiano: la Bibbia ed i santi….. La risposta che mi diedero su Maria, circa la loro visione delle cose religiose, fu davvero sconcertante. Perché denigratoria non solo verso questa persona, come fanno anche certi preti, ma anche nei confronti di Padre Pio, ambedue a noi tanto cari, con tutti gli altri santi che i testimoni di Geova non riconoscono, vedendoli come false figure e falsi elementi della fede. Roba da matti! Se si pensa che il solo Padre Pio ha convertito persone a milioni si comprende che nella mente dei testimoni di Geova regna proprio la pazzia allo stato puro.
Ma il loro attaccamento alla Bibbia e particolarmente al vecchio Testamento a volte assume un aspetto quasi ridicolo, nel prendere tutto alla lettera, senza confronti e senza ragione. Ora noi sappiamo che ci sono tante mitizzazioni nel racconto biblico pur se di un popolo da comprendere e rispettare, quali nostri fratelli maggiori come sono stati definiti gli ebrei.
Comunque, i biblisti
cristiani usualmente fanno riferimento ai primi cinque libri
della Bibbia ebraica col titolo "Pentateuco" ("cinque astucci"),
termine usato per la prima volta dall'ebraismo ellenistico di
Alessandria d'Egitto, per indicare i contenitori dei rotoli di
papiro su cui i cinque libri erano scritti e arrotolati. Nel
nuovo Testamento i cinque libri sono chiamati semplicemente "la
Legge", o Legge mosaica………………………………. Perché ritengono che noi siamo in errore come cattolici. Così come noi sappiamo benissimo che sono proprio loro in errore sia come protestanti e sia come cristiani. Tutto questo accade perché c'è una carenza di spiegazioni che è difficile attuare da parte dei nostri sacerdoti e dei nostri credenti. Anche se questi altri diversi cristiani quali sono i “testimoni” camminano anch’essi sulla strada del cristianesimo e della fede in Gesù Cristo. Tuttavia sono in errore. Su molte cose e non solo contro la stima e venerazione dei santi, ma ancor più grave contro la Madonna stessa. Al confronto perfino i musulmani superano i testimoni di Geova nel rispetto della Madonna, che spesso essi chiamano……”la tutta santa”. La quale per noi cattolici è aiutante e coadiutrice della salvezza umana insieme al figlio Redentore.
Stante però il mio discorso esso suona un po' strano che mi occupi io come un qualsiasi laico….. dei temi così attinenti alla sacralità delle cose di religione, al posto proprio di alcuni uomini di Chiesa. Ma questa ormai è la mia vocazione e la mia totale dedizione alla nostra mistica Maria. Assiduamente penso che nella mia famiglia ….. (lo voglio sempre ripetere) non solo l’abbiamo conosciuta bene, bensì l’abbiamo proprio frequentata quasi ogni giorno, come in particolare accadeva a mia mamma.
Una delle questioni più dibattute che vede da una parte la giusta corrente del pensiero cattolico ……dall'altro lato troviamo i temi delle varie sette che annoverano una miriade di convenzioni e convinzioni….di predicazione, di aspettative intorno alla figura di Gesù ……. Per cui ogni tanto sorge qualche nuovo profeta che parla di tante cose e particolarmente della seconda venuta del Cristo……
Ciò è accaduto in America
come in Europa ….. Non solo riguardo ai testimoni di Geova, ma
anche agli avventisti del settimo giorno e a tutti gli altri
millenaristi (o chiliastici…)….o come si vogliano chiamare …………
…. In una precedente lettera ebbi modo di ricordare che è davvero strano che, a distanza di secoli, da Origene e Tertulliano, ci ritroviamo a trattare gli stessi quesiti. Non dobbiamo più controbattere Celso (feroce denigratore dei cristiani, in nome dei vecchi “Dei” pagani) come, ripeto ancora, dovette fare Origene. Ma, ora, la polemica è anche più insidiosa tra tante eresie cristologiche, nate in seguito, quali:………… l’arianesimo di Ario, eppoi troviamo nel complesso, sia pur non in ordine cronologico: ….............. marcioniti, montanisti, nestoriani, pauliciani, messaliani, bogomiliani, luterani, giansenisti, anglicani, riformati, testimoni di Geova, evangelisti, calvinisti, anabattisti, muntzeriani, zwingliani, metodisti, quaccheri, ortodossi, pentecostali, carismatici, avventisti del settimo giorno, millenaristi (o chiliastici), mormoni, amishiani, patarini, catari (detti anche albigesi) ecc. ecc… I montanisti, per un particolare caso, riuscirono ad irretire anche il grande apologista cristiano che fu Tertulliano
Un errore gravissimo sarebbe quello di cadere anche noi nell'assurdità di prendere alla lettera tutto il contenuto della Bibbia. Come se essa fosse stata dettata parola per parola personalmente da Dio, quasi che le “scritture”, (come gli ebrei definiscono il loro sacro testo) fossero solo storia di Dio, tra suoi interventi e guida, mentre invece è la storia umana (con tutti gli errori, le abiure e le guerre) ….. di un popolo come quello israelita che è stato il primo al mondo ad avere una visione monoteistica della religione. Una eredità passata a noi della fede nell’unico Dio, insieme però a tutte le vicende drammatiche delle lotte e immolazioni nei percorsi del loro cammino. Pertanto era logico e naturale che tali antenati formulassero, dati quei tempi, dei concetti e delle spiegazioni mitiche e mitizzate per rappresentarsi il mondo, la creazione e l’origine della vita. Poniamo l’esempio di quando si tentò di calcolare l'età della creazione contando le generazioni di padre in figlio che si sono succedute nel mondo ebraico. Sappiamo bene che la cosa è un'assurdità. Ma dobbiamo renderci conto che questi nostri antenati cercavano di dare una risposta a tanti perché. Quindi, oggi la scienza ci fa sapere che l’era dei dinosauri risale a centinaia di milioni di anni fa e che la terra non ha 7 o 8 mila anni, bensì quattro miliardi di anni. Certo è che non si può dubitare della scienza e della catalogazione della vita secondo il carbonio 14. Ma ciò non significa che la Bibbia abbia mentito. In verità si è sempre soltanto cercato di immaginare e quindi dare una spiegazione all’esistenza delle cose. Gesù (certamente fornito di conoscenza onnicomprensiva) non poteva ovviamente mettersi a spiegare cosa fossero i dinosauri o le ere del tipo cretaceo. Sarebbe stato preso per pazzo e rinnegatore delle scritture………………. Un altro elemento della mitizzazione sta nel racconto del serpente che parla ad Eva per corromperla ed indurla a disobbedire a Dio. E per quale motivo nel teatro della creazione entra in scena il serpente?, con virtù affabulatorie e di parola? È chiaro che occorreva individuare un elemento animale istigatore per il gravoso compito della ribellione, dato che l'umanità è al momento in via nascente, col solo Adamo ancora senza Eva. Viene individuato il serpente per il semplice fatto che è l'essere più ripugnante uscito dalla creazione e quindi anche personificazione del male. E perché poi tutti gli animali sarebbero stati creati ancora prima degli uomini è un dato irrazionale eternamente inspiegabile, se però non ci fosse ora l’ausilio delle scienze, circa l'evoluzione della vita e delle specie. Un ulteriore elemento favolistico sta nell'idea che Adamo non se la sente di scegliere una compagna tra le femmine del mondo animale. Cio è sicuro perché non vedo come potrebbe essere al contrario, nella scelta tra una elefantessa, una giraffa o una coccodrilla. Dato ciò, nella formulazione del mito, il Signore fu costretto a togliergli una costola per impastargli Eva. Perché era proprio quella che ci voleva. Ma il Signore lo sapeva bene ancor prima d’impastare Adamo. Sono però tutte figurazioni immaginifiche e di umana fantasia, altro che accettazione dei miti alla lettera, secondo questi protestanti. E se noi cattolici ci ponessimo tutti sulla stessa strada dell'incomprensibile, dell'impossibile e della favolistica dei miti…..nel giro di poco tempo perderemmo completamente la fede dei giovani. I quali tra l'altro non sono certo assidui frequentatori delle chiese, già adesso abbastanza vuote, sullo sfondo di un mondo ateo e miscredente. E con i giovani spariranno piano piano di conseguenza anche i sacerdoti. Ciò pure dal fatto di restare noi aggrappati alle fantasie delle storie ebraiche, in cui nessuno può credere più. Ma come già detto prima non significa che la Bibbia abbia mentito. Ha solo cercato di spiegare le cose circa il grado di conoscenza proprio di quei tempi. Altra cosa è il Talmud, come regole e consuetudini di vita, composto dallo studio e insegnamento, tra i dettami dello scritto gerosolomitano e quello babilonese. Riguardo poi ai catari, al fine di estirparne l'eresia i papi indissero perfino delle crociate contro questi altri cristiani. Ma il tentativo di convertirli per via pacifica e persuasiva va al merito di San Domenico di Guzmán, che fondò l’Ordine domenicano.
Per i Catari la vittoria
massima del Bene contro il Male era la morte, che liberava lo
spirito dalla materia, e la perfezione per ogni càtaro era
raggiunta quando egli si lasciava morire di fame…………………………….
Oggi ci sarebbe un altro atto di tipo eretico completamente stupido, come quello di mettersi in mezzo alle diatribe dei cosiddetti creazionisti ed evoluzionisti, perché ambedue sbagliano in tante loro tesi. I creazionisti perché prendono quasi tutto alla lettera nelle sacre Scritture……... mentre gli evoluzionisti escludono quasi a priori il necessario intervento di Dio. Da un altro lato ancora gli scettici e i miscredenti sanno fare solo una cosa…. negare tutto e non credere a niente. Così essi pensano di risolvere il problema della conoscenza negando la conoscenza stessa……. Così come uno che ha sete volesse negare l’esistenza e la vitale necessità dell'acqua.
__________________________________________ Il Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Ottobre 2017. ________________________ Se qualcuno vuole scrivermi: il mio indirizzi e-mail è: vincenzo.allevi@gmail.com occorre ricordare pero’ che la presente lettera la si trova a breve in internet, al di sopra di quelle precedenti, col titolo Maria Giacobetti, ________________________
LETTERA N. 26 dei mesi di agosto-settembre 2017.AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTIe, per conoscenzaAL VESCOVO DON GIOVANNI D’ERCOLE
Oggetto: Una particolare “svista” (tipo lapsus) nella benedizione del papa in latino e una breve e comune riflessione sul problema degli emigranti, perché il problema è sentito anche a Valle Orta. Mentre la presente lettera andava in stampa abbiamo notato che nelle benedizioni il papa si è corretto (o è stato corretto), non usando quasi più la formulazione in latino….. In nomine Patris….. ecc...ecc… (eccetto nell’Angelus del giorno 16.4.2017, in cui però pronuncia la dicitura in modo esatto….). Usa invece quasi sempre le due diverse formule …….Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito santo…...che in latino è ….Gloria Patri et Filio et Spiritui sancto……. Qui si che va bene la parola Spiritui…..perché siamo al dativo. Ma il pontefice usa anche la formula al nominativo dei nomi………(benedictio Domini.)...... Pater, Filius et Spiritus sanctus. E così il problemino su cui abbiamo discettato più avanti nella presente lettera è stato finalmente risolto, con buona pace di tutti, latinisti e non latinisti. Amen! Un ultimo particolare. Nell’Angelus del giorno dell’ascensione della Madonna, martedì 15 Agosto c.a. 2017, il nostro pontefice ha commesso un altro piccolo perdonabile errore. Nella benedizione ha detto…..Pater, Filius et Spiritus sancto ……… mentre è corretto dire …..Pater Filius et Spiritus sanctus. Ma sono piccole quisquilie, o come diceva Totò…pinzellacchere…… E siamo anche contenti di aver chiarito l’argomento prima che il presente appunto venisse inserito in internet.
Cari amici e fedeli di madre Maria, in tutte queste lettere e scritti di amicizia e di affetto per la nostra Santa abbiamo trovato sempre con la sua spirituale ispirazione mille motivi di fede, nella lunga battaglia condotta per il riconoscimento delle sue virtù religiose. Diversi amici e nostri lettori (insieme a molti critici ed avversari) hanno creduto che con un paio di lettere al massimo si sarebbero ben presto esaurite le nostre argomentazioni di sostegno apologetico a Maria, in mancanza delle quali sarebbe finito ogni scritto ed ogni appunto al riguardo. Ma così non è stato perché le cose da dire sono sempre tante. Non si tratta di parlare sempre e soltanto della persona di Maria. Perché le argomentazioni di natura religiosa e di umana professione sono sempre a portata di mano e ogni giorno se ne aggiungono di altre, Come ad esempio il problema degli emigranti che sta diventando una vera e propria tragedia, sia per loro che per noi, in quanto il fenomeno è ormai di fatto una vera invasione della nostra Italia. E si sta dividendo profondamente la coscienza non solo di noi cattolici ma di tutti gli italiani in generale. Ma riaccenneremo più avanti al discorso sugli emigranti per parlare qui di un'altra cosa che mi sta particolarmente a cuore. Perché ora vorrei parlare di un argomento apparentemente futile e senza importanza. Ma il fatto…... riguardando papa Francesco …… acquista di per sè una naturale importanza. E inoltre ciò costituisce anche un piccolo arricchimento degli argomenti con cui rendiamo un buon servizio alla verità e anche meno noiosi gli argomenti di queste lettere per madre Maria. L’evento è attinente all'uso che si fa del latino, non solo nelle preghiere fino al recente passato del Concilio Vaticano II°, ma anche adesso in alcune costanti procedure liturgiche, come appunto nella domenicale benedizione in latino del pontefice alla folla raccolta sotto la sua finestra, in piazza San Pietro. Pertanto, alla domenica generalmente io sono solito ascoltare qualche messa in TV e anche alcune omelie del cardinale Ravasi. Eravamo allora in una domenica di Aprile del 2014. A un certo punto ascoltando proprio la benedizione del papa in latino mi accorgo che egli purtroppo commette un grossolano, vistoso errore che non farebbe neanche uno studente del primo liceo. o ovviamente riferisco la cosa come un fatto curioso e anche un po' divertente, ma non per fare il saputo professore che sa tutto lui, perché capita a chiunque di sbagliare. Può succedere anche al papa. Ora noi sappiamo tutti che il latino è una lingua codificata e nel suo genere perfetta e immodificabile come lingua universale del passato, e anche madre delle 7 lingue neolatine e di chissà quanti dialetti. Ma non è questo il punto, perché non si tratta di un'opera storica o di qualche famosa orazione, bensì si tratta puramente della semplice benedizione che il papa impartisce al popolo e che in italiano nella bocca di qualunque sacerdote è semplicemente…….Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo…...amen! E che in latino è….In nomine Patris et Filii et Spiritus sancti …...amen! E l’errore del papa dove sarebbe?.....Sta nella parola …….Spiritus…… che egli invece dice Spiritui…. cioè a dire dovrebbe pronunciare come sopra detto ……. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti …...amen! …..Invece dice... In nomine Patris et Filii et Spiritui Sancti ……amen! Insomma, comunque la parola “spirito” (che è un sostantivo, cioè a dire un nome) segue la quarta declinazione …...dove il nominativo e il genitivo sono uguali ….Spiritus, Spiritus …. (come currus currus……) e non segue assolutamente la seconda declinazione, com’è nelle parole del papa. Ma a un dato momento ho pensato che forse ho capito male io, ed il lapsus, cioè l’errore può essere stato mio. Ma nel giro di pochi minuti mi telefona mio figlio che stava ascoltando per caso la radio …..che mi dice: …….”Lo sai babbo cosa ho sentito alla radio? Che il papa ha commesso un errore nella benedizione in latino……”. Rispondo:.... “guarda il caso l’ho notato anch’io che lo stavo ascoltando in diretta alla televisione……. Allora avevo capito bene……..”. Riguardo a ciò io dico che ovviamente chiunque può sbagliare. Penso anche a chissà quante volte ho sbagliato anch'io. L’importante è correggersi. Mi sono però anche chiesto…….ma è mai possibile che in un mondo di latinisti come il Vaticano non ci sia qualcuno che possa correggere il pontefice di quel piccolo errore, ma che sempre errore è? …..Considerando il fatto che anche in qualunque lingua siano composte le encicliche, ognuna di esse viene alla fine tradotta in latino e tramandata alla storia proprio in questa lingua…..(Anche se il centro mondiale più importante di tutti gli studi latini non è il Vaticano ma la Germania…..).............. Basti pensare al monumentale CIL, Corpus Inscriptionum Latinarum di Theodor Mommsen (1817-1903). Ma questo particolare è ancor più importante perché è la benedizione formalmente unica per tutta la Chiesa. Non si tratta mica di un’enciclica che regolarmente viene appunto tradotta in latino.Passa poi qualche settimana che risento ancora il papa di domenica rifare lo stesso errore nella benedizione in latino….. Dice ancora “…..et Filii et Spiritui sancti …….Insomma, l’espressione corretta al genitivo…Spiritus non la vuole proprio intendere. Perché …...Spiritui è dativo, ma non lo può usare nella benedizione perché col dativo “Spiritui” significa ….allo Spirito Santo…….Ma la benedizione viene data al popolo e non allo Spirito santo. E non è una questione di poco conto perché la parola è spirito e lo Spirito santo è la terza Persona della Trinità, cioè Dio. Per questo né in latino né in nessun’altra lingua si può storpiarne il nome. E non ci scordiamo quanto sta scritto………. ...che ….”In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio ed il Verbo stesso era Dio” …...E dopo questa opportuna riflessione dico che passano ancora due anni da quel mio primo ascolto nel 2014 che sia in tutto il 2015 che nel 2016 l’errore viene ripetuto costantemente da quando anche alla radio notarono quell’errore……Io credo che sarebbe stato un gesto di cortesia e di affetto e non di offesa far notare la cosa al santo Padre …….da meritarsi da lui anche una speciale benedizione, come ringraziamento. E sarebbe anche ridicolo che un Pinco Pallino di provincia come me potesse permettersi di scavalcare tanti sapienti latinisti scrivendo direttamente al Pontefice. Così me ne sono stato buono buono, pur rammaricandomi di ascoltare sempre quell’inesattezza.Pensai allora di mandare due righe per email al biblista Cardinale Gianfranco Ravasi, (con cui avevo avuto un piccolo scambio di corrispondenza), usando le seguenti parole:......Caro Eminenza, Le sembrerà perfino ridicolo ch'io venga a Lei con un così banale motivo. Me ogni particolare, per quanto futile, riguardante la persona del Santo Padre (che noi tutti veneriamo) diventa importante, anzi, massimamente significativo. Si tratta di quel "lapsus" in latino che il Pontefice ripete spesso nelle benedizioni domenicali in cui dice….Spiritui sancti …..e non come sarebbe corretto…... In nomine……….Spiritus sancti…... E se non è stato già fatto Lei saprà certamente comunicarlo a chi di dovere.......Voglia gradire i miei devoti ossequi.....Prof. Vincenzo Allevi…. Ora, a costo di diventare noioso voglio finire questo discorso. Così il giorno di domenica 4 giugno scorso del mese passato, come al solito ero davanti alla televisione quando ho sentito che nella benedizione il papa ripeteva (dopo ben tre anni da quando l’ho sentito io la prima volta e con la notizia alla radio) la stessa parola sbagliata….(che non può essere usata neanche nel tardo latino medioevale oltre che nel periodo classico) …….Per il semplice fatto che sia le declinazioni dei nomi sia le coniugazioni dei verbi sono immutabili. La vicenda quindi dimostra che né il cardinale né altri gli hanno fatto notare la cosa, al pontefice. Ma noi conoscendo ormai questo errore significa che cadiamo tutti nel peccato di omissione a non dirgli la verità. Certamente io non me la sento di scrivergli, perché tocca prima ai preti che ai laici assolvere a questo compito. E non staremo a ripetere che lo Spirito santo è Persona di Dio insieme al Figlio, per cui non c’è niente di più importante nel pronunciarne il nome, sia in latino che in altra lingua. Quindi ci sarà qualche anima buona al riguardo non troppo incline alle omissioni che lo faccia presente al pontefice? Deo gratias....... Amen!
E ora per finire il discorso sugli emigranti diciamo che se in teoria è giusto quanto ci dice il papa, secondo il quale bisogna accogliere ed aiutare tutti quelli che sbarcano sulle nostre coste, dall'altro lato bisogna subito porsi la domanda: e se mezza Africa si sposta da noi a milioni di individui dove li metteremo? …... se già tanti bisognosi italiani e compaesani non ricevono alcun aiuto, né alloggi né vitto (anzi molti vengono sfrattati) ….. perché scarseggiano i mezzi. D'altronde quelli che arrivano bisogna rifornirli di cibo, vestiario, alloggio e sistemazione sanitaria. E le altre cristianissime nazioni di Francia, Germania, Spagna, Austria ed altri paesi europei, perché hanno chiuso le frontiere? Perché hanno capito proprio il pericolo dell’invasione inarrestabile. Riguardo alla quale il papa stesso all'inizio non ha potuto prevedere il flusso migratorio di centinaia e centinaia di migliaia di individui, Per cui nessuna umana accoglienza può portare così una nazione al proprio suicidio. Pertanto c'è un solo modo per risolvere il problema, qualunque sia il tipo di governo in carica. Occorre bloccare questi flussi nei luoghi di partenza. Oltre a rispedire negli stessi paesi d’origine molti irregolari inidentificabili, non provenienti da zone di guerra. Qualunque cosa ne pensi la Francia. Perché chissà quanti avanzi di galera vengono a trovare qui da noi assistenza e placido mantenimento, mentre tanti nostri terremotati restano ancora abbandonati dopo tante promesse. Per non parlare dei totalmente poveri, senza stipendio e senza pensione. Ai quali, a parte la carità, a livello politico nessuno pensa. Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Agosto 2017.Se qualcuno vuole scrivermi: il mio indirizzi e-mail è: vincenzo.allevi@gmail.com. occorre ricordare pero’ che questa lettera n.26 (insieme alle altre ultime) la si trova a breve in internet, col titolo Maria Giacobetti.
LETTERA N.25 - mesi di Giugno-Luglio 2017
AGLI AMICI DI MADRE MARIA GIACOBETTI e per conoscenza: A SUA ECCELLENZA IL VESCOVO DI ASCOLI PICENO DON GIOVANNI D’ERCOLE
Oggetto: Cenni sui contenuti della presente lettera numero 25….. Reperimento della completa relazione medica del dottor Luigi Sansoni che operò la verifica delle stigmate sul corpo di madre Maria Giacobetti…... Insieme alla presenza di numerose lettere della gente indirizzate a Maria, richiedenti preghiere e grazie di ogni genere… Alcune incongruenze giustamente rilevate da papa Francesco e oggettivamente presenti negli eventi di Medjugorje……. Qualche sogno premonitore anche sull’allora felice e fortunata attesa del prestigioso nuovo vescovo Don Giovanni D’Ercole ……. Incomprensioni ed inesattezze riscontrate in una conversazione che avemmo, nel recente passato, col vescovo ora defunto Silvano Montevecchi, richiamate nella presente per senso di verità e di chiarezza, circa le procedure dello statuto per le cause dei santi.
Cari amici e fedeli di madre Maria, prima di parlare delle nostre notizie sulla chiesetta e sulla nostra Santa (che per noi è il centro del mondo)…. dobbiamo oggi ricordare tutti che il mese di Giugno è stato il mese del Sacro Cuore di Gesù. Sembra che questa devozione, come ritualità ecclesiale, abbia avuto inizio con santa Giuliana di Cornillon (o Giuliana di Liegi), una monaca agostiniana vissuta nel tredicesimo secolo. Cinque anni dopo la sua morte, cioè nel 1263, avvenne il miracolo di Bolsena, quando un sacerdote spezzando l'ostia vide uscire del sangue dalla stessa particola, come segno in essa della presenza del Cristo. Tra i meriti dei Gesuiti (se vogliamo riconoscerne alcuni, tra le giuste battaglie da essi condotte) c’è la lotta nel XVII secolo contro l'eresia del giansenismo. Secondo la quale eresia la salvezza non è per tutti …..e non per chi se la merita, mediante (secondo il giusto criterio cattolico….), una vita di santità e morigeratezza ,..... Bensì, per semplificare il termine, verrebbe concessa dall'alto….(dice Giansenio).... a chi si e a chi no….secondo un criterio lontano dalla persona e dai suoi meriti, ma solo come discrezionalità di Dio. Con l'incredibile assurdità che il più santo tra i santi è semplicemente un corrotto irredimibile. Queste erano le idee distorte di Giansenio, suo ideatore. Fortuna che questa bufera è passata. Ma chissà quanta gente è stata portata fuori strada da questa plateale scemenza, nell'arco di circa trecento anni. Ora, noi cattolici, nell’onorare il Sacro Cuore di Gesù, facciamo riferimento a santa Giuliana e anche a santa Margherita Maria Alacoque. Come si vede c'è sempre qualche santo di mezzo, riguardo alle festività religiose e al cammino del cristianesimo. Ci riflettano alcuni nostri sacerdoti non simpatizzanti verso i santi e gli stigmatizzati. E per l'età che oggi già mi pesa, nella mia vita, io ho parlato con diversi ecclesiastici, sempre per capire ed approfondire le cose. Al momento, per me, la figura più prestigiosa come guida spirituale in primis c’è il nostro attuale vescovo Giovanni D’Ercole, per le sue doti di moralità, carità e cultura teologica. Basterebbe analizzare alcuni suoi pensieri ed omelie per comprendere quanto valga veramente quest’uomo, che abbiamo avuto la fortuna di avere tra noi…... E non lontani da lui, per dote interiore, ci sono, per quel poco che io so, anche i cardinali Angelo Sodano, ex Segretario di Stato e Gianfranco Ravasi, insigne biblista ……) con i quali ho avuto modo di scambiare una piccola corrispondenza, pur se di natura semplicemente formale e di loro benevola cortesia. Da tali personaggi mi sono tuttavia sempre sentito spiritualmente arricchito. Nel corso degli anni quindi mi sono costruita così una ricca casistica di opinioni e punti fermi, circa i problemi della fede e della umana esistenza. Ma c'è anche un altro aspetto, come il rovescio di una medaglia. Ho rilevato anche il fatto che alcuni preti sognano una Chiesa libera dai santi e dagli stigmatizzati; composta solo da fedeli ed ecclesiastici dei vari livelli. Un condominio……..anzi un “falansterio”...... a struttura unica, uniforme e senza sorprese. In cui tutto è già stato detto, senza nuove rivelazioni e senza l’inciampo di nuovi santi, veggenti e stigmatizzati, che vengono ogni tanto a turbare la tranquilla quotidianità del vivere clericale. Per questa via dovremmo mettere a tacere, o cancellare dall’esistente, le varie figure di Padre Pio, madre Maria, Natuzza Evolo, Cosimo Fragomeni, ecc...ecc…., per rimanere ai nostri tempi. A parte gli altri santi e i luoghi delle apparizioni, come Lourdes, Fatima, Medjugorje. A cosa servirebbero d’altronde queste persone se è già stato detto tutto esaurientemente? È mai possibile…...secondo queste teste gloriose….. che Gesù dopo averci promesso la sua pace venga poi a turbarci in continuazione e in ogni latitudine, con queste figure così particolari, alcune delle quali con ferite sanguinanti per un'intera vita?? Per me devo dire che questi preti non hanno capito nulla del cristianesimo. Che se Gesù avesse cercato solo la tranquillità ….(che è cosa ben diversa dalla pace interiore dell'anima……) non avrebbe iniziato la sua esistenza con la fuga in Egitto, poi con lo scontro con le autorità rabbiniche del tempo e con la fine che poi ha affrontato. Ma quello che mi indigna e addirittura mi crea un impulso di rabbia è sentire da parte di più di un prete (tra cui anche qualcuno di quelli che stimo) che madre Maria era una donna ……. ignorante e di scarsa cultura. Ma senza andare lontano con l’esempio di altri santi …...è mai possibile che questi preti non capiscano ciò che leggono continuamente nel Vangelo, sia pur costretti a farlo con la messa …... e cioè che Gesù non scelse discepoli tra i membri del Sinedrio, o tra sapienti e colti scribi …. bensì tra pescatori ignoranti ed analfabeti. E la Madonna a Lourdes e a Fatima a chi sarebbe apparsa …..a dei filosofi? Voglia perdonarci Sua Eccellenza Giovanni D’Ercole, se Egli giunto qui nel Piceno ha trovato in noi tanta miseria mentale, particolarmente purtroppo pure in alcuni preti. Il guaio sarebbe che se il D’Ercole non avesse la forte personalità che ha, questi sarebbero capaci di influenzarlo fino a neutralizzarlo, in qualunque iniziativa. Ma grazie al Signore ciò non può avvenire. Perché resta intatto il suo impulso al bene, col sacrificio personale già mostrato di rinunciare anche al sonno e al riposo notturno pur di correre in soccorso dei nostri terremotati.
Ed era ora che arrivasse un evangelizzatore del suo livello, nello spirito di santità che aleggia durante ogni sua messa. Pertanto i preti che vogliono la quiete e la tranquillità….in assenza di disturbi esistenziali……..(chiudendo così le porte al manifestarsi del Cristo……. a partire dall'ultimo Vangelo di Giovanni) …..se le vadano a cercare, la quiete e la tranquillità…….. con la “probabile” compagnia risiedente nell’ombra a loro congenita. Ma non si oppongano né ai santi né a nostro Signore, che molti di essi erroneamente credono di rappresentare. E considerino anche che per tutti indistintamente, laici ed ecclesiastici…... con la nostra peccaminosità personale e di umana natura occorre conviverci, senza però diventarci piano a piano conniventi, come fosse una normale compagna di viaggio, fino al menefreghismo diventato poi connaturato come una costante di vita viziata. Conviverci si, coi nostri peccati, ma col perenne turbamento di riconoscenza dato dal pensiero rivolto a Gesù, da cui ci si aspetta sempre il perdono. E sopportino anche, questi preti scocciati ed impazienti, la Madonna in persona, con le sue centinaia di apparizioni nei secoli, quasi che Ella non possa mai trovare una vera quiete per noi miscredenti. E come può trovare pace una madre se vede i suoi figli in pericolo? tra mille vie di perdizione? Qualcuno lo spieghi a costoro, ai vari livelli. Pregando anche la nostra Mamma celeste a chiarirci le idee su questi innumerevoli messaggi e su queste presunte apparizioni continue in terra di Bosnia. Perché da un certo lato riguardo agli eventi di Medjugorje dobbiamo anche ammettere, insieme al nostro Papa Francesco, che si resta davvero un po' sconcertati davanti a questo diluvio di annunci perennemente riproposti e continuativamente riannunciati in precise scadenze…. che ci lasciano ormai perplessi circa l’autenticità di questo ben strano fenomeno. Come se noi fossimo sordi e incapaci di comprendere Il reiterato invito alla fede in Gesù, ripetuto e recitato indefinitamente come un vedico “mantra”. Dovendo riconoscere anche il fatto che nessuno può dirci con certezza la realtà inoppugnabile di queste apparizioni. Ci resta solo l'esame accurato dei contenuti dei messaggi, che non possono indefinitamente autoreplicarsi. Quale limite inevitabile alla fine per ogni eventuale falso veggente. E ritornando ai santi scarsamente accettati da un certo clero e invece osannati dal popolo e dalla gente sincera, perché ogni tanto c’è la comparsa di queste figure straordinarie?? Perché le stigmate si vedono e si toccano e non se le inventa il popolo …..che questi scettici in abito talare definiscono credulone. Perché? Perché i santi sono modelli di sofferenza bruciante e inimitabile, come copie stampate di Gesù, per usare un termine proprio di papa Montini. Macigni pendenti davanti alle nostre coscienze peccatrici che non ci danno serenità ma turbamento continuo. C’è chi invece vorrebbe distendersi in sonni tranquilli, pur con qualche peccatuccio continuativamente presente nell'anima, in forza in qualche caso del fatto (tra altre cosette…) che Gesù non ha mai imposto a nessuno la totale castità, imposta poi (per qualcuno malauguratamente??) dalla Chiesa. E tale assetto morale non è cosa da poco. Anche se per queste vie alcuni scrittori rinnegati e blasfemi (come Dan Brown e il suo “Codice da Vinci”) …...hanno teorizzato spinti dal maligno che il nome di Maria non fosse quello della Madre di Gesù, bensì quello di Maria di Magdala, la Maddalena, dipinta, nei loro dannati scritti….. come l’amante di nostro Signore. Ma è sufficiente un piccolo ragionamento per capire l'assurdità di una tale odiosa opinione. Mentre il Signore rompe l'unità familiare di Pietro e degli altri discepoli, per partire tutti (come ..pescatori di uomini ….) in nome di una superiore missione di predicazione ed evangelizzazione ……… a sua volta Lui avrebbe ….al contrario di quanto chiesto ai suoi discepoli…..messo su famiglia con la Maddalena??? Trascinandosi poi dietro in missione i bambini da accudire? Ma siamo diventati matti??? È una cosa che stride con sé stessa ed è inconciliabile con ogni passo dei Vangeli….. Insomma, secondo una prassi umana, si potrebbe dire ……. o tutti accasati, oppure sparsi per il mondo a predicare il Regno di Dio. Ognuno sa qual’è la risposta. E come ultima nota diciamo allora riguardo sia a Pietro che a Paolo …... che ci sarebbero andati a fare a Roma? Se non per la predicazione ed il sostegno dei fratelli fino alla morte. Quando saremo chiamati a giudizio dopo il nostro trapasso, mi tremano le gambe al solo pensiero di trovarmi anche a chilometri di distanza da questi reprobi e indemoniati…..denigratori di Gesù…..come il Dan Brown e anche peggio come Laurence Gardner, con il suo “Bloodline of the Holy Graal”. Pubblicato in lingua italiana per i tipi della “Newton Compton Editori s.r.l.”. Anche col sottotitolo “La storia segreta dei discendenti del Graal”.... e sempre grande ispiratore di queste sconcezze. Chissà perché poi a tali infernali scrittori dà tanto fastidio l’esistenza dell’Opus Dei. La punizione dei quali comunque io penso farà oscurare il cielo. Oso pensare che perfino Giansenio ed altri eretici saranno trattati con maggiore umanità di costoro.
E per porre un diverso esempio in merito alle letture …..io ricordo….(nel breve periodo che io rimasi in seminario, tanti anni orsono) …...che c'erano alcuni studenti seminaristi, i quali, anziché leggere i Vangeli e i testi sacri che ci avevano prescritto…... leggevano di nascosto….. “Topolino”....... (o anche qualcosa di molto peggio…….). Evidentemente quest’abitudine cretina è rimasta in piedi anche in seguito se ancora ci sono preti (sia detto ora in generale, senza specifici riferimenti…..) tanto ignoranti e superficiali. Ma se allora si poteva invocare la scusante della giovane età adolescenziale, una volta diventati adulti e presi i voti sacerdotali le cretinate non sono più ammesse per chi poi deve dire messa.
Nelle sacre Scritture ci viene detto che Dio non abita nei templi e quindi nelle chiese. Ma è anche vero che ogni chiesa (o sinagoga) grande o piccola che sia è sempre costantemente posta sotto lo sguardo del Signore. Pertanto ognuno comprende che ogni chiesa è per questo sacra perché dedicata e consacrata a Dio. E allora com'è possibile che un prete……. (parlo ora di Don Armeno Antonini)..... abbia definito la chiesetta di Valle Orta……la chiesa dei pazzi…….Ma non capisce che una frase del genere è una vera bestemmia? Per di più uscita dalla bocca di un prete. Non capisce che se in quella chiesa, (come già dissi altre volte) ha celebrato il proprio vescovo (o qualunque altro sacerdote,) dà del pazzo anche a lui? E non capisce che nel momento dell'elevazione della messa, con la consacrazione c'è il momento della transustanziazione, a causa della quale dà del pazzo anche a Gesù presente in quell’ostia? Ma che cosa ha studiato in seminario questo prete? Ha letto anche lui “Topolino”, anziché le scritture? E dovrei essere io, un comune, sprovveduto ed inadatto laico, a dovergli ripassare il Messale e le varie Liturgie religiose? Ma perché non si vergogna e non chiude la bocca?! Io piuttosto penso che quel vescovo che lo nominò sacerdote... meriterebbe un paio di ceffoni, per il danno che ha fatto al pensiero della tanta perdita di fede nella gente; venendo anche a sapere di qualche prete, il quale anziché trattare di moralità e di religiose doti se ne va in giro vantandosi di “griffe” e di abiti firmati. Roba da matti! E se in questo mondo di immagini e di superficialità pubblicitaria abdicano perfino i preti, noi, quale gente comune, dove andremo a finire? Ma ora torniamo al nostro affetto per madre Maria. Ormai sanno tutti che io l'ho conosciuta di persona e molto spesso mi è venuta anche in sogno. Per questo ne parlo anche se comunque io sono sempre restio, anzi completamente contrario a raccontare quanto di più intimo c'è nei propri sogni. Ma voglio confidare agli amici un paio di cose solo perché sono attinenti alla mia fede e al mio credo religioso. Comunque, anticamente si pensava che i sogni costituissero il profondo mistero della vita di una persona. Ne diede breve notizia anche Celso, il filosofo anticristiano, riguardo a viaggi onirici…...Ma ci sono tanti tipi di sogni. Alcuni non hanno nessun significato, perché frutto dell'attività cerebrale indistinta e indeterminata della mente che confonde spesso luoghi e persone. Ma esistono anche i sogni premonitori di eventi non ancora accaduti nell'umana esistenza. Ma è sempre difficile discernerne il significato vero, sempreché essi abbiano un significato. Si pensi un attimo al più famoso sogno della storia…….quello del faraone, riguardo alle sette vacche grasse, eppoi alle magre…. che l’ebreo Giuseppe seppe interpretare. E non pare sia stato uno scherzo se viene citato nella Bibbia, come segno di eventi incombenti e di buona previdenza. L'episodio è molto interessante anche come nota storica. Che se l’esodo dall’Egitto (molto incerto a datarsi dagli studiosi) avviene davvero tra il 1300 e il 1250 a.C. circa, il faraone del sogno (il cui nome la Bibbia non cita) ….. potrebbe essere Seti I°, giacché pare che i faraoni tra la XVIII e XIX dinastia si susseguissero in quest’ordine: …..Ramses I°, Seti I°, Ramses II° (incoronato nel 1279 a.C. e che nel lungo periodo del suo regno scatenò la persecuzione contro gli ebrei……). Eppoi viene l’erede Merenptah. Nei tempi recenti solo Sigmund Freud (che cita anche lui quel sogno del faraone……) ha dato una veste scientifica alla nostra attività onirica, appunto con…. L’ Interpretazione dei sogni. Analizzando i quali si può giungere alla guarigione di serie malattie mentali o a conoscere, come detto, l’accadimento di fatti futuri, o semplicemente il rapporto affettivo con i nostri defunti. E ora io dico ciò che mi è successo riguardo a un paio di sogni….che mi hanno in un certo senso segnato mentalmente, ma sostenuto nella mia fisica debilitazione. Per non farla troppo lunga premetto che mia nuora e mio figlio (regolarmente sposati e con una bambina di 3 anni ) ebbero notizia circa due anni fa che lei era rimasta incinta di nuovo e in più di essere in attesa di un parto gemellare, al compimento della gestazione. Ma la nostra gioia in famiglia fu subito raggelata da un annuncio medico molto preoccupante. Era successo che proprio nei primi giorni del concepimento, a causa di uno stato influenzale, avevano ambedue contratto infezione da un terribile virus, molto aggressivo per la gravidanza, detto citomegalovirus, che in una certa percentuale causa nei nascituri infettati delle terribili menomazioni, come la sordità, il mutismo, la cecità. Particolare aggravante era la presenza del virus proprio all'inizio del concepimento. E dico subito che per l'educazione religiosa data ai miei figli nessuno neanche per un attimo ha mai pensato all'aborto, pur se consigliato dagli stessi medici e che ci avrebbe sollevati subito dall’angoscia. Le nostre notti cominciarono così ad essere completamente insonni. La povera ragazza di mia nuora (insieme al marito) ha pianto per tutti i nove mesi per quel pericolo incombente. Io poi non ho più conosciuto una notte intera di sonno e di riposo, col pensiero anche io delle povere creature probabilmente menomate, da accudire poi per tutta la vita. Un virus con scarse possibilità di effettiva cura. Così ho cominciato a trascorrere intere settimane di notte in ginocchio e in preghiera. Ma la mia salute già compromessa con l’età ne ha subito risentito. Ho cominciato ad avvertire tremori alle mani e con le ginocchia che mi reggevano a fatica. Oltre all'impossibilità ormai a prendere un po’ di sonno. Un quadro per me davvero micidiale e devastante. E non parlo degli altri in famiglia. Dopo tante settimane in questo stato pietoso mi viene in sogno Padre Pio …... tanto invocato insieme a madre Maria. Mi dà il gesto di benedizione. Sento subito un momentaneo sollievo nel ringraziarlo tanto, pur nel timore che il sogno fosse solo frutto della mia mente surriscaldata. Ma è stato come se in una grande arsura qualcuno ti avesse dato un goccio d'acqua. Ma l'angoscia purtroppo restava. E l'angoscia è qualcosa che ti prende come una morsa da cui non riesci a liberarti, qualunque cosa tu voglia escogitare. E se non fosse stata la fede a quest'ora avrei già chiuso la partita della mia vita, a causa di questo timore e tensione durati troppi mesi. Passa ancora circa una settimana che mi viene in sogno madre Maria. La quale mi rivolge queste precise parole, insieme ad un incoraggiante sorriso: ……... Vincenzo, coraggio….. abbi fede….. i tuoi nipotini sono sani... Mi sveglio di soprassalto, cominciando a piangere a dirotto, per ore, senza potermi calmare. Ho risposto quasi a me stesso dicendo ….. Maria ti prego fa che queste tue parole siano vere e non frutto della mia fantasia. Aiutami, insieme a Padre Pio. Nel tempo poi rimasto alla nascita rimango sempre in preghiera e fiduciosa speranza. Anche se con una semi paralisi alle gambe non riuscivo ormai neanche più a camminare…..
Giunti al parto i bambini (maschio e femmina) risultano in perfetta salute, ringraziando il Signore. Riceviamo anche un commento da parte dei medici specialisti. Risultava piuttosto raro che il virus presente sempre nel sangue materno sin dall’inizio non avesse mai attraversato la barriera placentare. Cosa che invece fa molto spesso in una triste casistica. Comunque, io ho voluto solo raccontare un fatto. Il dato certo è che la mia fede mi ha salvato da un pericoloso ulteriore aggravamento del mio stato di salute. Questo è sicuro. Ma c'è un altro sogno a cui voglio accennare. Perché riguarda la diatriba che erroneamente o no avevo messo in piedi contro gli ultimi due vescovi, precedenti l'attuale …… a causa dapprima…..della persecuzione assurda e immotivata del Morgante contro madre Maria, giunto (è bene ricordarlo) a proibirle la comunione senza alcuna motivazione plausibile. Eppoi della completa e totale indifferenza del Montevecchi. Forse non avrei dovuto avere tanta presunzione….. ma per difendere madre Maria sarei stato disposto a giocarmi l'anima …...sebbene in sogno lei non mi abbia mai suggerito di farlo …. né di attaccare qualcuno. Non starò ora a ripetere tanti particolari, ma in tanti possiamo giurare che lei in vita sopportò sempre tutto in silenzio e preghiera.
Così, a parte la mia persona, volevo rispettare il criterio che dice…… verba volant at scripta manent. Con il quale rimanesse vivo, con le mie lettere, il ricordo di tutto quello che è successo. E del perché madre Maria abbia dovuto sopportare ingiustamente tutte quelle angherie….. compreso un calcio nel petto, ad impulso sempre del Morgante……. Un incredibile gesto al quale molti non hanno mai voluto e non vogliono credere….. nonostante fosse presente Ottavio, il fratello di madre Maria. È così per tutto ciò io mi ero già preparato a proseguire la guerra contro il nuovo vescovo, non provvisorio, ma titolare, pur non conoscendolo e non sapendo minimamente chi fosse, e cioè chi venisse nominato in tale carica. Anche in questo caso mi venne in sogno madre Maria. A questo punto non voglio riferire i particolari del sogno stesso né alcune brevi parole di esso. Ma intendo dire solo il fatto. Perché non si creda che sia un sogno strumentale, o inventato apposta, per giustificare qualcosa circa il mio nuovo atteggiamento di stima e di considerazione verso l’allora atteso nuovo prelato. Insomma, come fosse questo mio breve racconto un atto di piaggeria e di arruffianamento. Considerato però che in quei giorni Giovanni D’Ercole non era ancora partito per Ascoli. Perciò in sintesi ciò che dovevo comprendere da Maria era chiaro e lampante. Mentre per lei i precedenti due vescovi erano ….. da perdonare….. il nuovo in arrivo, D’Ercole, era subito da stimare ed amare. Quel sogno era troppo chiaro e determinato per potermici confondere. Pertanto mi adeguai subito e vedo che non ho sbagliato…...Al momento posso solo dire che Egli, così pieno di spiritualità com’è, si mostra ben disposto ad iniziare un procedimento di beatificazione di madre Maria. Ed ora conoscendolo personalmente, e anche con le notizie che ho avuto di lui…..mi sono convinto che figure di tale prestigio sono molto rare, ma arricchiscono la Chiesa, spandendo attorno a loro un’atmosfera di conversione e di fede.
Ma c'è un'altra importante questione sulla quale non si può sorvolare perché occorre richiamarla alla memoria a chiusura di questa epistola. Si tratta di un incontro che avemmo a suo tempo col vescovo Montevecchi. Al quale rivolgemmo la parola stante una domanda di un nipote di madre Maria che domandava se non fosse il caso di fare qualcosa per la beatificazione della nostra Mistica, chiedendo nel contempo al prelato se avesse avuto modo di leggere la relazione medica sulla donna. La risposta fu negativa su tutti i fronti. Ma la cosa peggiore che venne fuori fu una frase del Montevecchi che ci lasciò molto perplessi. Ci disse in sostanza che per affrontare la questione e per cominciare a leggere la relazione medica sarebbe occorsa una ingente spesa economica. Insomma un mucchio di soldi per la questione. Fummo punti sul vivo e ci venne spontaneo rispondere con una frase di cui poi ci pentimmo di aver usato. Perché la cosa non riguardava Montevecchi, bensì il suo predecessore. Dicemmo così: ……..Andiamo bene! La Curia vescovile regala ……...a persone amiche…….palazzi del valore di centinaia di milioni….. mentre non ha la possibilità di comprare un paio di candele per qualche funzione? Montevecchi abbozzò un mezzo sorriso e se ne andò. E fu l’ultima volta che lo vedemmo.
Rimanemmo così molto meravigliati. Invece alcuni articoli dello Statuto per le Cause dei Santi ci dicevano che il vescovo non era sincero. A tal fine riportammo alcuni di quegli articoli nella lettera numero 3, che ripetemmo poi anche nella lettera numero 13. Riproponendoli anche adesso, a testimonianza di verità, di quanto abbiamo raccontato e che non fummo noi a mentire. Qualcuno ha voluto dirmi che forse io avrei offeso, a suo tempo, in questo caso, il defunto vescovo. Questo non è affatto vero, come anche adesso ho dimostrato. E lo può testimoniare uno dei più assidui frequentatori della nostra chiesetta e anche nipote di madre Maria. Ed ecco riproposto ciò che rispondemmo per iscritto a Montevecchi. E la verità è luce. E secondo l’antica saggezza tramandataci, anche per il cristiano è sempre meglio accendere una piccola candela piuttosto che maledire l'oscurità. __________________________ Art. 5 - § 1. La fama di santità è l'opinione diffusa tra i fedeli circa la purità e l'integrità di vita del servo di Dio ….. Art. 6 - La fama di segni è l'opinione diffusa tra i fedeli circa le grazie ed i favori ricevuti da Dio attraverso l'intercessione del servo di Dio…. Art. 7 - § 1. Prima di decidere l'inizio della causa, il vescovo diocesano o eparchiale dovrà verificare se, presso una parte significativa del popolo di Dio, il servo di Dio goda di un'autentica e diffusa fama di santità…. Art.10 § 2. Può costituirsi attore della causa anche una persona fisica, ossia chiunque faccia parte del popolo di Dio…. Art. 12 § 3. L'ufficio di postulatore può essere svolto da un sacerdote, da un membro di un Istituto di Vita Consacrata, di una Società di Vita Apostolica, o di un'Associazione clericale e/o laicale, da un laico o da una laica. Art. 21 - § 1. Il Vescovo competente ad istruire l'Inchiesta diocesana o eparchiale sulle virtù eroiche o sul martirio è quello nel cui territorio il Servo di Dio è morto..... __________________________________________ Prof. Vincenzo Allevi, (già Ricercatore per le scienze morali e sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma) ha compilato, stampato e distribuito in proprio, a sua cura tale scritto….in Villa Pigna di Folignano, Largo Padre Pio, n.4, nel mese di Luglio 2017. ________________________ Se qualcuno vuole scrivermi: il mio indirizzi e-mail è: vincenzo.allevi@gmail.com ________________________
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